Joanna Wolosz è la regista della squadra. La polacca classe ’90 è la direttrice dell’orchestra biancorossa e dalle sue mani partono tutte le giocate delle farfalle da due stagioni a questa parte. Dal carattere timido e piuttosto riservato, fa valere le sue scelte in campo sia con la maglia della UYBA sia con quella della sua nazionale.

Come hai iniziato a giocare a pallavolo?
“Ho cominciato ad allenarmi a scuola con tutti i miei compagni e poi ho continuato anche fuori  da scuola, nella mia città”.
Perché proprio il ruolo di alzatrice?
“Innanzitutto per la mia statura, in quanto quando ho iniziato a giocare non ero altissima, circa 1.59 m (ora Joanna è alta 1.81 m ndr), e quindi è stato naturale provare in quel ruolo. Poi,  per fortuna, sono cresciuta”.
Se non fossi stata in regia, in che ruolo ti sarebbe piaciuto giocare?
“Direi proprio schiacciatrice (effettivamente durante gli allenamenti prova molte volte la schiacciata ndr ). Ho iniziato a giocare invogliata da mio fratello che pratica questo sport a livello agonistico, nell’omologa A2 polacca, ma ha militato anche nella massima serie giocando sempre in posto 4”.
L’alzatrice è la testa della squadra. In base a quali criteri scegli a chi alzare la palla? Istinto, visione di gioco o altro?
“Dipende dall’andamento della partita: quando siamo in vantaggio gioco seguendo più l’istinto mentre quando siamo in un momento di difficoltà cerco di scegliere l’opzione più sicura”.
Wolosz palleggia by MedauCosa non funziona ancora nella squadra di quest’anno?
“(sospiro) Sì, è vero, attualmente stiamo vivendo molti momenti di difficoltà, ma questa domanda sorge anche perché il pubblico pretende che ad ogni partita si vinca sempre 3-0. Tutti hanno ancora il mente il triplete del 2012. Io credo che dobbiamo solo avere  un po’ di pazienza, ricordando anche la stagione scorsa dove abbiamo iniziato male e poi siamo arrivate in finale playoff. Nel campionato italiano non si può sottovalutare nessuna squadra: Forlì, ad esempio, che senza nulla togliere dovrebbe essere la squadra meno competitiva, schiera Cardullo che è stata il miglior libero del mondo ed una gran giocatrice come Agüero. Questo vuol dire che non ci sono avversarie facili o avversarie difficili, ogni partita è a sé, ma noi in campo facciamo di tutto per vincere contro chiunque”.
Qual è il tuo primo ricordo del tuo arrivo in Italia?
“La guida spericolata della maggior parte degli italiani”.
Cosa ami di più del nostro Paese?
“Beh, ovviamente il cibo. Non voglio rispondere come tutti dicendo la pasta o la pizza perché nella cucina italiana ci sono tante cose buone come lo gnocco fritto. Ultimamente, però, sto iniziando ad apprezzare molto i piatti di pesce”.
Cosa invece non sopporti?
“Non ho niente di particolare che non sopporto a parte la guida spericolata – risata generale -”.
Se potessi ospitare a cena un tifoso AdF, chi inviteresti e cosa gli cucineresti?
“Beh, non ho un nome di un tifoso in particolare. Comunque, certamente gli cucinerei un piatto tipico polacco come ad esempio i pierogi che sono simili ai panzerotti ma con diversi ripieni, sia salati che dolci. Sono come tortine chiuse di pasta lievitata”.
C’è un oggetto che ti porti sempre addosso durante le partite come amuleto? Hai un gesto scaramantico che non ti dimentichi mai di fare?
“Solitamente metto sempre lo stesso capo di biancheria intima dopo averla lavata, ovviamente”.
Se potessi tornare all’istante in Polonia chi porteresti con te per fargli conoscere la tua famiglia, i tuoi amici e il tuo Paese?
“Credo una coppia di Novara con la quale sono molto amica e con cui passo tanto tempo libero che ho qui in Italia”.
Wolosz servizio by MedauCosa ti piace fare nel tempo libero quando non ci sono partite o allenamenti?
“Per prima cosa tento sempre di riposarmi e rilassarmi cercando di non fare veramente nulla, come stare sul divano a guardare la TV. Altrimenti vado a Novara a cena da questi miei amici, oppure faccio un giro a Milano”.
C’è una giocatrice a cui ti ispiri oppure a cui ti sei ispirata in passato?
“Mi sono ispirata in passato alla palleggiatrice della Polonia Maddalena Stevia; lei per me era la migliore. Ora mi piace tantissimo come gioca Skorupa, la palleggiatrice polacca di Casalmaggiore”.
Quanto è seguito il volley nel tuo Paese?
“Come qui  in Italia, lo sport principale è il calcio. Quando ho iniziato a giocare, la pallavolo in Polonia non era così seguita, ma fortunatamente ora lo è di più proprio come da voi.
Da straniera cosa ti piace del campionato italiano e cosa invece vorresti cambiare?
“Quello che mi piace di più è il livello del campionato in quanto tutte le partite sono importanti. Quello che non mi piace è giocare il 26 dicembre perché significa non poter tornare a casa a Natale”.
C’è una giocatrice in particolare per la quale ti piacerebbe palleggiare?
“Al momento non saprei dire, ma in passato mi è piaciuto moltissimo alzare per Valentina Arrighetti”.
Quale è la cosa più difficile da imparare della lingua italiana?
“La cosa più difficile è la grammatica a causa dei numerosi tempi verbali. L’anno scorso ho fatto delle lezioni da una mia amica polacca che è in Italia già da 8 anni e mi ha aiutata molto”.
Qual è a parola che ti piace di più nella nostra lingua?
“Non c’è una parola in particolare che amo di più; dico spesso una parolaccia (la versione edulcorata è “cavolo”) – e scoppiamo tutti a ridere – ”.
Il parrucchiere in Italia l’hai scelto tu o la società?
“(sguardo allibito) No no, l’ho scelto io”.

Manuel Prearo e Michela Guarino
(foto Salvatore Medau)