Con la riapertura della finestra del calciomercato dilettantistico ufficializzato ieri, cambiano gli scenari per il Città di Varese? No. Risposta secca e diretta che però non deve essere interpretata in senso negativo, bensì con l’accezione più positiva possibile: il Varese ha dimostrato di non aver bisogno di intervenire sul mercato.

Ciò certifica in primis la bontà del progetto avviato la scorsa estate, frutto di una campagna acquisti mirata e funzionale al gioco di Ezio Rossi, ma soprattutto l’efficacia del gruppo che ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per volare in alto. Iniziamo dal principio: stabilita l’impronta di gioco, quel 3-4-1-2 che garantisce copertura, solidità, fantasia ed imprevedibilità, e confermata l’ossatura dello scorso anno, la commissione mercato biancorossa è intervenuta fortificando tutti i reparti e, a differenza della passata stagione, non c’è stato un colpo sbagliato.

La porta è blindata da due giovani under in rampa di lancio: Priori (classe ’03) non si è certo fatto trovare impreparato nel momento in cui è stato chiamato in causa ma, soprattutto, Trombini (’01) ha sempre garantito una sicurezza e una tranquillità invidiabile e sconosciuta ad altre realtà. Prima o poi, lo sappiamo, subirà un gol su azione, ma i fatti dicono che al termine del girone d’andata nessuno è ancora riuscito a bucarlo se non da palle inattive.

Perso Quitadamo in difesa, Mapelli e Parpinel hanno trovato il perfetto completamento del trio con l’inserimento di una certezza di categoria come Monticone, centrale classe ’94 che vanta un’esperienza non indifferente per la Serie D; e i tre, insieme, hanno dimostrato eccome di funzionare alla perfezione. A loro si aggiunge un autentico jolly tuttofare come Premoli che, oltre al reparto difensivo, riesce a dare il suo contributo prezioso a centrocampo. La mediana è forse il fiore all’occhiello del Varese 2021/22: a Disabato e Gazo (sfortunatissimo nella prima parte di stagione, ma già tornato a ruggire là in mezzo) si sono aggiunti i muscoli e la grinta di D’Orazio e Cantatore, due mastini perfetti per il credo calcistico di Rossi. Piraccini, poi, è stato la ciliegina sulla torta in grado di legare centrocampo e attacco con classe ed efficacia.

Il reparto offensivo è stato forse quello più ingiustamente criticato, anche se, a conti fatti, gli attaccanti biancorossi hanno messo a referto 17 dei 27 gol fatti. Cappai non ha mai avuto modo di mettersi in luce a causa di continui infortuni che lo tengono lontano dal terreno di gioco. Minaj continua ad essere croce e delizia: il giovane attaccante biancorosso continua ad alternare giocate incredibili e gol (il suo score è migliorato rispetto all’anno scorso) ad errori clamorosi negli ultimi sedici metri. Pastore si è inserito alla grande nel gruppo distribuendo gioco e palloni su tutto il fronte offensivo, risultando estremamente prezioso nel far salire la squadra e giocare con il cronometro (aspetto estraneo al Varese prima di questa stagione); deve solo trovare più continuità realizzativa. Di Renzo si è dimostrato un elemento imprescindibile per il gioco di squadra in virtù del suo encomiabile spirito di sacrificio che, di conseguenza, lo ha portato a realizzare meno di quanto ci si aspettasse da lui; chiaro che senza il centravanti classe ’90 non sarebbe così facile. Infine, il boom di Mamah ha garantito un discreto aumento del numero di gol dell’attacco, nonché un’atletismo eccezionale e determinante nell’aiutare la squadra in fase difensiva; il suo infortunio non ha fin qui inciso sul rendimento.

A tutto questo si sono aggiunti gli under per puntellare la squadra: Foschiani e Tosi hanno avuto la bravura e la capacità, oltre alla necessità anagrafica, di ritagliarsi un posto da titolari sulle fasce (per il classe ’03 Foschiani si contano anche già due reti), mentre i fratelli Baggio non hanno mancato di far valere il proprio apporto nel momento in cui sono stati chiamati in causa.

Pertanto, chiuso questo lungo excursus, possiamo tornare a concentrarci sulla questione iniziale. Nel momento in cui si è aperta la sessione invernale di calciomercato, quindi, il Varese non ha avuto bisogno di intervenire per stravolgere la squadra (come invece fatto da molte avversarie): salutati Ebagua (rescissione consensuale) e il classe ’03 Aiolfi (in prestito a Gavirate), forse gli unici due flop del primo semestre, il Varese non ha certo subìto contraccolpi. Anzi, poiché i due non avevano di fatto trovato spazio nelle rotazioni, è stato come se nulla fosse cambiato. L’unica necessità di mercato, come evidenziato a più riprese dallo stesso Rossi, era l’acquisto di un paio di under per avere una maggior scelta nel turnover: ecco pertanto l’annuncio di Mendolia che ha risposto in parte a questa esigenza (annoveriamo, ad onor di cronaca, anche l’arrivo in biancorosso di Mastai per la Juniores).

Tutto qui? Sì perché, e lo sottolineiamo nuovamente, la politica del Città di Varese non prevede l’acquistare qualcuno tanto per farlo, per far vedere che la società si muove. Rossi aveva detto di voler due giovani: uno è stato trovato, evidentemente nel panorama del mercato invernale non sono stati individuati profili utili alla causa biancorossa. Con l’apertura di una nuova sessione, i biancorossi avranno tempo fino al 10 febbraio per aggiungere un tassello prezioso alla squadra ma, qualora non si trovasse, non sarebbe certo un dramma. Ciò non preclude comunque (lo sappiamo, le vie del mercato sono infinite) la possibilità, qualora ce ne sia l’occasione, di piazzare un colpo a sorpresa.

La certezza, al momento, è che il Città di Varese è focalizzato sull’anticipo di sabato 29 gennaio al “Franco Ossola” contro la Lavagnese, forte di un gruppo compatto, completo, in salute, e capace di far fronte a qualsiasi problematica. Se poi si aggiungerà qualcuno, tanto meglio; a dircelo sarà il mercato.

Matteo Carraro

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