Simone Montenegro è stato uno dei nuovi giovani giocatori che la scorsa estate sono arrivati a Legnano per vestire la maglia lilla e per confermare la politica della società: l’importanza dei giovani. Il terzino ha appena 18 anni ma nel suo passato ha fatto vedere cose importanti a Torino, giocando infatti 14 stagioni con i granata. Il giovane calciatore del Legnano ha spiegato molto bene il suo esordio in D e il suo passato con il Torino.

Come è stato lasciare il Torino dopo tanti anni?
“Per quanto riguarda il Torino, io arrivo da una famiglia di granata da generazioni, quindi giocare al Toro è sempre stato un sogno fin da bambino, fin da quando mi hanno preso dall’oratorio all’età di 6 anni. Io ho sempre creduto nello spirito dei granata, nello spirito combattivo e nell’importanza della maglia. Ogni volta che scendevo in campo era una battaglia, una lotta far vedere cosa volesse dire giocare con il Torino e per il Torino. Inoltre, ho avuto la possibilità di togliermi parecchie soddisfazioni, anche a  livello nazionale come la vittoria del torneo di Arco di Trento o come lo scudetto Berretti. Senza dubbio mi sarebbe piaciuto concludere questo cammino anche in Primavera. Inizialmente è stata dura dopo 14 anni di Torino cambiare squadra, ma arrivando a Legnano ho trovato una società che mi ha accolto, ho riscoperto una famiglia e ringrazio tutti per questa opportunità di crescita.”

Un piccolo resoconto di questi mesi in lilla?
“A Legnano sono arrivato sicuro al 100% e anche alla luce della proposta del mister Manzo e del direttore Mavilla che hanno insistito tanto per avermi. Ero partito bene, ma questo non spetta a me dirlo, spetta ai tifosi che hanno sempre creduto nel Legnano e  che sono sempre venuti a sostenerci. Ho tre rimpianti molto grossi: il primo è quello dell’infortunio che mi ha tenuto fuori dal campo un mese, da lì è iniziata la difficoltà per riprendersi il posto, ma questo per me non è mai stato un problema in quanto a Legnano ho trovato una famiglia e c’era il giusto agonismo e la giusta competitività a livello di squadra. Questo ha sempre fatto sì che tutti dessero il massimo in allenamento, quindi che giocassi io o che giocasse qualcun altro, poteva sì darmi fastidio, ma per il bene della squadra è sempre stata una cosa positiva. L’altro rammarico è stato a livello personale: il fatto di non aver giocato con la Pro Sesto, in casa da loro per il primo posto in classifica. Mi sarebbe piaciuto per la classifica, per il Legnano e per i tifosi che hanno riempito Sesto di lilla. L’ultimo rammarico è a livello di squadra ed è stato il non aver portato a termine questo campionato. Penso ci saremmo tolti tante soddisfazioni. Direi infine che l’arrivo di Cusatis e la presenza di Manzo sono stati determinanti per me perché prima di essere grandi allenatori, sono state grandi figure. Sarò sempre riconoscente al Legnano e alla mia squadra, mi hanno fatto crescere e migliorare tantissimo anche come persona.”

Saresti disposto a riprendere a giocare?
“Personalmente mi sento pronto e non ho mai smesso di allenarmi, come penso lo siano tutti i miei compagni. Sarà difficile riprendere, ma se ciò dovesse succedere con il giusto allenamento e la giusta tenacia che abbiamo dimostrato durante l’anno, potremmo toglierci tante soddisfazioni. Sappiamo cosa vuol dire giocare a Legnano, giocare per il Legnano e giocare contro il Legnano, e penso che effettivamente noi meritiamo di stare lì tra le prime posizioni.”

Niccolò Crespi
(foto AC Legnano)

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