Dopo lo stop di novembre, il calcio giovanile si è fermato ancora con l’istituzione della Zona Rossa in Lombardia. Le ripercussioni sociali superano spesso le problematiche calcistiche a cui i giovani atleti vanno incontro. In molti, a fine gennaio hanno tentato la ripresa e tra questi club c’è anche la Nuova Abbiate, la cui prima squadra milita in Terza Categoria. Igor Zorzi, mister dei Pulcini 2011, fa il punto della situazione: “Speriamo in una ripresa a breve per il bene dei ragazzi”.

Mister questo periodo sembra un dejavu, a settembre l’apertura e a novembre subito chiusura. Ora ripartenza a febbraio e stop a metà marzo. Cosa ne pensa di queste chiusure e riaperture nel calcio giovanile?
“Secondo me sono state delle chiusure un po’ affrettate. A mio avviso bisognava lasciare totalmente chiuso riaprendo più avanti ad esempio metà o fine marzo in modo da non rischiare ulteriori chiusure. Ormai abbiamo aspettato un anno e, quindi, potevamo aspettare ancora e riaprire in modo costante. Gli allenamenti individuali mi hanno sorpreso. Mancano alcuni punti rispetto ai classici allenamenti, ma sicuramente si può lavorare bene lo stesso e in modo più ordinato e mirato.” 

Come avete riorganizzato quest’ultima ripresa e come hanno risposto i vostri tesserati, nello specifico i tuoi pulcini 2011?
“Abbiamo ripreso il 16 febbraio con un giorno di allenamento la settimana per annata. Il mio è un gruppo di 18 ragazzi e quindi abbiamo deciso di dividerli in due facendoli allenare in orari separati. Ad ogni sessione eravamo presenti sia io sia il mio vice e, dunque, a nostra volta abbiamo diviso anche i singoli gruppi in 2 arrivando ad avere un rapporto di circa un mister ogni 5 atleti. La risposta da parte dei genitori è stata molto positiva con un’adesione praticamente totale. Questo mi fa capire che il gruppo è rimasto molto unito anche durante lo stop e questo per me è un segnale fondamentale. L’obiettivo rimane quello di riprendere man a mano con gli allenamenti in modo regolare e sono convinto che se ora non ci fossimo fermati a breve avremmo aggiunto il secondo allenamento per categoria, magari con doppio turno orario”.

Quali sono le ripercussioni sia calcistiche che sociali che ci sono, e ci saranno, per i piccoli atleti?
“Durante i miei allenamenti e quelli dei miei colleghi ho notato un notevole calo di concentrazione dei ragazzi. La cosa che mi ha sorpreso è la loro attenzione alle regole. Ormai, grazie anche ai rigidi protocolli della scuola, sono abituati a fare attenzione a tutto. Questo è un aspetto che da settembre ad ora è cambiato molto. Vedendo la loro partecipazione e la diligenza nel rispetto delle regole ho cercato di metterli a loro agio tracciando le distanze anche con dei cinesini in occasione di alcuni esercizi che prevedevano una fila indiana”. 

Ripartire, nel caso fosse possibile, dopo Pasqua col rischio di nuove chiusure è, secondo lei, una cosa positiva o bisogna attendere con più serenità a settembre?
“Secondo me, se le cose tornassero nella normalità, ad aprile e maggio si potrebbe riaprire in modo quasi regolare e, perché no, riprendere il campionato lasciato a novembre. Il campionato è già pronto, mentre organizzare tornei porterebbe, inevitabilmente, ad assembramenti e confusione”.  

Ilario Maiolo

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