Dopo le contrapposizioni tra i due colossi Mediaset e Sky e il rinvio dell’assemblea di Lega, è tornato il sereno sul fronte diritti tv con il raggiungimento di un accordo per il triennio 2015-2018 delle partite di Serie A. L’asta si è chiusa il 5 giugno e prevedeva l’assegnazione di diversi pacchetti che alla fine non sono andati a chi ha fatto l’offerta più alta, ovvero Sky che ha messo sul piatto più soldi per aggiudicarsi sia il pacchetto A che il B. Lunedì però sia Sky sia Mediaset avevano diffidato la Lega Calcio dall’assegnare i diritti fuori dai bandi regolari nel caso fossero stati assegnati alla stessa emittente i pacchetti A (l’esclusiva delle partite delle “big” sul satellite) e B (esclusiva delle gare delle “big” sul digitale). La conclusione è che è stato trovato un accordo alla faccia dell’asta con la Lega che, per mettere la parola fine alla guerra, ha rinunciato a oltre 130 milioni, ma ne ha incassati 114 in più rispetto al triennio precedente: 945 milioni.

Mediaset si è aggiudicata il pacchetto D (le gare delle altre 12 squadre), ma lo cederà a Sky con una sublicenza. La Lega, su deroga delle authority, autorizzerebbe la sublicenza e lo scambio dei diritti. Non sono stati assegnati né il pacchetto C (interviste riprese pre-gara, spogliatoi eccetera), perché non è stata superata la base d’asta, né il pacchetto E (partite su internet) perché non è stata presentata alcuna offerta. Dunque le partite delle “big” verranno trasmesse su entrambe le piattaforme, mentre Sky avrà l’intero campionato.

e.c.