Tra le società preoccupate per la situazione attuale del calcio dilettantistico c’è il Parabiago, club di Seconda Categoria (girone M). Il DG Giovanni Sala ha espresso il senso di abbandono e tristezza che sta provando attraverso queste parole che riportiamo di seguito.

In questa settimana che precede la Pasqua siamo un po’ tristi qui al Parabiago Calcio, è da più di un anno che si alternano chiusure e aperture condizionate dei nostri centri sportivi.

Mentre la Serie AB e C continuano, c’è un altro calcio che resta abbandonato, è il nostro calcio! quello dei “dilettanti”, degli adolescenti, dei bambini, delle migliaia di giocatori dimenticati.

Se qualcuno non rimetterà al centro del campo i palloni delle serie minori, se gli spogliatoi non verranno riaperti, se le partite non riprenderanno, il nostro calcio rischia di morire.

Un calcio non certo fatto di scambi milionari ma di semplici straordinarie storie di persone che dal nulla hanno dato vita a società che sono anche un po’ una famiglia allargata, il nostro mondo e anche quello del panino e salamella, ed è composto da uomini, non solo da giocatori.

Uomini e donne che con dedizione, spesso anche in maniera gratuita, danno tutto con infinita passione. Pensate a chi lava le magliette, ai dirigenti che distribuiscono le divise, ai custodi che fanno gli straordinari misurando la temperatura agli ingressi, ai ragazzini che scalpitano senza borsone, portandosi dietro solo la borraccia, ai giocatori che vanno in campo per passione senza percepire un euro.

Lasciar morire questo “nostro” calcio significherebbe perdere un patrimonio immenso.

Ci pensassero bene prima di abbandonare i nostri “panini con salamella”.

Fate presto, perché il tempo sta per scadere.

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