E’ mancato, ancora una volta, quell’ultimo centimetro utile a fare il metro, quello finale, che avrebbe finalmente consegnato la seconda vittoria in campionato alla Pallacanestro Varese. Ed invece, ancora una volta, quell’ultimo centimetro, svanito, come contro Trento prima e Venezia poi, negli ultimi due minuti ed, in maniera ssai beffarda questa volta, sempre sull’ultimo rimbalzo, che ha fatto tutta la differenza di questo mondo a favore delle V Nere, seppur in una partita dominata nella lotta sotto le plance da Varese che, per la prima volta in stagione, ha fatto la voce non grossa ma bensì grossissima, surclassando una squadra di Eurolega nel dato delle carambole raccolte: 47, di cui 18 di queste offensive, a 29.

E’ mancato, però, quel centimetro, frutto di stanchezza e forse di qualche accorgimento tattico non proprio perfetto, usiamo un eufemismo, come la scelta, ancora una volta, di giocarsi il finale con i 4 esterni ed un solo lungo invece che prediligere l’accoppiata Nkamhoua-Renfro che ieri, difensivamente, ha mostrato tanta della sua potenzialità a difesa del ferro biancorosso.

E’ mancato, ancora una volta, quel centimetro, frutto delle tante palle perse nel primo tempo (16 su 23) ma soprattutto di qualche equivoco tattico ancora persistente in questa squadra: lo raccontavamo dopo Venezia e lo ribadiamo oggi, la scelta di Moody ancora in quintetto e quindi, gerarchicamente, a tutti gli effetti il play titolare, che chiude la partita con zero punti ed un solo tiro tentato, risulta francamente poco comprensibile e soprattutto rischia di creare scompiglio in un gruppo che finalmente sta trovando la sua vera identità di squadra e la sua chimica di gioco.

E’ mancato, ancora una volta, quell’ultimo centimetro, dato dall’ennesima assenza stagionale: è toccato a Freeman questa volta al termine di una settimana complicata per tutta la squadra, falcidiata da un virus intestinale che a colpito a turno tutti gli effettivi a disposizione di Kastritis, anche se non si è per nulla sentita la mancanza dell’ex Venezia, anzi, probabilmente la prestazione di ieri della squadra dovrebbe far capire come magari proprio un cambio in quel settore sia non solo auspicabile quanto necessario.

E’ mancato quel centimetro che andrebbe a fare un bel metro, visto il percorso di crescita che sta compiendo la squadra, sensibilmente diversa nella forma e nella sostanza rispetto a quella di un paio di settimane fa: più intensa, più concreta, più solida, più consapevole di quello che deve fare, che può fare ma anche dei propri limiti, che sono quel centimetro che manca per fare il metro che, a conti fatti, vuol dire iniziare a mettere altri punti in classifica, perché per salvarsi, in primis, non basta andare vicino alle vittorie ma bisogna conquistarle.

Alessandro Burin

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