Una storia iniziata da calciatore, all’età di appena quattro anni, e proseguita stagione dopo stagione, fino a indossare le vesti di allenatore. È questo il profondo legame che unisce mister Giovanni Cairoli alla realtà bianconera del Meda, sulla cui panchina siederà per l’ottava volta consecutiva. Dopo il ripescaggio come migliore seconda dei gironi di Promozione in Lombardia, la new entry è pronta ad affrontare un campionato di Eccellenza che, stando alle rose costruite in queste settimane estive, potrebbe rivelarsi il più arduo e impegnativo degli ultimi anni. Consapevole del calibro degli avversari e della delicata missione che lo attende, il giovane tecnico suona la carica facendo leva sullo spirito di sacrificio di un gruppo che, solo pochi mesi fa, ha saputo rialzarsi dopo ogni caduta fino alla conquista dell’obiettivo finale.

Nella storia recente, il Meda si è reso protagonista di una graduale scalata di categoria in categoria. Cosa significa per lei questa nuova sfida in Eccellenza e come sta vivendo il pre-campionato?
“Sono contento perché tornare in Eccellenza era un sogno sin da quando siamo subentrati in società. Disputare il campionato di Seconda Categoria, vivere la promozione in Prima, poi il salto in Promozione e ora fare questo ulteriore passo in avanti è come chiudere un cerchio. Sto vivendo il momento serenamente, come ho sempre vissuto le altre stagioni, anche se quest’anno l’obiettivo sarà sicuramente diverso. Se prima guardavamo in alto, ora siamo chiamati a salvarci”.

Il ripescaggio ha coronato una stagione che si era conclusa con un meritato secondo posto. Prima di apprendere la lieta novella, quanto il rammarico per quella gara di playoff contro la Base 96?
“Diciamo che già nel girone di andata c’era stato qualche scivolone. Abbiamo pagato dazio e a dicembre ci siamo visti costretti a rivoluzionare la rosa, cambiando addirittura quattordici giocatori. Ripartire non è stato facile; anzi, sotto l’aspetto della gestione, è stata senza ombra di dubbio l’annata più dura da quando alleno. Sebbene il mercato di riparazione sia più difficile, siamo riusciti a trovare i profili giusti, e a dimostrarlo è anche il fatto che sono rimasti con noi. Abbiamo recuperato terreno e con la Base c’è sicuramente tanto rammarico per essere rimasti in dieci, ma bisogna riconoscere che loro sono stati più bravi di noi. Comunque, nonostante la sconfitta, possiamo dire che la stagione sia finita bene. Siamo stati ripescati come migliore seconda in Lombardia, quindi penso che ci siamo meritati di salire in Eccellenza”.

E la stagione di Eccellenza è iniziata con una vittoria contro la Brianza Olginatese in Coppa. Che segnali ha colto? E come si è comportato il gruppo in questa prima uscita?
“Abbiamo fatto bene contro un avversario che ha tutt’altro tipo di ambizioni. Detto ciò, non dobbiamo fare voli pindarici ma tenere i piedi per terra e lavorare di settimana in settimana, aspettando di vedere cosa succede. Sicuramente è stata una bella domenica che ci ha dato un carico di entusiasmo. Senza nulla togliere alle società incontrate negli anni precedenti, andare sul campo di una squadra che è stata in categorie superiori fa un effetto diverso. Riguardo al gruppo, spero di non dovermi rimangiare le parole, ma mi sembra ben amalgamato. Rispetto all’anno scorso non abbiamo cambiato molto perché avevamo già un’ossatura importante, ma abbiamo inserito determinati elementi che ci interessavano per prepararci a questa nuova stagione. Mi sembra che i ragazzi abbiano reagito bene al salto di categoria e siano stati bravi a soffrire insieme in alcuni momenti della partita. Dobbiamo ancora iniziare, ma ad oggi sono molto contento”.

Parlando del gruppo, sia tra le conferme in blocco, sia tra i nuovi arrivati, ci sono diversi profili senior. È stato questo il valore aggiunto del mercato?
“Sicuramente. Si tratta di profili che hanno già fatto determinate categorie, come Valtulina e Laribi, che potranno dare una mano soprattutto dal punto di vista della professionalità; avendo alle spalle una lunga carriera da calciatori, sanno come comportarsi e nei momenti difficili ci aiuteranno a stare più tranquilli, me compreso (ride, ndr). Per il resto, penso che l’intesa preesistente nel gruppo potrà andare a nostro vantaggio, dato che sappiamo già cosa fare e come lavorare insieme. Sono anche contento per i giovani, che si stanno applicando benissimo. Quando abbiamo saputo del ripescaggio era già la prima settimana di agosto e a quel punto non abbiamo cambiato la programmazione. Loro, però, hanno continuato a lavorare per conto loro e questa cosa non può che riempire di orgoglio sia me che lo staff”.

Sbilanciandoci sulla stagione, l’obiettivo salvezza le sembra più fattibile o difficile?
“Difficilissimo, perché nel girone ci sono otto o nove compagini che probabilmente puntano a vincere il campionato. Noi proveremo a fare il meglio che possiamo senza abbatterci quando le cose non andranno bene, perché è normale che succeda. Chiaramente nel gruppo c’è entusiasmo dopo la prima vittoria e più in generale dopo la preparazione, ma dobbiamo essere bravi a non perdere l’umiltà, che dovrà essere il nostro tratto distintivo”.

Silvia Alabardi

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