
A centoventi chilometri dalla sua Varano Borghi, domenica pomeriggio il ds Giampaolo Calzi ha festeggiato la qualificazione ai playoff con il Codogno. In un girone vinto con una giornata di anticipo dal Mapello, l’eventualità di una post-season era rimasta in sospeso fino all’ultimo per i biancoazzurri, che hanno infine centrato l’obiettivo grazie alla vittoria per 2-1 sulla Colognese, con cui hanno mantenuto invariato lo scarto di otto punti sulla seconda Leon.
Sarà proprio contro i brianzoli che il gruppo di Maurizio Tassi, quinto classificato, disputerà fuori casa il primo turno della fase regionale, in data 11 maggio. Chi riuscirà a spuntarla sfiderà nel secondo turno del weekend successivo la vincente di Cisanese e Trevigliese, arrivate rispettivamente in terza e quarta posizione.
Giampaolo, in queste tre stagioni al Codogno hai vissuto prima l’esperienza della retrocessione, poi la vittoria della Promozione e ora il raggiungimento dei playoff di Eccellenza. Avresti mai immaginato di intraprendere un cammino di simili emozioni?
“No, quello sicuramente no. Penso che quella giornata di maggio, quando siamo retrocessi al 93′ dei playout, abbia in qualche modo gettato le basi di quanto fatto finora. Dalle lacrime di Darfo siamo passati al purgatorio della Promozione per poi arrivare a questa domenica, con tanti tifosi allo stadio, una curva che incitava la squadra e un’emozione finale che a distanza di due anni è stata una grande gratificazione per la Società. Sono dell’idea che abbiamo lavorato bene per costruire quella che oggi è una realtà consolidata in questa categoria”.
Qualche settimana fa, prima ancora che si concludesse la stagione, avevi già rinnovato per altri tre anni. Da parte della Società, è stata una dimostrazione di stima e fiducia che non capita di vedere tutti i giorni in queste categorie…
“Non si vede mai in queste categorie… o perlomeno io non ricordo di aver mai visto nulla del genere. Mi ha fatto molto piacere ricevere questa conferma e sapere che la Società vede in me una persona in grado di portare idee concrete e linee guida per sostenere questo progetto. Il fatto di poter stare qui per altri tre anni non solo mi stimola a fare sempre meglio, ma mi dà anche grandi responsabilità, e in questo percorso che proseguiremo insieme cercheremo di porci obiettivi di volta in volta più ambiziosi”.

Questa fiducia è ovviamente reciproca, visto che per te le opportunità nel nostro territorio non sarebbero mancate… Cosa ha reso Codogno la tua prima scelta, anno dopo anno?
“Qui mi è stata data la possibilità di ricoprire questo ruolo subito dopo aver smesso di giocare. La differenza con tante altre realtà – che è anche il motivo per cui non ho voluto cambiare – è che qui posso fare il direttore sportivo a 360 gradi, senza interferenze di alcun tipo, perché in questa Società il presidente fa il presidente, il segretario fa il segretario, il ds fa il ds, così come l’allenatore fa l’allenatore. Ognuno ha un ruolo ben preciso e penso non sia una caso che da noi non ci siano incomprensioni e che i risultati ci abbiano portato a raggiungere gli obiettivi prefissati. Ormai mi sento parte integrante di questa Società, e di questo devo ringraziare le famiglie Pellini e Porzio”.
Il tuo percorso da Direttore Sportivo è iniziato relativamente di recente, eppure i risultati non hanno tardato ad arrivare. Cosa significa e cosa comporta per te questo ruolo?
“Per me il calcio è in primis passione ma anche lavoro, perché fare il ds è una professione che richiede di stare sempre al passo e dare il massimo per cercare di strutturare la società nel modo migliore. Nell’ultimo mese e mezzo abbiamo incontrato qualche difficoltà, ma penso che la differenza l’abbia fatta un fattore fondamentale: l’equilibrio. Tutti i giocatori arrivati a Codogno sono stati scelti perché visti, studiati e contestualizzati per poter fare valutazioni complete. Con il gruppo allestito quest’estate, inizialmente ci eravamo prefissati una salvezza tranquilla, ma poi ci siamo trovati a cambiare obiettivo in corsa perché i ragazzi e lo staff hanno fatto qualcosa di fantastico. Questi playoff sono un risultato storico, ma allo stesso tempo, per come vedo io il calcio, devono essere considerati come un punto di partenza e non di arrivo”.
Se come si dice a parlare è sempre il campo, a Codogno il campo sta lanciando inequivocabili segnali di una progettualità importante. Quali sono le ambizioni della Società nel medio e lungo periodo?
“Con questi altri tre anni di contratto, la Società mi sta chiedendo di alzare l’asticella per riuscire a raggiungere la Serie D nel giro di un paio di stagioni, che sarebbe un traguardo straordinario. Per pensare al futuro, servono per prima cosa le strutture, perché senza non è possibile creare quel senso di appartenenza di cui tanti parlano ma che pochi effettivamente hanno. È per questo che stiamo programmando cambiamenti importanti per avere la possibilità di riunire tutto il nostro settore giovanile nella stessa casa, un posto in cui vedersi e stare insieme tutti i giorni. L’idea che abbiamo in mente è di aggiungere ogni anno un mattoncino per essere competitivi non solo in campo ma anche fuori”.
Da varesotto, infine, non puoi esimerti da un commento sul Girone A e l’imminente post-season…
“Assolutamente no. Per quanto riguarda le realtà di casa nostra, al di là dell’amicizia che mi lega a Carmine (Gorrasi, ndr), penso che la Solbiatese abbia fatto un campionato di altissimo livello e che arrivare a -1 dalla vetta non debba essere visto come un fallimento. Tutte le squadre della zona playoff hanno rispettato i pronostici di inizio stagione, lottando fino all’ultimo per vincere, e il fatto che non ci siano riuscite non mi fa cambiare idea sulla qualità della rosa costruita da Gorrasi a Solbiate né sul lavoro di Ferri a Caronno o di Gatti a Rho. Poi, da ex giocatore del Pavia, sinceramente sono contento per loro, ma sono anche convinto che vedremo dei bei playoff, soprattutto per le realtà del varesotto”.
E chissà che il Codogno non possa incrociarne qualcuna…
“Ora la nostra priorità è divertirci e siamo già molto contenti di aver riacceso una fiamma in questa piazza, portando il sorriso con questa qualificazione. Ne approfitto per ringraziare lo staff e i ragazzi per il duro lavoro di questa splendida annata che rimarrà scritta per sempre nella storia del Codogno. Diciamo che questo è già un motivo di orgoglio, ma chiaramente domenica andremo a Vimercate per vincere, non per fare una passeggiata. Arrivati fin qua, vogliamo giocarci le nostre carte”.
Silvia Alabardi