Nato nel 1986, il Gym’s Spirito Sportivo di Gallarate è diventato un vero e proprio punto di riferimento per quanto riguarda le strutture sportive: ha ben quattro campi da calcetto, uno da tennis, uno da squash e una palestra attrezzatissima. Ma non è tutto perchè Silvia Manzella e i suoi tre soci, Alessandro, Giuseppe e Marco, negli anni hanno promosso e sviluppato una serie di corsi e attività nei quali sport, alimentazione e cultura si incontrano e si fondono per un unico scopo: il benessere individuale di ogni persona.
E finalmente lunedì 1° giugno, dopo tre mesi di chiusura dettata dall’emergenza Covid-19, il Gym’s è ripartito con nuova linfa e nuova energia e rispettando fedelmente tutte le regole imposte dal Governo e dalla Regione Lombardia.

Come vi siete attrezzati per rispettare le linee guida attuali?
“Le regole ufficiali dalla Regione Lombardia ci sono arrivate soltanto venerdì, tre giorni prima della riapertura. Noi, però, ci eravamo già portati avanti e, con un po’ di buonsenso, abbiamo sanificato tutti gli ambienti e convertito la segreteria in una zona di accoglienza nella quale viene provata la temperatura. Abbiamo segnalato con cartelli e frecce adesive i percorsi obbligati e all’ingresso degli spogliatoi abbiamo installato dei piccoli semafori per evitare che troppe persone si trovino all’interno dello stesso locale. Diamo a tutti una serie di istruzioni su come comportarsi negli spogliatoi e per ora, per maggiore sicurezza, abbiamo deciso di non consentire l’uso delle docce. Naturalmente abbiamo messo dei plexiglass per dividere alcuni attrezzi della palestra e segnato i punti in cui si può fare corpo libero. Se la scuola di tennis e di danza ha ripreso a piccoli gruppi, in palestra si può accedere solo su prenotazione in modo da gestire e scaglionare quanto più possibile le entrate. Inoltre, fortunatamente, abbiamo a disposizione molte aree esterne ed è proprio all’aria aperta che si svolgono i corsi di aerobica dove ci si può tenere distanti gli uni dagli altri ben più dei canonici 2 metri e mezzo di distanza che facciamo mantenere al chiuso”.

Qual è il riscontro che avete?
“Finora è tornato circa il 60% dei nostri tesserati e vedo sono tutti molto rispettosi delle regole. Noto che c’è voglia di muoversi, di fare attività fisica e di tornare alla routine, ma la prima settimana dalla riapertura è stata una sorta di ambientamento, un riprendere le misure. Rispetto a prima, è tutto molto più stabilito, regolamentato e la socializzazione, che è un aspetto importante quando si va in palestra, al momento è limitata e tenuta a bada dalle norme da seguire”.

Che cosa è cambiato nel vostro modo di vedere la palestra? Che cosa avete imparato dall’emergenza?
“Insieme agli altri soci avevamo già in programma di sviluppare una metodologia di allenamento nuova e più mirata e individualizzata al bisogno di ciascuno. L’obiettivo è quello di arrivare all’equilibrio tra corpo e mente e per farlo bisogna dare spazio anche alla parte fisioterapica. Lavoreremo, dunque, su questo progetto e, inoltre, continueremo a dare contenuti online ai nostri tesserati. Personalmente, credo che questa emergenza sanitaria sia servita e abbia messo tutti di fronte alla propria vita dando a ognuno la possibilità di rivedere e correggere qualcosa dove è possibile. Dobbiamo fare buon uso, dunque, di quello che è successo e dobbiamo fare in modo che non sia stato vano e solo negativo”.

Durante lo stop, siete stati molto attivi sui social. Che cosa avete proposto?
“Ci siamo attivati per non abbandonare i nostri tesserati che si trovavano ognuno in casa propria senza la possibilità di uscire e di allenarsi con le consuete attrezzature che trovano da noi. Abbiamo organizzato, dunque, una serie di lezioni quotidiane online adatte a varie fasce d’età, ci siamo inventati allenamenti in diretta con istruttori e anche con clienti insieme e abbiamo proposto dirette con professionisti che hanno parlato di argomenti specifici quali, ad esempio, l’alimentazione, la salute e l’allenamento. Ci siamo dati da fare e il feedback è stato davvero positivo: i nostri tesserati hanno apprezzato il nostro impegno e lavoro e non sono mancati i segni d’affetto nei confronti nostri e degli istruttori che, per altro, si sono dati un gran da fare”.

Come gestite la questione legata ai mesi di abbonamento non usufruiti?
“Diamo la possibilità di prolungare l’abbonamento di tre mesi dopo la naturale scadenza oppure, per chi lo richiede, diamo un voucher da spendere entro un anno. Molti dei tesserati abituali ci sono venuti incontro e, capendo le nostre difficoltà, hanno fatto un bel gesto e hanno deciso di rinunciare al voucher”.

Personalmente, come ha vissuto la chiusura?
“Ero la più preoccupata dei soci; i miei tre colleghi, invece, erano più sereni. Dopo i primi giorni di smarrimento in cui non si capiva davvero la portata di quello che stava succedendo, mi sono attivata per dare idee e un aiuto concreto alle attività che abbiamo proposto online. Via via, poi, si è intravista sempre di più la possibilità di riaprire e, con una prospettiva davanti, tutto è diventato più semplice”.

Laura Paganini

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