Finisce con gli applausi. Sicuramente non l’epilogo perfetto (anzi), ma di certo il più “romantico” e una dimostrazione del genere da parte di una piazza come quello di Varese vuol dire tanto. Significa che qualcosa di buono (o forse molto più) questa squadra è riuscita a farlo e una sconfitta in una semifinale playoff di girone (onore e merito al Vado) non cancella il percorso di crescita compiuto da un gruppo costruito praticamente ex novo.

Oltretutto, se la marcia di avvicinamento al match di ieri è stata costantemente accompagnata dal coro “i playoff non servono a nulla“, allora forse una sconfitta in tal senso può solo far bene, per staccare la spina, resettare, e presentarsi ai nastri di partenza del prossimo campionato con obiettivi rimodulati verso l’alto. Certo, il “vinciamo domani” è un pensiero alquanto amaro (soprattutto se si considera che a pochi chilometri di distanza il Como è appena salito in Serie A, e molti tifosi non mancano di “rosicare” in merito), ma è ciò che dovrà animare l’estate biancorossa.

Non a caso, sono in pochi a concentrarsi sul ko contro il Vado, i più “pessimisti” che considerano (per certi versi a ragione) un successo solo la vittoria del campionato; tutto il resto è da buttare (e, in questo caso, non è proprio così). “Risultato specchio dell’intero campionato, già tanto esser arrivati ai playoff” scrive Lorenzo Panigati, cui fanno seguito altri utenti che, per quanto fini a sé stessi, avrebbero voluto un trionfo playoff sull’onda di Sanremo.

La maggior parte della tifoseria biancorossa è invece orientata al futuro e Renzo Broggini lo palesa: “Lasciamo perdere i vari commenti negativi, pensiamo ad allestire uno squadrono per l’anno prossimo. Sempre forza Varese“. A rispondere implicitamente è Leonardo Marcolin: “Tutto dipende dalla società. Si vuol salire? Ci sono i soldi? Purtroppo tocca tenersi la D“. Interrogativi legittimi cui il Varese sta già in parte rispondendo con i primi pesanti investimenti sul Centro Sportivo delle Bustecche, culla del nuovo corso biancorosso che dovrà garantire linfa vitale per il futuro.

Non fa drammi, invece, Roberto Marasco: “Per me va bene così. Grazie a tutti gli attori protagonisti e non. Il sipario si è chiuso. Arrivederci ad agosto. Varese, solo Varese, Varese e basta“. Tanti altri sposano la volontà di staccare la spina per qualche settimana per ripartire con maggior carica e, a tal proposito, Edoardo Manfredi tuona: “Il tempo di programmare bene la prossima stagione lo avete. Zero scuse, appuntamento a settembre per centrare questa benedetta SERIE C!!! Forza Varese“. Ecco il diktat dell’anno prossimo, un pensiero condiviso in toto da tutto il mondo biancorosso (dai più fiduciosi ai più scettici) che trova supporto anche dal messaggio della Curva di qualche settimana fa: il Varese 2024/25 dovrà essere una squadra allestita per vincere.

Matteo Carraro

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