Un infortunio che cambia la vita. Succede nello sport. Quella volta, però, la sofferenza fu forse ancora più amara. Per Enzo Esposito, costretto ad assistere da sdraiato e con il ginocchio destro dolorante al trionfo della sua Caserta al Forum di Assago contro Milano nella partita che assegnò il titolo tricolore 1991. Ma la sfortuna fece capolino anche all’ombra del Sacro Monte. Tutti gli indizi dell’epoca portano a ritenere che, senza quel colpo da ko nel giorno più bello, la guardia campana nella stagione successiva avrebbe vestito la maglia della Pallacanestro Varese.

Era lui, talento purissimo all’epoca solo 22enne, l’uomo che avrebbe dovuto sostituire nel cuore dei tifosi di casa nostra il gigante Stefano Rusconi, per il quale Benetton era stato disposto a scucire miliardi (era ancora l’epoca delle lire) così da portarlo a Treviso.

Una storia di intrecci quella tra il “Rusca” di Gavirate ed Enzino “lo scugnizzo”: non sarebbero passate molte estati che entrambi avrebbero fatto scrivere per la prima volta il nome di un italiano sui tabellini di una partita Nba. Anzi, Esposito con il quintetto di Toronto una sera brillò al Madison Square Garden, mettendo a segno 18 punti in 30 minuti contro New York. Più fugace, solo pochi mesi, l’apparizione di Rusconi con la canotta di Phoenix.

Intrecci che avevano avuto un anticipoin quella che, pur amara per gli appassionati di fede biancorossa, resta con ogni probabilità la partita più importante nella lunga sequela degli scontri tra Varese e Caserta. Era la tarda serata del 23 marzo 1988 e a Bologna la sfida, allungatasi per ben due supplementari, vide alla fine prevalere per 113 a 100 la formazione campana. Quel giorno, a dover fare a meno di un uomo chiave fu coach Joe Isaac, con la sua Divarese sconfitta forse anche per l’infortunioche, prima del match, aveva messo fuori gioco proprio Stefano Rusconi.

Antonio Franzi