A quasi due anni dall’accaduto, continuano le indagini sulla morte di Daniele “Dede” Belardinelli, l’ultra varesino dell’Inter ucciso negli scontri avvenuti poco lontano dallo stadio di San Siro che hanno preceduto Inter-Napoli del 26 dicembre 2018.
Se pochi giorni fa la condanna in sentenza d’appello di Alessandro Martinoli, il Blood Honour di Marchirolo, è stata portata da tre anni a tre anni e due mesi per lesioni in concorso nei confronti di due supporter napoletani, ieri la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio volontario per Fabio Manduca, il tifoso napoletano accusato di essere il responsabile della morte di “Dede”.

Secondo le analisi tecniche effettuate sul corpo e sulla giacca di Belardinelli dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo, infatti, è stato lui ad investire l’ultra nerazzurro e a causarne il decesso. “La morte del Belardinelli è da attribuirsi con certezza allo schiacciamento dei distretti addominale e pelvico provocato dal sorpassamento (arrotamento) del corpo  – si legge nella relazione – le altre plurime lesioni di natura contusiva distribuite sul corpo (…) sono coerenti con diverse ipotesi di produzione (percosse, urti o contatti con altri corpi contundenti o autoveicoli), ma non sono per sede ed entità tali da aver avuto un ruolo nel determinismo del decesso”. 

Dagli esami effettuati, si evince che “Dede” e il furgone Ford Transit che precedeva l’auto di Manduca avevano già avuto un primo “contatto”; sulla giacca, infatti, sono stati trovati dei frammenti di vetro, compatibili probabilmente con “la rottura del finestrino posteriore destro del veicolo” da parte di Belardinelli, “che ben si accorda con le lacerazioni al giaccone, con la presenza di un frammento di vetro in una di queste e con le lesioni alla clavicola di sinistra”. Dalle analisi risulta poi che in un secondo momento, “il corpo del Belardinelli, già a terra, probabilmente prono e con la fronte appoggiata sul tombino del manto stradale, è stato sorpassato dalla Renault Kadjar“, ovvero l’auto a bordo del quale si trovava Manduca. A provarlo, in questo caso, il ritrovamento di sostanze compatibili con i pneumatici della Renault Kadjar sulla giacca di Belardinelli.  

Fabio Manduca è attualmente agli arresti domiciliari e non è ancora stata fissata la data dell’udienza preliminare davanti al GIP Ottone De Marchi.

Redazione

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