Sono giorni ad alto tasso adrenalinico per la Castanese, che questa domenica e la prossima, nella finale di andata e ritorno contro il Prevalle, proverà a terminare la stagione nel migliore dei modi, per coronare un progetto ambizioso e sempre più reale, chiamato niente di meno che Serie D. Tra i protagonisti di questo percorso e del secondo posto in campionato vi è il vicecapitano Riccardo Greco. Il suo biglietto da visita calcistico parla da sé: esordio in Serie D a diciassette anni con la Solbiatese, Primavera del Varese, vittoria del campionato di C2 con la Pro Patria, poi Inveruno e tanta Eccellenza tra Saronno e Castellanza, prima di approdare a Castano Primo. Quasi al termine del suo quarto anno in neroverde, il centrocampista classe 1993 è tra i senatori di un gruppo solido e ben amalgamato, ormai a un passo dalla bandiera a scacchi.

Sembra superfluo chiederlo: è questa la tua stagione più bella con le strisce neroverdi sul petto?
“Assolutamente sì, anche perché le tre stagioni precedenti erano state un po’ difficili. Al mio arrivo qui, la Castanese era neopromossa in Eccellenza, quindi il campionato era stata un’esperienza di scoperta generale, sia per la società che per la squadra. Quest’anno, invece, non potevamo chiedere di meglio e sinceramente, per la rosa che abbiamo, non potevamo neanche mancare l’obiettivo dei playoff”.

Due domeniche fa avete letteralmente espugnato l’Enzo Bearzot di Gorizia. La fermezza con cui vi siete imposti, oltretutto dopo un lungo viaggio, è un po’ l’emblema di come avete affrontato la stagione?
“Certo, e diciamo che abbiamo un po’ di rimpianto per non essere arrivati primi, perché se analizziamo i risultati e le partite in cui è mancata un po’ di fortuna, penso che i punti di distacco dalla Varesina, con tutto il rispetto per la loro stagione, siano stati troppi. Sicuramente avremmo potuto fare qualcosa in più e magari trovarci al loro posto, ma comunque c’è da dire che non abbiamo mai mollato e che abbiamo sempre cercato di dare il massimo. È da un anno che facciamo sacrifici e se abbiamo fatto trenta, a questo punto speriamo di fare anche trentuno. Riguardo alla partita di Gorizia, in un certo senso è stata un’avventura, perché per la società era la prima volta che si faceva una trasferta di quel tipo, e allo stesso tempo una scommessa, perché nelle partite secche, seppur in questo caso con andata e ritorno, non si sa mai cosa può capitare. Però, conoscendo il nostro valore, ero sicuro che sarebbe andata bene: abbiamo affrontato la gara nel modo giusto e il 3-1 da loro ci ha aiutato molto per il ritorno”.

Sul vostro campo, avete gestito senza strafare e alla fine il gol l’avete fatto voi. E se si dice che vincere aiuta a vincere…
“Esatto, siamo partiti con la mentalità di non dare nulla per scontato, perché nel calcio tutto può cambiare in un attimo. Se ci fossimo sentiti troppo sicuri del vantaggio, avremmo rischiato di giocare con superficialità, credendo di aver già passato il turno. Invece, siamo stati bravi a tenerci sul pezzo e a scendere in campo come se fosse una nuova partita, senza pensare a quanto fatto all’andata. È così che siamo riusciti a portarla a casa, senza rischiare nulla e cercando anche il gol. Sicuramente aver giocato il ritorno da noi è stata un’arma in più, perché il contesto di Castano ci ha aiutato molto”.

Domenica invece sarà il Prevalle a venire da voi: avreste quindi preferito iniziare in trasferta? Tra l’altro, come si prepara una partita quando degli avversari si conosce ben poco?
“Sì, un po’ spiace, perché se le cose dovessero andare bene, chiudere in casa sarebbe più bello, ma è solo un particolare. Riguardo al Prevalle, come nel caso della Pro Gorizia, si andrà a scatola chiusa perché non possiamo immaginare quasi nulla. Di sicuro saranno due partite complicate, perché loro arrivano da un girone che secondo me era ancora più difficile di quello della Pro Gorizia, con alcune squadre fuori categoria. I loro giocatori li conosciamo poco, ma sappiamo che sono di esperienza. Venendo da un 3-1 e da un 1-0 in cui non abbiamo neanche fatto la nostra migliore prestazione, non dobbiamo commettere l’errore di prendere gli avversari sottogamba e pensare che queste due partite siano della stessa portata della semifinale. Noi ci stiamo preparando al meglio e lo spirito è quello giusto“.

Come state vivendo quest’attesa? In momenti così delicati, quanto è importante il supporto dei veterani per i più giovani?
“La nostra è una squadra con molti giocatori di esperienza che vengono da categorie superiori, come Foglio, Orlandi e tanti altri, e questo sicuramente aiuta a creare un gruppo affiatato che trasmette fiducia e tranquillità ai più giovani, vedi il nostro bomber Milani, Persiani e tutti gli altri, che stanno facendo molto bene proprio perché si sentono a loro agio. Stiamo vivendo l’attesa con serenità, con la giusta pressione e con tanta voglia di raggiungere l’obiettivo. Nello spogliatoio il clima è sempre vivace, senza teste calde che creano problemi o mettono in agitazione i più tranquilli, e questo sicuramente fa una grande differenza”.

Una domanda tattica: oltre alle imbucate da centrocampo, anche il lavoro sulle fasce ha propiziato molti dei vostri successi. È questa velocità di gioco uno dei vostri punti di forza?
“Certo, e il mister è molto bravo a sfruttare questa nostra qualità sulle fasce. Anche i centrocampisti, però, sono bravi a far girare la palla da una parte all’altra del campo, dando agli esterni la possibilità di spingere e di creare le giuste occasioni. Poi, una volta che la palla arriva velocemente davanti, abbiamo un attacco fortissimo che probabilmente fa invidia anche alle squadre di Serie D”.

Per finire, ricollegandomi al vostro leit motiv di questo post-season, ti chiedo: se succeDe…? Dove ti vedi nel prossimo futuro?
“Se succede… festeggeremo. Al momento, però, ci stiamo focalizzando esclusivamente sull’obiettivo e non stiamo ancora pensando a come potrebbe essere l’anno prossimo. La Serie D è un campionato con altre dinamiche e ritmi diversi, quindi cambierebbero tante cose, ma ad oggi ci stiamo godendo il momento. Stiamo tutti con i piedi per terra; se poi dovessimo riuscire a vincere, sarebbe sicuramente un traguardo storico per la società”

Silvia Alabardi
(foto di Patrizia Coppari)

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