
Quella del Varese rischia di essere ricordata la stagione dei “doveva” e dei “poteva”, termini che confluiscono in un’unica grande e dolorosa verità: quella 2024/25 sarà etichettata come la stagione del “non è stato”. Il sesto posto finale dei biancorossi nel Girone A di Serie D con 62 punti, 47 gol fatti (55, considerando il parziale di 8-0 con l’Albenga escluso dal campionato) e 34 subiti, certifica il fallimento sportivo di un progetto che avrebbe dovuto condurre il Varese in Serie C. Professionismo cui è invece approdato il Bra, dal quale i biancorossi pagano un umiliante -16 a fine campionato.
La bocciatura a livello sportivo (5.5 nel nostro Pagellone del Girone A) non esclude i tanti risvolti positivi che hanno accompagnato quest’annata (e più in generale l’ultimo periodo) e che sono ad esempio riscontrabili nelle valutazioni dei singoli interpreti. Sarebbe facile, visto l’esito, stroncare anche tutta la squadra; ben più difficile provare ad analizzare lucidamente (e in prospettiva) il rendimento di ogni giocatore in relazione anche a quelle che erano le aspettative individuali; e in tal senso non mancheranno parecchie promozioni. Le troppe reti al passivo, ad esempio, potrebbero far pensare ad una tenuta disastrosa della difesa; bisogna però ricordare che tutta la squadra contribuisce alla fase difensiva e il solo pacchetto arretrato non può fare miracoli. Fatta questa doverosa premessa, spazio al nostro consueto Pagellone di fine stagione. Dopo aver dato spazio ai protagonisti in campo, quest’oggi chiuderemo con voti e giudizi a staff e dirigenza.
STAFF

Allenatore (fino alla 34^): Roberto Floris 4
Bocciatura inevitabile. L’asset Montanaro-Floris doveva riportare il Varese in Serie C e, invece, con un budget superiore e una squadra molto più forte rispetto a quella dello scorso anno, il risultato è stato drammaticamente peggiore. Cosa non ha funzionato? Parte dell’analisi è già stata fatta e i giocatori non sono esenti da colpe, ma è evidente come il tecnico carmagnolese non sia riuscito a gestire il gruppo in primis a livello umano (come invece aveva fatto Cotta l’anno precedente). Gli scricchiolii del girone d’andata, mascherati da risultati comunque positivi e giustificati dai tantissimi infortuni, hanno portato all’inevitabile rottura del girone di ritorno: spaccatura insanabile tra spogliatoio e tecnico che ha vissuto un’ultima surreale settimana da separato in casa prima dell’addio alla vigilia di Varese-Chisola (biancorossi all’epoca quarti, ma in caduta libera). Bocciatura pesante che rappresenta una brusca frenata alla sua carriera ma, ne siamo certi, avrà modo di rifarsi, magari in piazze meno esigenti di Varese. Nota di merito per aver riacceso la tifoseria: conta però il risultato sul campo. Inadeguato

Allenatore (dalla 35^): Alessandro Unghero 6
Non era scontato rispondere presente in una situazione del genere: ha ereditato una squadra spaccata, distrutta a livello psicologico e in caduta libera a livello di prestazioni e di classifica: cos’altro poteva fare? Sicuramente i margini per fare meglio ci sono anche quando si vince, figuriamoci quando si perde, ma il suo arrivo in panchina ha se non altro riportato serenità in spogliatoio (ben diverso da quello che aveva iniziato la stagione) e, nel suo piccolo in sole quattro giornate, è riuscito a riproporre alcune idee di gioco che sembravano perdute. Prima del Chisola il Varese era quarto, dopo Gozzano sesto: la mancata qualificazione ai playoff, comunque, non dipende certo da lui. Incolpevole

Viceallenatore: Maurizio Provenzano 5.5
Il braccio destro di Floris paga inevitabilmente le colpe del tecnico. Gli va dato atto di aver sempre portato avanti quella cultura del lavoro già ampiamente elogiata a metà stagione, ma nel momento in cui sono emerse le vere problematiche non è riuscito a fare da collante fra il gruppo e l’allenatore (difficile trovare qualcuno che ci sarebbe riuscito). Lascia con la consapevolezza di aver dato tutti: non è bastato. Inefficace

Preparatore dei portieri: Claudio Abaterusso 7
Piglio serio e silenzioso, ma parte integrante dello spogliatoio: passione e determinazione le chiavi del suo operato in biancorosso, portato avanti sempre con personalità nel rispetto dei ruoli. L’amalgama tra i due portieri e il loro allenatore è evidente e, per quanto sia facile ricevere un voto positivo con un Piras a disposizione, ci ha messo tanto di suo per farlo crescere; passi in avanti anche per Ferrari (al netto della bocciatura ampiamente discussa e giustificata). Resterà? Da valutare. Operoso

Preparatore atletico e fisioterapista: Luigi Pasquillo e Simone Bestetti 6.5
La maggior parte degli infortuni non sono legati alla preparazione e la squadra ha risposto abbastanza bene a livello atletico: sintomo che la gamba c’era (semmai spesso mancavano le idee di gioco) grazie al lavoro di Pasquillo, mentre Bestetti ha dovuto fare gli straordinari per gestire tutti i vari acciacchi. Reattivi

Team Manager: Filippo Maddalena 7.5
Dire che è stato gettato allo sbando sarebbe forse troppo, ma è inevitabile elogiare un ragazzo che è stato catapultato in un mondo completamente nuovo e ha saputo tener testa a tutte le difficoltà. Il team manager biancorosso è cresciuto enormemente nel corso della stagione (a volte lo abbiamo visto anche in campo durante le rifiniture per sopperire a esigenze numeriche): i suoi sorrisi e il suo modo di fare hanno contributo ad alleggerire il clima alle Bustecche in ben più di un’occasione. Entusiasta
DIRIGENZA

Varese sul campo 5.5
Vedi Vado e… Purtroppo il discorso è molto simile a quanto detto per la compagine ligure: se inizi la stagione con il preciso obiettivo di vincere e finisci al sesto posto, senza il direttore sportivo e l’allenatore che avevano iniziato la stagione, vuol dire che ben più di qualcosa non ha funzionato. Una prima analisi è già stata fatta: forse il gruppo è stato sopravvalutato, sicuramente l’area tecnica ha avuto più di qualche colpa (e, sia ben chiaro, Alessandro Unghero è esente da questo discorso visto che ha ereditato nelle ultime quattro giornate una squadra spaccata e distrutta a livello psicologico), ma l’esito prettamente sportivo di questa stagione (che ha avuto comunque risvolti positivi) non può che essere negativo. Il Varese aveva tutte le carte in regola per vincere, o quantomeno giocarsela fino alla fine: ingiustificabile il -16 dal Bra e addirittura l’esclusione dai playoff. Implosivo

DS: Antonio Montanaro 5.5
Il fallimento sportivo è evidente e se un direttore sportivo lascia la squadra (da lui costruita) a inizio marzo vuol dire che è stato il primo a rendersene conto. Cosa non ha funzionato nel suo caso? Forse la poca esperienza nel gestire determinate situazioni e nell’imporsi. Se la scorsa estate si parlava di “squadra forte” un motivo c’era: il Varese costruito (anche se forse la pecca è stata quella di avere buona parte dei giocatori “fedeli” al tecnico) aveva infatti tutte le carte in regola per tentare il salto, ma una vettura, per quanto prestazionale, ha bisogno di piloti pronti a condurla in ogni frangente. A gennaio ha risposto presente sul mercato e i primi segnali del girone di ritorno sembravano positivi. Le crepe di febbraio hanno però portato al suo addio spontaneo per provare a dare la scossa alla squadra: la reazione è durata 90’ e, con il senno di poi, forse c’erano altre modalità per tentare la svolta. Montanaro ha comunque dimostrato di avere importanti potenzialità che avrà modo far fruttare nella sua prossima esperienza. Acerbo

Varese fuori dal campo (dirigenza) 7
Ribadiamo quanto detto a metà stagione: sono i risultati sul campo a comandare. Per questo motivo, il -16 finale da chi ha vinto il campionato (obiettivo che era del Varese) conduce inevitabilmente i tifosi a parlare di “annata fallimentare” (non impeccabile la gestione Montanaro-Floris). Il lato sportivo non preclude comunque quanto fatto dalla dirigenza del futuro Varese Football Club che, assimilato il suo nuovo “anno zero”, proverà la prossima stagione a correggere il tiro. Restano infatti i tanti risvolti positivi extra-campo, a cominciare dal Centro Sportivo delle Bustecche (ormai totalmente operativo, bar incluso) e la strutturazione di un vivaio sempre più solido (tre campionati vinti dall’Agonistica, di cui due Regionali) che ha appena trovato in Costanzo Celestini il suo nuovo perno. Ora questi sforzi devono essere traslati sulla Prima Squadra in termini di risultati: l’attuale silenzio preoccupa i tifosi, ma la società ha sempre ribadito di continuare a puntare al professionismo. Stabile
Matteo Carraro