Un viaggio nel mondo delle arti marziali. Questo è quello che abbiamo fatto, andando a far visita all’Associazione sportiva dilettantistica Deaishin Karate Do a Varese, dove insegna il maestro in rosa Flavia Uboldi, insegnante di Karate Shotokan, nonchè istruttore di Krav Maga.

Qualificata cintura nera Ottavo Dan, Flavia ci spiega il significato del termine giapponese Deaishin, con il quale è stata denominata questa Scuola di Karatè: “Si tratta della sintesi tra velocità e concentrazione, che nel combattimento permettono di prevalere sull’avversario“. Uboldi prosegue focalizzandosi su ciò che contraddistingue lo Shotokan rispetto agli altri stili di Karate, tra i quali il Gojo Ryu e lo Shito Ryu: “Lo Shotokan fu quello impiegato dai Samurai, che essendo stati dei guerrieri armati, prevede attualmente delle tecniche molto più affinate ed efficaci, pur escludendo le armi. Il Gojo Ryu, ad esempio, prevede delle tecniche più alte, perché era in origine praticato dai marinai giapponesi sulle passerelle delle barche. Lo Shito Ryu invece, fu in origine una difesa basilare da strada e disarmati. Queste differenze stilistiche, possiamo notarle soprattutto durante lo svolgimento dei kata, le dimostrazioni di tecniche senza avversari, svolte dagli atleti“.

Il Maestro Uboldi fu tra le prime allieve del Sensei Takeshi Naito, che giunse in Italia nel 1977, chiamato a sua volta dal Maestro Hiroshi Shirai, colui che portò per primo il Karate Shotokan nel nostro paese e, riguardo a quanto appreso dai suoi insegnanti, ricorda: “Nonostante fossero stati rigorosi, ho sempre amato quest’arte marziale sin da giovanissima, e la ritengo molto utile anche per il rafforzamento della propria personalità, e per imparare a rispettare le regole“.

Flavia Uboldi

L’esperta karateka focalizza il messaggio principale che intende trasmettere agli atleti e spiega anche in cosa consiste il progetto Educativo Standard Internazionale Jitakoei, impiegato nella scuola: “Il Karate, per noi rivolto a persone di ogni età, è anche un metodo per imparare a conoscere meglio se stessi. Nei bambini contribuisce a migliorarne la postura, l’attenzione mentale e la coordinazione. Negli adolescenti e negli adulti, tende a incentivarne l’autostima e anche a offrire loro un approccio più maturo alla realtà. Questo metodo riguarda la pratica del Karate finalizzata al benessere psico-fisico dell’allievo, e anche al suo corretto inserimento nella collettività, pur trattandosi di uno sport individuale“.

Flavia Uboldi, che è anche arbitro della Japan Karate Association, ci racconta poi la sua avventura in nazionale italiana, presso le competizioni nostrane ed europee: “Da metà anni ottanta hanno concesso alle donne di poterne partecipare. Svolsi dei kumitè o duelli, e anche dei katà a squadre, con tre atleti“. Dal 27 al 30 ottobre, a Treviglio nel bergamasco, si terrà il mondiale di Karate Shotokan, al quale parteciperanno dodici atleti dell’ASD Deaishin Karate Do varesina ed il Maestro Uboldi ci accompagna all’evento, svelando un aspetto principale della fase di preparazione: “Sono molto soddisfatta del loro impegno e della loro diligenza, ma credo però che dovrebbero essere ancora più fiduciosi nelle loro potenzialità e anche più grintosi. Intendiamo privilegiare gli esercizi sui katà, pur svolgendo spesso anche i duelli o kumitè. Durante gli allenamenti, gli istruttori seguono gli atleti nell’esecuzione dei fondamentali anche dal punto di vista fisico”.

Poi conclude, spiegando la differenza essenziale tra un arte marziale come il Karate, e un’autodifesa come il Krav Maga: “Gli scopi originari del Karate sono la difesa e l’autocontrollo. L’autodifesa invece è basata sulle reazioni nel caso di aggressioni. Il Krav Maga, noto anche come Israeli Jujitsu, non è riconosciuto ufficialmente dal CONI come uno sport“.

Nabil Morcos

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