Per il clan Legnano Basket questa settimana, che coincide con la disputa, al Palazzetto di Roma, della Final Four di LNP, quindi A2 e B Nazionale, nelle speranze doveva essere dedicata al binomio riposo & scarico.

Invece, per effetto dell’inopinata sconfitta casalinga subita contro Basket Avellino che ributta il team legnanese nel “mischione” della lotta-playoff le prospettive saranno probabilmente cambiate ed ora i Knights devono darci dentro e lavorare al massimo in palestra per ripresentarsi carichi in vista della ripresa che prevede una dura trasferta a Rieti.

La sosta però rappresenta anche il momento ideale per conoscere l’ultimo arrivato in casa Legnano Basket: Riziero Ponziani, centrone che in evidente crescita fisica e tecnica ha già offerto un contributo più che discreto alla causa biancorossa e in ottica futura sarà sicuramente determinante per tagliare il traguardo post-season.

“Per ora – dice in tono pragmatico Riziero – mi piace pensare che la squadra abbia giovato della mia presenza soprattutto in termini mentali, ovvero quelli legati ad una maggior serenità e alla tranquillità che deriva dalla consapevolezza di poter contare su un giocatore in più. Poi, è chiaro, non vorrei andare oltre questa considerazione perchè, ne ho la piena certezza, dal punto di vista tecnico finora ho offerto abbastanza poco e sono ancora piuttosto lontano dai miei standard di rendimento”.

Con questa apprezzabile autocritica sei già arrivato al punto nodale della questione. Tutti quanti nelle prime partite abbiamo visto il tuo, peraltro comprensibile, disagio fisico e allo stesso modo tutti quanti ci chiediamo: come sta davvero Riziero Ponziani?
“Fisicamente sto bene ma, è evidente, se parliamo di atletismo, reattività, tempi di esecuzione e capacità di stare al passo dei miei compagni, sono un giocatore ancora in fase di recupero dopo il serio intervento – sutura del menisco -, subito otto mesi fa. Per quasi tre mesi sono stato costretto ad una completa inattività e da circa cinque ho ricominciato a muovermi usando però tutte le precauzioni del caso. Inoltre, bisogna tener conto che non avendo una struttura fisica da “gazzella”, i tempi di riattivazione si solo ulteriormente dilatati”.

Scendendo su un piano pratico, da 1 a 100, a che punto collocheresti il tuo stato di forma attuale?
“Devo rispondere sinceramente?”

Pensiamo proprio di sì. Una risposta sincera oltre che per ragioni di correttezza, potrebbe essere utile per non alimentare false aspettative
“Ok: allora in tutta sincerità dico che oggi mi sento al 45-50% della mia forma ideale. Non di più e chi mi conosce bene o semplicemente mi ha visto giocare sa benissimo che in questo momento sul parquet si sta muovendo la fotocopia sbiadita del “vero Ponziani””.

Allora sarebbe interessante spiegare ai tifosi legnanesi chi è il “vero Ponziani”, o no?
“Sono fondamentalmente un giocatore in grado di sprigionare grandissima energia, forza fisica, intensità in difesa e a rimbalzo. I miei compagni sanno che là dietro possono contare su di me per aiuti difensivi, taglia fuori, situazioni tattiche sui blocchi, falli di “sacrificio” e giocate di intensità, mentre in attacco posso dare tantissimo andando a rimbalzo o lottando per creare secondi tiri, “sprizzare” palloni per aumentare il numero di recuperi e, come si usa dire in gergo cestistico, segnare canestri dallo “sporco”, ovvero senza rubare opportunità ai giocatori più talentuosi. Sento di essere in costante miglioramento ma, in tutta onestà, tutte queste cose non sono ancora parte “stabile” del mio bagaglio. Tuttavia, ho grande fiducia sul fatto che arriveranno. Si tratta solo di avere pazienza e a Legnano dirigenti, staff tecnico e compagni di squadra sanno che è solo questione di tempo. Intanto, e non è poco, nel giro di un mese la mia autonomia è già visibilmente aumentata, quindi vuol dire che sono sulla strada giusta”.

Quaranta giorni fa il Legnano Basket era sull’orlo del precipizio mentre oggi guarda con un briciolo di serenità in più verso l’orizzonte-playoff: che idea di sei fatto del gruppo in questo breve periodo?
“L’idea forte e convinta al 100% – risponde il pivot di Torre Angela, quartiere a sud di Roma -, è la stessa che mi ha spinto a firmare per i Knights: questo Legnano non c’entra nulla con la salvezza e, giustamente, deve giocare per raggiungere altri obiettivi. Del resto basta guardare i nomi, il talento, l’esperienza, la profondità dell’organico e la preparazione degli allenatori per capire che, pur con tutto il rispetto, c’è una certa differenza tra la nostra squadra e quelle che si trovano nella seconda metà della classifica. Così, sia detto senza alcuna presunzione, non ce la faccio proprio a pensare ai playoff senza il Legnano Basket I Knights nella post-season ci dovranno essere. Per forza”.

Massimo Turconi

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