Il Varese ha fatto di tutto per retrocedere? Sicuramente sì, a livello dirigenziale. A fine partita il ds Merlin si presenta in sala stampa dopo qualche minuto di attesa e chiarisce subito un punto: “Non ci siamo venduti la partita”. Perché dare questo tipo di giustificazione? “Il motivo è che 20’ prima del fischio d’inizio i tifosi hanno chiamato la squadra sotto la Curva per intimarli di stare attenti perché erano certi che la squadra si era venduta la partita”. Un’informazione arrivata prima allo stesso Merlin tramite un audio messaggio da parte di uno di loro. “Sentirsi accusare di essere ‘Venduti’ non ci è piaciuto per niente. Si può dire di tutto, che siamo scarsi, che non siamo capaci, ma non si può accusare questi ragazzi di non essere dei professionisti. Lo sono stati dall’inizio alla fine anche quando sono stati lasciati da soli. Siamo andati avanti con dignità”.

Sulla retrocessione dice: “C’è solo da tornare a casa e ricominciare da zero. È difficile, pesante e faticoso. Sono cresciuto a 500 metri dalla stadio e sono retrocesso. Coi ragazzi abbiamo sognato di arrivare ad un obiettivo”.
Infine la partita: “Nel primo tempo siamo stati noi a creare e lo stesso vale nel secondo. Gli avversari ci hanno provato solo una volta trovato il gol, e anche in quei minuti abbiamo reagito. Sicuramente ci è mancato qualcosa”.

A margine, prima del match il Varese ha comunicato di aver raggiunto un accordo di sponsorizzazione con la società Speres Group di Lugano  (di Berni) di 10mila euro, una cifra che avevano annunciato sarebbe stata data alla squadra come premio in caso di salvezza. La retrocessione però è arrivata puntuale come un orologio e adesso resta da capire in che modo sarà utilizzata la cifra comunque a disposizione del Varese Calcio.

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