A tre settimane dal termine della stagione agonistica Pagellone meditato (il giusto) sul 2023/24 biancoblu. Tra i giocatori schierati valutazione lisciata causa utilizzo contenuto per Ervin Bashi (2 presenze in Campionato per 108’ e altrettante in Coppa per 192’), Ramon Caluschi (69’ in Coppa prima del prestito al Mestre), ed Emanuele Zanaboni (6 presenze in Campionato per 60’ e 2 in Coppa per 109’ ante esperienza al Bari). Unica eccezione posta (per comprensibili ragioni) per Filippo Ghioldi. Nella prima parte esterni derubricati a difensori.

CENTROCAMPISTI

Giovanni Fietta  7,5: Premio alla carriera prima ancora che alla stagione. Manda in archivio le sue 6 annate a Busto con 152 presenze e 3 reti in tutte le competizioni. Effettivo quello che mostra sul campo (25 ticket nel 2023/24 con i 3 da difensore centrale a Crema, Padova e con il Mantova a fare da manifesto personale), intangibile quello che riserva fuori. Mancherà. Per davvero. Guida

Filippo Ghioldi  7: Voto chiaramente politico. A rimarcare i 2 anni e 24 giorni di assenza dal campo. Precisa scelta societaria dal ragguardevole valore simbolico, torna per 30’ (3 presenze) ed un gol. Inutile ipotecare il futuro. Ma la sceneggiatura è di discreto livello drammaturgico. Redivivo

Andrea Mallamo  6,5: Tanto per citarsi addosso: “Potrebbe essere il principale beneficiario del cambio di sistema” (dalle pagelle di fine anno). Scritto e fatto con l’ex Parma e Messina che prende il timone del 3-4-2-1 di Colombo. Non è un regista (per malinteso estivo), ma un’ottima mezzala di conduzione. Le 17 gare saltate per infortunio una zavorra notevolissima. Per lui e per la squadra. Riformista  

Giorgio Citterio  6+: Sul ruolo a lui più confortevole si potrebbe aprire un dibattito. Sulla sua pubblica utilità decisamente meno. In Campionato 31 presenze, 10 dal 1’ (per intero solo a Vicenza), e la rete della salvezza virtuale con il Legnago. Centrocampista, all’occorrenza mezzapunta, nel caso anche esterno. Per 8 volte gioca meno di 10’. Senza fare un plissé. Funzionale

Gianluca Nicco  6+: Marca visita nella prima parte. Torna ai livelli consoni quando la questione si fa spessa (dopo il 18 novembre omette solo Fiorenzuola per squalifica). Il voto (basso) rappresenta la media dei due scorci stagionali. Gol a Lumezzane, assist con Giana e Pro Vercelli. Due gialli all’andata, cinque al ritorno. Per dire del diverso atteggiamento. La posizione di interno non lo sfianca. Quando c’è qualità…. Frastagliato 

Davide Ferri  6: Meno qualità, più quantità della stagione precedente. Cresce di utilizzo (4 da titolare nelle prime 10, 9 nelle ultime 10), non solo per ragioni anagrafiche. In generale, meno presente in zona gol (un solo assist, splendido, a Fiorenzuola) per effetto di spazi più trafficati dai 3 giocatori offensivi. Circostanza che potrebbe costituire un limite. Appropriato

Luca Bertoni  5,5: Da ombelico tecnico a semplice tassello. Il vizzolese non trova ritmo e centralità dei tempi di Javorcic. Le 12 panchine (da sommare alle 4 assenze per infortunio per le 22 sole presenze finali), testimoniano il cambio di prospettiva. Acuito dalla rivoluzione del sistema di gioco. Il partidazo di Lumezzane dimostra che avrebbe meritato (forse) una gestione diversa. Appartato 

Leonardo Piran  5,5: Soli 92’ (in 7 presenze) dopo il 24 settembre (con 10 assenze per infortunio). Stagione esaurita troppo precocemente. E non solo per motivi atletici. Evaporato

Francesco Marano  5: Stagione sbagliata. Punto. Ragioni certamente tecniche (non ha mai trovato gli incastri efficaci per le proprie qualità). Apparentemente non ambientali. Sia come sia, mai veramente in partita. In campo in 926’ su 3.420’ (27%) e titolare solo a Mantova nelle ultime 20. Inutile aggiungere altro. Deludente

ATTACCANTI

Davide Castelli  8: 2024 da MVP. E non solo in ambito Pro Patria. Tre gol (da 4 punti) ed un assist (da 1) nelle prime 7. Girato il calendario, 10 reti (da 18 punti) e un assist (da 3). Per la contabilità generale, partecipazione attiva in 26 dei 46 punti tigrotti (56%). Merito dello showdown tattico? Indubbio. Ma il lato tattico ha trascinato la fiducia. A tratti mancata prima. Bisestile  

Jonathan Pitou  7: Il genio esce dalla lampada sfregata da Colombo con il 3-4-2-1: 4 reti e 2 assistenze da gennaio in poi. A 20 anni ancora da scavallare (11 agosto) JP11 parte sempre da lontano. Ma rende al meglio quando punta i 16 metri. Un giorno (forse) capiremo il motivo di 9 gol (in 2 stagioni) tutti in trasferta. Emancipato

Leonardo Stanzani  6,5: Due rossi (Legnago dalla panchina e Trento) danno un’immagine poco fedele del soggetto. Salvo squalifiche, resta in panca solo a Caravaggio con l’Atalanta U23, giocando 34 gare, 27 dal 1’, 12 per intero, con 6 reti e 4 assist. Ma solo un gol dopo il 18 novembre. Sempre in rampa di lancio. Mai veramente decollato. Fibrillante   

Dennis Curatolo  6: Arrivato a gennaio per aggiungere un’opzione tecnica all’attacco biancoblu, non ha potuto lasciare il segno: 11 presenze, 3 dal 1’, 2 per intero, per 33’ di permanenza media sul terreno. Variabile  

Sean Parker  5,5: Segna 2 gol (purtroppo) a saldo zero con Atalanta U23 (Campionato) e Vicenza (Coppa Italia). Nel ritorno si illustra con Triestina, Pergolettese e Legnago ma non offre la stessa ampiezza di prestazione di Castelli. Torna a referto in regular season dopo 743 giorni. A parecchi alibi (atletici, tattici e tecnici). Ma da un 9 ci si attende diverso fatturato. Gravoso      

Giovanni Castiglioni

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