Pina: ciao Gina, passate le paturnie?
Gina: ciao Pina, ma si dai, tutto a posto
Pina: eppure è già da qualche settimana che non vedo la Pina che conosco come le mie tasche. Non è che mi parti per “l’isola dei famosi”?
Gina: ma va durmì Pina! Le uniche isole che ho visto in vita mia sono le Borromee e il Virginia. Altre stupidate?
Pina: stop! Parliamo di cose serie. Il Comune ha realizzato la zona disabili del “Franco Ossola”. Bella cosa no?
Gina: bella cosa si! Già che c’erano potevano spendere qualche euro in più per la tettoia che vista così mi sembra un pò striminzita ma, va bene così! Finalmente chi già ogni giorno guarda il mondo dal basso, almeno la partita di calcio della sua squadra non è più costretto a vederla a quadretti.
Pina: cià che ti provoco. Ma è davvero la zona dove si mettono le carrozzine quella frequentata dai disabili?
Gina: ho capito dove vuoi arrivare. Se pensi che di “soggetti con disabilità intellettiva” se ne vedono tanti ma in tribuna, ti rispondo che sono d’accordissimo con te. Ma non siamo certo diversi dal resto del nostro Paese. E’ la nostra cultura. Il culto del “posto a sbafo” impera ed è dentro di noi.
Pina: io non potrei mai fare il Presidente di una Società…
Gina: per forza, il tuo conto corrente ha lo stesso titolo di un film di Dario Argento: profondo rosso.
Pina: vero. Però guarda che di Presidenti con il mio conto corrente ne abbiamo visti anche a Varese…io mi riferivo alle regole dei rapporti con il pubblico e la stampa.
Gina: lascia perdere. Inutile parlarne. Dovrebbe arrivare un marziano, dotato di steward marziani. E poi guarda che la rogna di cui stiamo parlando ce l’ha in mano uno dei nostri due editori…
Pina: il Pizzullo?
Gina: ta pareva! Avevi il 50% di possibilità di azzeccarci…il Marocco, bestia!
Pina: aaahhhh, ecco perché non risponde più al telefono. Oh povero diavolo, si è preso proprio una bella rogna. Si consolerà con la sfilza di maglie che può recuperare, per la felicità di sua moglie…
Gina: ascolta. Diamo un’occhiata dall’altra parte del piazzale di Masnago.
Pina: bè, lì un pò di pulizia l’han fatta. Il pubblico è calato anche per quello.
Gina: ma lascia stare tribune e tribunette! Guarda cosa sta succedendo sul campo.
Pina: succede quello che deve succedere. Con un pò di fortuna la Cimberio avrebbe due o quattro punti in più e saremmo tutti tranquilli e sereni. Dobbiamo esserlo lo stesso perché per retrocedere in un campionato come quello italiano c’è da impegnarsi a fondo. Oppure basta scappare con la cassa o ancora, come abbiamo già visto, chiudere i rubinetti a stagione in corso. Nella fretta ho detto una stupidaggine: “campionato italiano”. Se fossi capace di usare un computer calcolerei per quanti minuti sono sul campo una percentuale di italiani maggiore rispetto agli stranieri.
Gina: va che non serve essere un genio dell’informatica. Per fare quel conto lì basta un foglio e una matita. Storia vecchia…
Pina: che tristezza. Se penso che una volta la Ignis doveva lasciar fuori Raga per far giocare Morse. Vedendo il nostro campionato oggi, non aver visto insieme allora quei due fenomeni fu un delitto.
Gina: tanto più che erano due autentici fuoriclasse. Chiamare “americani” quelle pippe che dobbiamo sorbirci adesso sa di sacrilegio.
Pina: dobbiamo sorbirci a Varese?
Gina: ma va là! Varese ha ciò che si può permettere. Al limite si può dire che se qualche decennio fa Bruno Arrigoni si fosse innamorato di Varese anziché di Cantù, qualche arma in più per contrastare il merchandising dei procuratori la Cimberio l’avrebbe avuta. Parlo invece delle top: Roma, Milano, Siena.
Pina: bè, qualche giocatorino niente male ce l’hanno.
Gina: si, pagati come i calciatori e che fuori dai nostri confini vengono presi a sberle dall’Europa intera. Figura per figura, perché non facciamo giocare i nostri? Vista la situazione, prima di risalire ci vorranno due o tre generazioni. E allora? Sicuri che tra due o tre generazioni non saremo ridotti come il basket svizzero?
Pina: oh Madonna! Mò mi offendi anche gli amici della vicina Confederazione…
Gina: degli amici della vicina Confederazione vai a parlarne agli abitanti di Gaggiolo che si sono visti crescere una discarica rossocrociata in giardino. Oppure ai frontalieri che vengono presi in giro da cartelloni idioti…
Pina: so di cosa parli ma, quando parti in quarta così mi fai paura.
Gina: “non abbiate paura”. Passo e chiudo!
Pina: Basìn Gina.
Gina: Basìn Pina