Dettagli. Tutta questione di dettagli. Niente di più, niente di meno. I dettagli a volte sono centimetri, a volte una pacca arrivata nel momento giusto, a volte la corsa in più, a volte anche un pizzico di fortuna proprio quando la ruota sembrava non girare più. Joaquin Carrion, attaccante classe ’95 in forza all’Olimpia, di dettagli ci vive, ne fa uno dei punti di forza del suo essere calciatore, ma non ha dubbi quando gli si chiede “Come ha fatto il Morazzone a vincere il campionato?”.
A chi vince si fanno sempre i complimenti, ed il Morazzone ha vinto con merito, è un’ottima squadra, ma penso che la differenza tra noi e loro l’abbiano fatta i dettagli, peccato, ma abbiamo ancora una chance importante per raggiungere il nostro obiettivo“.

Manca solo una partita, gli ultimi novanta minuti, ma che campionato è stato?
Di alto livello, secondo me anche più alto dello scorso anno, è stata una lotta per il titolo aperta fino all’ultimo, con tante squadre attrezzate. Ha vinto il Morazzone, noi siamo arrivati lì lì, ma tante squadre hanno fatto bene, vedi il Luino che è in finale di Coppa Lombardia e che ha fatto un grande girone di ritorno“.

Come giudichi la stagione dell’Olimpia? E la tua stagione?
Penso che ogni squadra abbia avuto qualche momento no, noi siamo stati comunque bravi a rimanere uniti anche nelle difficoltà, i nostri numeri fino a domenica scorsa parlavano di miglior attacco e miglior difesa (17 le reti subite, 63 quelle fatte, il Morazzone ad oggi conta 22 reti subite e 64 fatte ndr), e onestamente pensavo che questo potesse bastare per vincere il titolo, non è andata così, è normale ci siamo un po’ di amarezza ma sappiamo che non è ancora finita“. “Quanto a meprosegue l’attaccante argentinosono super soddisfatto della mia stagione, penso di aver fatto bene e di aver sempre giocato per la squadra, qualcuno mi fa sempre notare che segno poco (10 gol all’attivo), il gol piace ad ogni attaccante ed io non sono da meno ma non ho mai vissuto per quello, l’ho sempre detto che per me viene prima la squadra, che poi nel calcio moderno se non corri, se non ti “sbatti” come dite qui in Italia, duri poco, e credo che questo, ormai, valga ad ogni livello“.

A questo proposito, di recente Roberto Baggio ha detto: “Il motore più forte tra il talento e la passione è la passione. Se non hai talento ma hai passione, tutto si può imparare con il lavoro”. Sei d’accordo?
Sì, lo penso anche io perché questo rispecchia quello che dicevo prima, senza lavoro e senza passione non vai da nessuna parte, io potessi mi allenerei 4 o 5 volte alla settimana, sono maniacale, rompo sempre le scatole soprattutto ai più giovani, li sprono a fare meglio, ad impegnarsi di più, a sbagliare anche, soprattutto in allenamento, e comunque Baggio è una leggenda del calcio italiano e non solo, ha ragione per forza“.

Tornando al campionato, pensi si sia deciso nel big match con il Morazzone? Che partita è stata?
Sì alla fine si è deciso lì, è stata una partita tesa, dove credo che il risultato più giusto fosse il pareggio, loro però hanno trovato il guizzo e noi no e alla fine hanno vinto, il calcio è anche questo, non abbiamo messo in campo il nostro solito calcio però, è un peccato ma dobbiamo guardare avanti“.

Guardare avanti significa guardare ai playoff: 90 minuti e poi sarà post season.
Domenica abbiamo una gara difficile contro una squadra che sicuramente farà la sua partita, il campo mi hanno detto non essere dei migliori e magari ci complicherà un po’ la vita però non possiamo cercare scuse, sappiamo che è tutto nelle nostre mani e che dobbiamo puntare a fare i tre punti anche perché saltare il primo turno playoff ci permetterebbe di arrivare più freschi alla fase successiva, e poi già sappiamo che comunque andrà lo giocheremo in casa nostra, anche questo è importante, giocarli da noi magari con il pubblico che c’era durante il big match con il Morazzone, sarebbe il top“.

Nei prossimi mesi affronterai un cambio di vita importante, quanto ti piacerebbe chiudere in bellezza la tua avventura italiana?
Tanto, tantissimo, sono molto legato a questo paese e mi dispiace tantissimo lasciarlo, ma voglio tenere le porte aperte perché nella vita non si sa mai, potrebbe anche essere un arrivederci. Con la mia compagna abbiamo deciso di andare a vivere in Spagna, a Valencia, dove abbiamo tanti amici e alcuni familiari, con ogni probabilità continuerò a giocare a calcio lì e vivrò da vicino il calcio spagnolo, prima però c’è solo l’Olimpia e questo campionato, c’è questo gruppo che per me è unico e a cui devo molto, farò di tutto per lasciare il segno e chiudere alla grande quest’avventura“.

Mariella Lamonica


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