La Cantù che si presenta a Varese questa sera alle 20.30 per la terza giornata del girone di Supercoppa Italiana è una squadra profondamente rinnovata, ma con qualcosa in più rispetto alla versione 2019/20. Innanzitutto, partiamo dal colpo da novanta della società brianzola ovvero il ritorno di Jamie Smith. Grazie a lui Cantù ha raggiunto gli ultimi playoff nella stagione 2017/18 e con Sassari ha vinto la Fiba Europe Cup nel 2018/19 battendo in finale quella Wurzburg ben conosciuta alle nostre latitudini. Giocatore di sicuro talento, ma anche di impatto e rendimento certo, alza il livello di gioco della squadra canturina. 

Al suo fianco c’è la gioventù di Jaaziel Johnson, giocatore appena uscito dal college di Nevada dove ha chiuso la scorsa annata con 16 punti e il 42% da 3. Interpreta il ruolo di giocatore di rottura capace di uscire dalla panchina e cambiare ritmo alla gara: l’opportunità di crescere a fianco di Smith gli farà sicuramente bene. 
In guardia c’è un’altra coppia intelligente composta da Woodard e Procida. Il primo è americano, tiratore mancino uscito da Tulsa e arriva dal Bayreuth dove ha concluso un’annata eccellente in Bundesliga: 13 punti e semifinali di Fiba Europe Cup centrate. Il secondo è uno dei maggiori talenti italiani classe 2002 – sì, avete letto bene 2002 – e ha spazio nelle rotazioni di Pancotta con 16′ contro Milano e 19′ contro Brescia con 7 punti in carniere. 
In ala il confermatissimo Andrea Pecchia: diciamo che è un vero colpo di mercato viste le sirene estive nei suoi confronti da parte di club come, ad esempio, la Virtus Bologna. Classe ’97 di sicuro impatto così come della stessa annata è Andrea La Torre, all’ultimo anno del triennale stipulato con Cantù nel 2018. 

Avvicinandoci a canestro c’è un gradito ritorno per i tifosi canturini ovvero Maarten Leunen che a 35 anni, compiuti alla vigilia del match contro Varese, torna dopo le 5 stagioni in biancoblu dal 2009 al 2014. Giocatore che sa sempre quale è la cosa giusta da fare in campo, dovrà fare da chioccia a Donte Thomas che arriva dagli olandesi del Groningen, ma non è stato molto convincente fin qui: 2 punti in 34′ di utilizzo complessivo.
Infine, il settore lunghi si completa con il positivo Kennedy, centro filiforme classe ’98 che ha già fatto vedere cose buone come verticalità, capacità di andare forte a rimbalzo e capacità di avere impatto offensivo sulle partite. Sarà con ogni certezza uno dei cardini della Cantù 2020/21. A farlo rifiatare, dalla panchina esce il camerunense di formazione italiana Jordan Bayehe. Prodotto del vivaio della Stella Azzurra Roma, si è fatto notare l’anno scorso in A2 nelle fila di Roseto – società che aveva una joint venture proprio con la Stella Azzurra – chiudendo l’annata a 11,6 punti e 7,1 rimbalzi di media: ora arriva l’opportunità di confermarsi al piano di sopra.

Matteo Gallo
(foto FB Pallacanestro Cantù)

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