Nelle ultime 3 partite la sua assenza, per certi versi, ha fatto più clamore dei risultati, perché quando si parla di Pallacanestro Varese viene difficile non parlare di Giancarlo Ferrero.

Il capitano biancorosso arriva infatti da 3 partite consecutive senza aver messo nemmeno per un minuto piede in campo. Una situazione sicuramente non facile e nemmeno preventivabile visto il rendimento del numero 21 biancorosso fino ad un mesetto fa.

E’ vero che il periodo di partite preso in considerazione: Trento, Brescia e Tortona, a cui volendo, si possono aggiungere i soli tre minuti contro Napoli in cui Ferrero ha segnato anche una bomba, coincide con il rientro in gruppo di Justin Reyes, ma è anche vero che viste le condizioni non ottimali del portoricano, l’apporto di Ferrero sarebbe potuto essere dei più proficui, non solo per sostituire Reyes, ma anche per allungare il giro di rotazioni di una squadra che va ai mille all’ora e che necessità di forze fresche per non abbassare mai questo ritmo.

Considerazioni alle quali si aggiungono i numeri, che parlano di un Ferrero che in stagione viaggia con il 43.9% da tre punti, arma prediletta non solo del capitano ma di tutto il gioco biancorosso, motivo per il quale proprio la giusta combinazione tra le qualità del 21 biancorosso e le caratteristiche del nuovo gioco della OJM, si pensava si sposassero a meraviglia e così è stato per un lungo periodo.

A questo si può e si deve aggiungere poi il peso caratteriale e umano di Ferrero, capitano in campo e fuori, che ha la sua importanza nelle dinamiche di una partita che, come può essere stata quella di Tortona, fatta di grande agonismo e per certi tratti nervosismo, il numero 21 biancorosso avrebbe potuto aiutare a gestire e magari girare anche a favore di Varese in qualche determinata circostanza grazie alla sua leadership e al suo carisma.

Capire i motivi per i quali però lo staff tecnico abbia optato per la scelta di non metterlo in campo e ridurne considerevolmente i minuti di utilizzo (prima di queste 4 gare Ferrero giocava una media di 11,21 minuti a partita) è francamente molto complicato e sarebbe sbagliato anche ipotizzare i perché di una scelta che solo coach Brase e il suo staff sanno.

L’unica cosa che ci si può augurare è che dopo essere stato il baluardo di questa squadra e società in annate decisamente complicate, mettendoci sempre faccia, corpo e anima, in campo come fuori, Ferrero possa godersi appieno questa stagione che invece può regalare e sta regalando grandi gioie a tutti i tifosi ed in primis a lui che ha i colori biancorossi nel cuore, senza pensare a quello che potrà essere a giugno, perché in mezzo Varese vuole provare a scrivere una pagina importante della propria storia ed il capitano ne deve fare parte come uno degli attori principali.

Alessandro Burin

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