Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta. Stralcio del pensiero di un uomo di Calcio d’altri tempi, filosofia rischiosa ed affascinante con adepti-non temete, nessuna barba a punta, occhi inettati di sangue, cinture bombarole o artifizi simili-un po’ ovunque. E’ una norma di vita all’apparenza innocua, si presenta bene, sintassi precisa, parole al loro posto, concetto chiaro e lineare. Io aggiungo temeraria, imprudente, audace. E pericolosa.
Esistono, ahimè, menti che non hanno la capacità di riflettere autonomamente. Necessitano sempre di qualche aiutino, pensare con la propria testa è sforzo erculeo, difficile, serve il sostegno. Persino approfondire è fatica, fisica e mentale. E, come sempre, chi paga dazio è la Verità. Gli antichi la associavano al vino, la Chiesa Cattolica sostiene che si manifesti in Dio, i matematici la contrappongono alla dimostrabilità -non tutto ciò che è vero è dimostrabile-, i poeti sostengono che risieda nei sogni. Esercizi di stile, troppa cultura…
Torniamo con i piedi ben saldi al terreno! E diciamo -una volta per tutte- le cose come stanno. Poeti? Matematici? Santi e profeti? Un tubo! La verità soggiorna ben salda nel mondo dello Sport! Si accomoda sul divano, si stiracchia, produce fusa, mangia frutta, beve succhi tropicali. Scende dal piedestallo e, sensuale ed ammaliatrice, si insinua, prende possesso, sotto mentite spoglie, dei concetti, dei significati, delle opinioni. E’ duttile, si trasforma, si cela. E colpisce. Nulla è ciò che è. Modifica e deteriora le idee. Un punto di vista diventa l’unica cosa che conta. L’impegno, il sacrificio, la serietà si inquinano, mettercela tutta non è abbastanza. E poiché vincere a tutti i costi cozza con il concetto di onestà, si aprono scenari leciti ed illeciti, l’autostrada della menzogna-ecco un travestimento della verità-è sgombra di traffico e intasata dalle menti piccole. E i cervelli bonsai, anche nel numero di neuroni, sedotti dalle frasi ad effetto, si crogiolano nelle spire incantatrici dell’unica cosa che conta. Danneggiassero solo se stessi non sarebbe un problema.
I babbei dall’urlo facile, purtroppo, calpestano i diritti dei più deboli. Sapete già dove si va a parare… Parlo dei bambini. Esisti se vinci. Ti premio se vinci. Sei educato ma non vinci? Conti zero. Ti impegni e rispetti le regole ma non vinci? Sei un dannato incapace. Grazie allo sport hai fortificato il carattere, socializzi meglio, sei un bimbo felice e accresci la tua autostima ma non vinci? Brucerai all’inferno. Le parole pesano, le frasi hanno un significato.
Parliamoci chiaro, c’è un’unica cosa che conta. Anzi due. Passione e libertà. Passione di trovare soddisfazione in ciò che si compie e libertà di prendere a calci, gioia suprema, le teste sgonfie degli allocchi che non pensano, ma galleggiano nella melma della propria dabbenaggine.
Ecco perché la Delegazione Provinciale del CONI di Varese, in collaborazione con la Scuola Regionale dello Sport Lombardia, propone un Corso di Formazione di primo livello per educatori sportivi coordinato dal Prof. Pippo Gazzotti, già Mente Lucida dell’Ufficio Educazione Fisica presso il Provveditorato agli studi di Varese. Perché è ora di riappropiarsi dei valori reali dell’attività motoria. Noi lasciamo la traccia. Seguitela, se volete.
Marco Caccianiga
Delegato Provinciale CONI Varese
Donatella Bianchi, Mariangela Casartelli, Alberto Bonomi, Gianni Chiapparo, Bruno Frigeri, Giuseppe Gazzotti, Luigi Manzo
CONI TEAM