20 gol che valgono una salvezza. Tanto è stato l’apporto che Mattia Arienti ha portato alla Cob91 in questa stagione, guidando la squadra alla salvezza con una giornata d’anticipo. Un traguardo non scontato, visto il livello del campionato, che vede come protagonista principale l’attaccante ex Lissone. Candidatura al nostro Pallone d’Oro inevitabile: riuscirà a vincerlo? Appuntamento a lunedì 5 maggio alle Ville Ponti (ingresso gratuito, vi aspettiamo numerosi!) per scoprirlo.

Mattia, che giudizio puoi dare sulla stagione a livello personale e di squadra?
“A livello di squadra sicuramente non è stata una stagione semplice: abbiamo vissuto molte difficoltà ma non ci siamo mai fatti abbattere e abbiamo raggiunto il nostro obiettivo stagione che era la salvezza, un traguardo non scontato visto l’alto livello del campionato. Lo abbiamo conseguito grazie allo spirito di squadra che siamo riusciti a creare e per l’unità d’intenti che ci ha guidato in tutta la stagione. A livello personale dico che mai, a inizio anno, mi sarei aspettato di riuscire a segnare 20 gol e se ce l’ho fatta è grazie ai compagni che mi hanno aiutato a raggiungere un traguardo così importante”.

Secondo te, perché dovresti vincere il Pallone d’Oro? A chi, invece, lo daresti?
“Non è facile dirmi da solo perché meriterei il premio, forse per il fatto che sono riuscito a fare così tanti gol pur non giocando in una squadra di vertice come i miei avversari ad esempio. Se lo dovessi dare, invece, ad uno degli altri 4 candidati sceglierei senza dubbio Cavaliere perché pur giocando in una squadra ricca di giocatori forti è riuscito a spiccare con numeri impressionanti e questa non è mai una cosa facile”.

A chi dedicheresti il premio in caso di vittoria?
“Lo dedicherei a tutti i miei compagni per la stagione straordinaria che hanno fatto, al mister e al DS Molinari che hanno creduto in me. Io venivo da una stagione on semplice a Lissone e loro mi hanno dato una nuova chance; infine alla famiglia che mi ha sostenuto in questa rivincita personale”.

Alessandro Burin

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