Sabato sera nella vittoriosa gara contro la Bertram Tortona, Gentile ha segnato 14 punti, arrivando così a raggiungere e superare un traguardo storico per lui, ovvero quota 3500 punti segnati nel massimo campionato del nostro Paese. Il numero 5 biancorosso, con 3509 punti totali per ora, entra così a far parte di una ristretta cerchia di eletti che sono riusciti a raggiungere questo traguardo che tra quelli in attività annovera Pietro Aradori a quota 5213, Stefano Mancinelli con 3788, Daniele Cavaliero con 3778 e David Moss con 3630.

Questo traguardo è frutto di un talento cristallino, troppe volte condizionato da un atteggiamento non certo uguale. Gentile ha vissuto la sua miglior stagione a livello realizzativo con la maglia dell’Olimpia Milano nel campionato 2013/14 quando realizzò complessivamente 537 punti, mentre quella con la media più alta, ad oggi, è stata quella in maglia Virtus Bologna, chiusa con 16.8 punti a partita.

Quest’anno a Varese l’ala campana sta vivendo una delle sue migliori annate, viaggiando a 16.1 punti di media, ma non solo, mettendo in campo una maturità forse mai mostrata fino ad oggi. La sua capacità di fornire ottime assistenze per i compagni e il suo avere una buonissima visione di gioco per essere un’ala piccola si conoscevano bene all’ombra del Sacro Monte ed a maggior ragione ne era consapevole il suo coach attuale, Adriano Vertemati, quasi un secondo padre, sportivamente parlando. Ciò che però Gentile sta evidenziando è un carisma positivo che sa trasmettere a tutta la squadra, soprattutto nei momenti più duri delle gare, cosa che prima non aveva mai mostrato.

La maturità cresce minuto dopo minuto, giornata dopo giornata, in campo come fuori, per quello che da tutti viene designato come il leader della squadra sotto ogni punto di vista. Lui stesso ha tenuto a sottolineare come la tappa varesina possa essere quella della definitiva maturità e crescita. Poi alle parole, soprattutto nel caso di un istrionico come Gentile, devono seguire i fatti, che lo stesso 5 biancorosso sta dimostrando guadagnandosi il soprannome di “tractor” per la forza con la quelle sfonda le difese avversarie, ma soprattutto per l’energia con cui guida tutta la squadra che non può che giovare di un tale atteggiamento dell’azzurro.

Alessandro Burin

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