
Toccare il fondo, guardarsi in faccia, tirare fuori “l’uomo”, assumersi delle responsabilità e poi rimboccarsi le maniche e tornare a lavorare, a testa bassa: lo ha affrontato più o meno così il girone d’andata il Tradate Abbiate, lo ha affrontato più o meno così anche uno dei suoi perni, Luigi De Roma. Il centrocampista classe ’93, pugliese doc, che ha vissuto nella sua carriera anche categorie diverse (serie D ed Eccellenza più l’under 19 con il Lecce ndr), sa bene che le cose non sono andata come loro stessi avrebbero voluto ed immaginato, ma guarda avanti con fiducia e la consapevolezza che il lavoro fatto, ora, possa portarli lontano.
“Non c’è una formula magica che ti toglie dalle situazioni ingarbugliate e ti porta dove vorresti essere, c’è il lavoro, però, che se fatto nel modo giusto ti rimette in piedi e ti spinge nella direzione in cui vorresti andare”.
Partiamo proprio da questo tuo secondo anno di Tradate Abbiate. Tante belle aspettative in estate, eppure dopo 6 giornate i punti sono appena 5.
“È stato un avvio difficilissimo, che non avevamo messo in conto. O meglio pensavamo che sarebbe stato difficile, perché quando cambi così tanto giocatori è un po’ come ripartire da zero, ma non fino a questo punto, e quando le cose poi non vanno nel verso giusto subentrano mille incertezze e paure che non ti permettono di essere libero nemmeno di testa. Non ci conoscevamo, facevamo fatica a far gol e magari lo subivi alla prima occasione, eravamo poco organizzati dentro ma anche fuori dal campo, e nella partita con il Cassano, la prima intendo (partita poi rigiocata per un vizio arbitrale ndr), abbiamo toccato il fondo”.
Cosa è successo dopo quei 90 minuti?
“Ci siamo guardati in faccia ed abbiamo fatto emergere il gruppo. Ognuno si è assunto le proprie responsabilità perché in questi casi è facile dare le colpe ad una sola figura ma non è la realtà dei fatti, abbiamo unito le forze e siamo ripartiti, dai nostri errori in primis, abbiamo lavorato non tanto pensando al gioco o al resto ma concentrandoci su cosa sbagliavamo, cercando così di correggere, uno per volta, tutti i nostri errori, e poi da lì, passo dopo passo, abbiamo ripreso fiducia in noi stessi e le partite hanno iniziato a girare in maniera diversa, prendere un gol non era più un dramma, ma soprattutto siamo riusciti davvero a subirne meno e a concretizzare di più”.
Quando parli di “dare le colpe ad uno solo” parli del mister. Spesso in queste situazioni si va a cambiare l’allenatore anche perché non si possono cambiare 20 giocatori, qui non è successo.
“Si, esatto, in Italia spesso funziona così. Ma noi sapevamo benissimo che ognuno di noi avesse delle colpe e anzi ci siamo apertamente schierati dalla parte di mister Caon sostenendolo davanti alla società, affermando che saremmo rimasti se fosse rimasto anche lui, ci hanno ascoltato e dato fiducia e credo che da lì in avanti le cose siano cambiate”.
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È un tecnico con cui ti trovi bene?
“È uno dei motivi per cui sono rimasto qui dopo lo scorso anno, io non conosco tanti allenatori nel varesotto, questo devo dirlo, con lui si lavoro sodo e bene, ma poi fa gruppo anche fuori dal campo e questo aiuta tanto a costruire i rapporti e quella fiducia che poi si vede nel corso delle partite”.
Quando parli di tanti cambiamenti ad inizio stagione e di fatica nel conoscersi, parli appunto di una serie di giocatori che si sono dovuti inserire in questo contesto. Tu come ti trovi nel centrocampo attuale? Con molta onestà la sensazione, da fuori, era che facessi fatica a trovarti in campo con alcuni compagni, e viceversa.
“L’anno scorso giocavo accanto a Federico Caon, un ragazzo ed un calciatore ottimo, ci capivamo con uno sguardo, quest’anno sono cambiati diversi interpreti ed è normale richiedere del tempo per adattarsi l’un l’altro, io non conoscevo loro ma loro nemmeno conoscevamo me, abbiamo fatto più fatica, ma quando dico che il mister è stato bravo, mi riferisco anche a questo, ci ha fatto lavorare nel modo giusto, ci ha fatto divertire e ci ha proprio aiutato nel costruire un legame di fiducia, oggi siamo più felici perché vediamo che questo lavoro ha pagato”.
Facciamo un passo indietro. Tu arrivi dalla Puglia e anche da altre categorie, lì hai vissuto il calcio dilettanti in tutt’altro modo. Quali sono le principali differenze con quello lombardo?
“La passione. È un paragone che proprio non regge da questo punto di vista, in Puglia ci sono minimo 2 mila persone a vedere queste partite, qui le conti in fretta anche in categorie più elevate. È un peccato perché per me il contesto fa tanto. In Puglia, poi, è un calcio diverso, molto più caratteriale, molto più fisico, qui invece c’è più tecnica ed un gioco diverso”.
È per questo che hai fatto un po’ fatica ad adattarti?
“Sì, all’inizio per me è stato davvero difficile. Ci ho messo tanto ad abituarmi. I contrasti, l’arbitro, era tutto troppo diverso rispetto al mio gioco, mi sono dovuto adeguare, oggi sono sicuramente più disciplinato”.
Cosa ne pensi, invece, di questo campionato di Prima Categoria?
“È un campionato di ottimo livello, ci sono almeno 3/4 squadre che giocano bene, il Gallarate è la formazione che ha è stata costruita meglio e si vede, ha giocatori di altre categorie, è sicuramente in testa con merito”.
Domenica inizia il girone di ritorno ed affronterete il San Michele, tua ex squadra. Cosa ti aspetti da questa gara, ma in generale da questa seconda parte di stagione? Ti sei posto degli obiettivi personali?
“A partire già da domenica mi aspetto di non perdere più punti come li abbiamo persi ad inizio anno. Arriviamo da 10 risultati utili consecutivi, dobbiamo dare continuità, dimostrare ancora una volta che oggi siamo più solidi e che giochiamo con una tranquillità diversa, abbiamo margini di crescita e sappiamo che possiamo ancora raggiungere un obiettivo importante, che è quello dei playoff, dobbiamo fare di tutto per riuscirci. Per quanto mi riguarda, invece, la società ha preso un impegno importante con me, io voglio ripagare la fiducia fino in fondo e giocare come so giocare, magari facendo anche qualche altro gol, adesso sono a quota 4”.
La schedina
Cas – France Sport 1
Antoniana – Marnate Gorla 2
Cantello Belfortese – Folgore Legnano x
San Michele – Tradate Abbiate 2
Garbagnate – Uv Cassano x
Valceresio – Sommese 2
Gorla Minore – Faloppiese Ronago 2
Gallarate – Arsaghese 1
Mariella Lamonica