
Il quasi innaturale silenzio social dopo il pareggio interno con l’Asti restituisce l’immagine di una Varese calcistica che sembra aver definitivamente abbandonato il sogno Serie C: a nove giornate dal termine il -12 sul Bra resta un gap ai limiti dell’irrecuperabile e al popolo biancorosso non resta che l’amarezza.
“Campionato finito – sentenzia Stefano Pauletto –, pensiamo alla prossima stagione così abbiamo tempo per sistemare anche il Franco Ossola”. Arrigo Bucci rincara la dose: “Purtroppo ennesima dimostrazione del fatto che non c’è margine alcuno per ottenere la promozione diretta in C”. Dan Di è lapidario: “Altro campionato inutile…”
Certo, la Curva ha ribadito una volta di più il sostegno alla squadra e le parole di Romero (riprendendo quelle di mister Floris alla vigilia) certificano che il Varese vuole continuare a credere alla rimonta. A voler guardare il bicchiere mezzo pieno, se il Bra ha perso due punti con il Chieri allora è lecito sperare che la capolista possa inciampare ancora nelle ultime otto partite (i giallorossi riposeranno il 30 marzo visto che l’Albenga si è ritirata), ma ciò presuppone che il Varese non avrà più margine d’errore nelle prossime nove partite.
Al momento, però, come detto all’inizio, resta solo tanta amarezza. “Peccato – scrive Giovanni Mancini – potevamo accorciare di due lunghezze”. Pensiero condiviso da Enrico Bellorini: “Che peccato. A prescindere da cosa fa il Bra, dispiace non riuscire a battere squadre sostanzialmente modeste”.
Matteo Carraro