Ultima stagione in biancorosso da giocatore fu quella con il compianto mister Giampiero Vitali, 84/85. Ultima stagione a Varese da mister dei “Giovanissimi” quella del “de profundis” del Varese FC. Dopo una decina d'anni Paolo Tomasoni è tornato a casa, fortemente voluto da Giorgio Scapini come successore di Devis Mangia alla guida di una “Primavera” quasi completamente ridisegnata rispetto alla fantastica stagione scorsa. 

“E meno male! – esclama sorridendo l'ex mediano di Cardano al campo –  Mi avessero proposto lo stesso organico  dell'anno scorso ci avrei pensato due volte prima di accettare. Invece, ripartire praticamente da zero, oltretutto in una stagione in cui si dovrà pensare al cambiamento delle regole in programma l'anno prossimo (2 annate utilizzabili anziché le attuali 3) è un lavoro ricco di stimoli e di fascino.”

Splendida musica per chi come te, una volta intrapresa la carriera di allenatore, ha fatto del settore giovanile una scelta di vita. 
“Insegnare calcio è ciò che mi appassiona di più. Sia nei primi anni a Varese che nei successivi otto trascorsi all'Inter, qualche sirena che voleva affidarmi una prima squadra c'è stata. Non ho mai fatto fatica a scegliere di restare con i giovani.”

Che Varese hai ritrovato?
“Ho trovato una società simile a quella che avevo lasciato da giocatore in serie B. Per certi versi direi addirittura più organizzata, soprattutto per quanto riguarda il settore giovanile.”

Forse non ti hanno ancora informato in merito alle struttura per gli allenamenti.
“E invece si. Con lo staff e Scapini abbiamo già pianificato sede e orari. Certo, ho allenato per otto anni in una struttura come quella dell'Inter ad Appiano Gentile. Ma l'anno scorso a Busto, allenando gli “Allievi Nazionali”, ho ritrovato una realtà simile a gran parte delle Società meno blasonate. Eppure, nonostante le note difficoltà, in campo e fuori, ho vissuto una delle più belle esperienze della mia carriera tagliando un traguardo mai raggiunto prima da una Società di 2a Divisione: il torneo per lo scudetto.”

Vivendo tanti anni in uno dei migliori settori giovanili d'Europa dove si lavora con ragazzi scelti da una selezione, mi sai spiegare perché ancora oggi i campioni escono più spesso da un settore giovanile minore piuttosto che da quelli delle grandi squadre?
“Prima di tutto andrebbe definito bene il significato della parola “campione”.  In una società minore è più facile. Oltre al fatto che si fa di necessità virtù. Con i giovani si ha più pazienza e loro hanno molte più opportunità di crescita è possibilità di esordire in prima squadra. Realtà come l'Inter hanno invece bisogno dei Santon e dei Balotelli. Altrimenti, se hanno semplicemente dei buoni giocatori li cedono in prestito o in comproprietà sperando che possano crescere fino a diventare campioni in grado di competere ai massimi livelli.”

Nel tuo bagaglio di allenatore cos'è rimasto di tutti i tecnici che hai avuto?
“Qualcosa di ognuno di loro. Vedo spesso il mio nome associato a quello di Fascetti. E in effetti in quegl'anni al Varese ho imparato molto. Ma se devo dirti un nome è quello di Giampiero Ventura. Mi ha allenato due anni, prima a Giarre in C1 e poi a Venezia in B. Prima e dopo di lui non ho mai incontrato un tecnico tanto capace nel preparare e leggere, oltre ad analizzando alla perfezione gli avversari. Il periodo trascorso con lui ha cambiato il mio modo di vedere e intendere il calcio.”

Cosa chiedi a questa “nuova Primavera”?
“Come ho già detto considero quello appena iniziato un anno di transizione. E' quindi importante che i ragazzi abbiano tanta voglia di imparare. Soprattutto coloro che verranno utilizzati in ruoli diversi rispetto alle squadre da cui provengono. A fine stagione potrò considerarmi soddisfatto se avrò visto tradotto sul campo il lavoro svolto settimana dopo settimana unitamente alla crescita ed alla maturazione dei singoli.”

La “nuova Primavera” di Tomasoni ha concluso ieri il ritiro ad Acqui Terme dove il mister è stato raggiunto da due affezionati tifosi piacentini. Sulla via del ritorno a Varese è programma la tappa a Solaro (MI) per la gara amichevole con la Caronnese, attesa protagonista del prossimo Campionato di Serie D, nuova squadra di uno degli ex  “Mangia Boys”, il portiere Jacopo Catanese. 

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