Lo avevo già raccontato qualche settimana fa della bellezza e dell’intensità di questa Prima Categoria, un fascino quasi inusuale soprattutto se paragonato ad un’era post covid in cui ne è un ingrediente consapevole la drammaticità, eppure (e per fortuna) lo spettacolo è stato meraviglioso.

Gli avvicendamenti continui di un campionato dai mille colpi di scena hanno tenuto banco fino alla scorsa domenica, ora, forse, c’è qualcosa di più delineato ma assolutamente non definitivo. Partendo dal basso la Prima Categoria dà l’arrivederci alla Jeraghese, coraggiosa compagine che ha saputo odorare il profumo di questo campionato ma ancor di più onorare la competizione fino in fondo, anche a verdetto scritto, per info chiedere al Bosto e al pareggio di una settimana fa. Accanto ecco l’Antoniana, che nonostante un’ottima rincorsa, specialità della casa, in questo 2022, paga una prima parte di stagione deficitaria e compromettente, costata a conti fatti la retrocessione diretta.

Poi troviamo Cantello Belfortese e Faloppiese Ronago. Questi ultimi sembravano spacciati, hanno saputo rimboccarsi le maniche e costruire sei vittorie consecutive, sei vittorie che hanno rilanciato la compagine portandola al sorpasso proprio dei rivali in quello che potrebbe essere un playout da giocarsi con il vantaggio della miglior posizione in classifica. Di contro la formazione biancorossa, nonostante le mille difficoltà fatte in primis di una spropositata dose di infortuni, resta aggrappata con le unghie e con i denti alla possibilità di uno spareggio salvezza, l’imperativo è fare punti con il Bosto, altrimenti si rischia la retrocessione diretta.

Risalendo c’è il gruppetto a tre San Marco, Luino, Tradate fatto di visi raggianti e qualche rimpianto. La San Marco è tra quelli che se la ride, salvezza con due turni d’anticipo e record di punti già messo in cascina, il Luino vede la bilancia in perfetto equilibrio: da un lato la soddisfazione di aver condotto un campionato di prim’ordine facendo quasi “paura” alle big, dall’altro qualche piccolo rammarico per qualche punticino che forse, ad oggi, li vedrebbe ancora con, tra le mani, la possibilità di giocarsi un posto nella post season. A proposito di rimpianti ecco Tradate: poco più di un mese fa i playoff erano una mezza certezza, poi l’incantesimo si è spezzato, mister Fera ha dato le dimissioni, e sul più bello la bolla di sapone è scoppiata, recapitando un messaggio chiaro: per i sogni di gloria sarà per l’anno prossimo.

Il San Michele dal duplice volto sa di aver sprecato una grossa occasione perchè anche qui è il girone d’andata ad aver condizionato un’intera annata. Oggi i punti sono 38, meno due dalla 5^ in classifica, ma vincere domenica ed attendere un “allineamento dei pianeti” sarebbe l’unico modo per strappare in extremis qualcosa di impensabile fino a poco tempo fa. Certo è che nel campionato delle mille sorprese…

La zona calda al momento vede l’Arsaghese pagare dazio in virtù di scontri diretti e differenza reti, ma forse sarebbe meglio concentrarsi su quel continuare a crederci, mantra di un “finché la matematica non ci condanna”, pronunciato da mister Contaldo dopo il successo sul San Michele, ed oggi specchio di una realtà non distorta che ha saputo risolvere l’equazione imperfetta e che comunque andrà vedrà la prof di matematica siglare una sufficienza o più sul compito in classe più difficile dell’anno.

Pro Azzurra Mozzate, “You are crazy”. Su, giù, su, molliamo, ci siamo, non basta, crediamoci: avete presente i brainstorming? Ok ora gettate sulla lavagna i vostri pensieri, qualsiasi cosa vi passi per la testa è difficile andare lontano dal realismo di una squadra che ha vissuto una serie di stagioni nella stagione.

Oh Ferno, Ferno, perché sei tu Ferno? William Shakespeare ci perdonerà per aver preso in prestito una delle sue citazioni più famose ma Ferno, caro Ferno, come è possibile che ad oggi sei ancora lì a sudartela per una playoff che doveva essere scritto mesi addietro? Forse perché in realtà, nel calcio, non c’è nulla di scritto? La lezione che ancora una volta cercheremo di imparare da questo sport sempre pronto ad insegnarci qualcosa, è che le cose scontate fanno parte di altri mondi e che le parole di agosto necessitano di cinismo su quel rettangolo verde, altrimenti basta una folata di vento e volano via.

Al tridente delle meraviglie lasciamo tutti gli onori del caso: Bosto – Valceresio – Ispra, è una lotta a tre che ci ha ridato i tempi di Castellanzese, Busto 81, Besnatese e chi li ha vissuti sa di cosa stiamo parlando; per chi non li ha vissuti, invece, nessun problema, godetevi gli ultimi novanta minuti, poi penseremo alla regina indiscussa e alle contendenti che sapranno deliziarci ancora un po’ nei playoff, ma nel frattempo siate grati a chi, di questa Prima Categoria, ne ha fatto un capolavoro.

Mariella Lamonica

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