L’Educazione Fisica sta vivendo, dopo anni, un periodo di legittima riaffermazione. In principio fu strumento per la formazione del cittadino-soldato, Platone ne ampliò il significato considerandola,   con la musica, il perno della umana educazione. Una perversa concezione la relegò a fulcro per la ricerca di grottesche ipertrofie muscolari, il Rinascimento la identificò come strumento unico ed universale dell’anima, dittature di ogni ordine e grado la usarono come vessillo, stemma, simbolo di machismo esasperato.
Il lento fluire del tempo ha seppellito l’idea del corpo-recipiente e spirito-contenuto. Molti progressi si sono compiuti da quando Emanuele Kant considerava l’Educazione Fisica un allevamento che comprende le cure date ai bambini dai genitori o dalle badanti. Oggi, grazie all’impegno di tanti insegnanti ed operatori, essa è da considerarsi la strada maestra da percorrere per raggiungere la meta di una completa ed efficiente educazione della personalità. Persino le società sportive si attrezzano per il compito educativo che, a buon diritto, le investe. Sono sempre di più, infatti, gli insegnanti qualificati che operano con i bambini nella fascia di età scolare, dal rugby all’hockey, dal nuoto al calcio, all’atletica leggera, allo sport educativo. La diffusa richiesta di attività motoria da svilupparsi nell’arco dell’anno investe di grande responsabilità i sodalizi sportivi. Ecco, allora, la massiccia presenza, in periodo estivo, di Camp polisportivi che propongono svariate attività, non solo sportive, di grande impatto e apprezzate dai ragazzi e relative famiglie.
L’A.S.Varese 1910 non si è mai sottratto  al proprio compito educativo ed ha sempre  proposto, non in contrapposizione ma a completamento della offerta motoria, Camp che non ponessero sul trono solo Sua Maestà il Calcio . Dal lunedì al venerdi dalle 8 alle 18, immersi nel verde del Palace Hotel, bambini e bambine, suddivisi in gruppi e guidati da insegnanti ISEF ed allenatori qualificati, vivono una straordinaria esperienza di sport e di vita. Calcio, tennis, nuoto, passeggiate, pranzo tutti insieme, ed ancora uscite guidate, tornei interni, giochi e tanto divertimento.
Fair play da ambiente naturale, attività che rifuggono dalle quattro pareti della palestra tradizionale, una immensa gita scolastica con momenti ludici, spazio compiti e tanto sport. I ragazzi escono da queste esperienze entusiasmati e rinfrancati. Lo spirito di gruppo, la collaborazione, il valore dell’amicizia, i principi dello scoutismo, sono tesori che il giovane si porterà appresso per sempre, la capacità di sapersi guardare intorno, cogliere ogni particolare, misurarsi con se stesso e con gli altri. E poi il privilegio di effettuare movimenti, gesti tecnici, ludici e sportivi in un quadro ossigenante sollecitando le proposte motorie in una radura o tra i sentieri di un bosco. Ricordo gli anni novanta ed i Camp della Robur et Fides a Chiesa Valmalenco, con l’insigne prof. Gianni Chiapparo prima ed il prof. Fabrizio Natola poi  in cabina di regia. Pallacanestro, nuoto, camminate, cimenti alpini, attività motoria di ogni specie. E la sera in albergo, i responsabili trasformati in improbabili mamme a cullare i più piccoli, tabernacolo di aneddoti da leggenda. Volatilizzato il prof. Natola ! Devo illustrargli il programma per la giornata successiva, ma è scomparso. Ma io so dove trovarlo… Primo piano, da una camera provengono rumori di voci e risa. Entro. Il prode guerriero, stremato, è riverso sulla sedia, bocca spalancata, libro di favole in mano, beatamente abbandonato tra le braccia di Morfeo, mentre tre satanelli di sei anni gli dipingono il viso con i pennarelli. Tracce di vita da Camp. Ricordi indelebili di esperienze di vita e di sport.

Marco Caccianiga