Con l’approvazione in giunta dell’accordo locale semplificato tra Regione Lombardia e Amministrazione Comunale di Busto Arsizio (600 mila euro di impegno economico suddiviso in modo paritario tra i due enti), il campo di allenamento in sintetico alle spalle dello stadio “Speroni” si trasforma da argomento strumentale e divisivo a possibile piccola (grande) svolta per la società tigrotta. Tolto il fardello gravante su Palazzo Gilardoni per una vertenza diventata ormai annosa (la soddisfazione con cui il Sindaco Antonelli ha comunicato la notizia riflette il peso che la vicenda ha sedimentato nel tempo), la palla passa in via Cà Bianca dove (ragionevolmente a partire dalla stagione 2024/25), la struttura potrà essere utilizzata tanto dalla prima squadra quanto dal settore giovanile.

Cosa cambia in termini pratici per la Pro Patria? Oltre a banali risvolti nell’ambito della modernità degli impianti, la formazione allenata da Riccardo Colombo potrà perfezionare la preparazione su una superficie aliena alle stagioni, simulare l’impegno su alcuni campi di gioco della categoria (Novara e Vercelli per fare un esempio) e ridurre l’incidenza da infortuni in allenamento per terreni accidentati.             

Sul piano economico/finanziario il discorso è decisamente più complesso. In un club come quello biancoblu che ha chiuso il bilancio 2022 (i dati sono pubblici) con una perdita di esercizio di 979.401 euro a fronte di un fatturato di 99.817 e di un costo del personale (largamente riconducibile al parco giocatori) di 1.614.504 euro, l’impatto della costi/benefici dei campi di allenamento non è semplice da isolare. In senso letterale, il mantenimento di un terreno in erba naturale ha costi doppi rispetto ad un terreno in sintetico (da 30 a 15 mila euro annui per un campo principale, sensibilmente di meno per una superficie adibita ad allenamento). A questi vanno poi sommate (o sottratte a seconda del riferimento), le spese per la logistica (trasferimenti), e quelle sanitarie da infortunio eventualmente risparmiate. Ma qui siamo solo alle stime. Nulla di più. C’è però un dato che fa aggio su tutti gli altri sopra descritti. E cioè il (limitato ma significativo) beneficio assoluto che la Pro Patria vede riconosciuto per via della disponibilità di strutture migliori. Anche in ipotetica sede di cessione del club. Perché tutto è (in qualche modo) misurabile. Persino la ricaduta positiva di un campo di allenamento in sintetico.                  

Giovanni Castiglioni       

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