Il problema della Pro Patria in questo momento sono i 250.000 euro a fondo perso. Se fossero mantenuti, dovremmo fare un passo indietro”. Patrizia Testa, a margine del raduno di settimana scorsa, era stata chiarissima. Anche troppo. Già, perché a distanza di qualche giorno, quel passo indietro potrebbe trasformarsi in un passo di lato. Cioè? Proviamo a riavvolgere il nastro.

Mercoledì a Roma il Collegio di Garanzia dello Sport si esprimerà sul ricorso biancoblu. Sul tavolo due questioni.
La prima riguarda i requisiti per il ripescaggio. Nello specifico, quella parte della delibera federale che esclude i club coinvolti in vicende di calcio scommesse. E, nel merito, la difesa tigrotta punta ad un distinguo tra “responsabilità diretta” e “responsabilità oggettiva”.
La seconda attiene la legittimità del versamento a garanzia del succitato quarto di milione.

Nel caso in cui venissero accolte le istanze di via Cà Bianca, la Pro Patria tornerebbe in corsa per il ripescaggio tra i professionisti. Chiaro no? Ehm, non proprio. Perché sempre mercoledì, ma a Firenze presso la sede di Lega Pro, si apriranno le buste presentate dalle società che hanno fatto domanda di ripescaggio. Richieste da formalizzare però entro le 19 del giorno prima, martedì 26 (la FIGC si pronuncerà poi nel Consiglio Federale del 4 agosto). Ergo, Patrizia Testa dovrà decidere al buio di un verdetto non ancora conosciuto se allegare o meno alla domanda i benedetti 250.000 euro? Anche qui, non proprio. E questo giustifica lo stop and go nelle dichiarazioni di questi ultimi giorni.
L’attesa del giudizio consente infatti di posticipare l’eventuale versamento dell’assegnone. Ma la provvista fondi (in previsione) andrà comunque fatta. Tanto più nell’ipotesi (ad oggi la più plausibile?), che la giuria presieduta dall’ex ministro Franco Frattini accolga il ricorso nel primo punto ma non nel secondo. Per ragioni di diritto sportivo ma anche (se non soprattutto) di opportunità “politica”. Tu chiamali se vuoi paradossi. Roba già vista e sentita a nastro in queste ultime disfunzionali stagioni.

Insomma, un rebus mica da ridere che, oltre a porre un punto interrogativo sulla data scelta per la seduta del Collegio (casuale? mah…), riporta al centro del ring due protagonisti a tutto tondo. Da una parte la presidentessa biancoblu, chiamata a trarre il dado su una scelta difficile ed onerosa (ma esistono alternative? pensiamo di no). Dall’altra l’avvocato Cesare Di Cintio, atteso all’ennesimo capolavoro giuridico. Materiale che l’uomo che sussurrava ai cavilli ha già dimostrato di maneggiare con una certa abilità. Il giallo dell’estate è all’ultimo capitolo (salvo appendici). Manca solo di conoscere il colpevole.                 

Giovanni Castiglioni