178 chilometri, 20 muri, tre settori di pavé e 7h30′ su un tandem: i numeri restituiscono solo in parte la portata dell’impresa, l’ennesima, che Daniele Riccardo e Graziano Gallusi hanno portato a termine sabato scorso. I due grandi amici uniti dalla passione per il ciclismo hanno conquistato il Giro delle Fiandre portandosi a casa la celebre medaglia.

Una volta tagliato il traguardo, al netto della stanchezza, l’entusiasmo della vigilia non ha fatto che moltiplicarsi: i (comprensibili) dubbi e timori della vigilia nell’approcciarsi ad una delle classiche monumento del ciclismo hanno lasciato spazio all’adrenalina e all’immensa soddisfazione. Sentimenti così forti che Daniele non vede l’ora di ripetere, ma più in grande: “Siamo felicissimi. Abbiamo vissuto un’avventura di quasi 180km tra fretto, pavé e salite, ma è stato bellissimo e divertente. Lo rifaremo sicuramente, anche se la prossima volta sarà obbligatorio fare il percorso più lungo: il Fiandre merita davvero perché ti regala un’atmosfera e un’emozione unica“.

Il freddo del Belgio (partenza con -5° e arrivo a 2°) è stato compensato dal calore del pubblico, legato indissolubilmente all’amore per le due ruote, che hanno spinto Daniele, Graziano e tutti gli altri partecipanti, muro dopo muro, fino al traguardo. “Fantastico – si esprime in merito l’atleta varesino –. Non ci sono altre parole, perché sentire l’attaccamento e la passione dei belgi per il ciclismo è qualcosa di indescrivibile“.

Tutto bello, bellissimo, ma anche faticoso. “Vero conferma Danieleperché gli ultimi due muri li ho sentiti eccome. Non pensavo che l’Oude Kwaremont e il Petersberg fossero così duri, ma il nostro orgoglio più grande è stato quello di concluderli sempre pedalando, senza mai scendere. Solo sul Koppenberg abbiamo dovuto mettere i piedi a terra perché c’è stato un rallentamento e una piccola caduta di due atleti davanti a noi, ma per il resto siamo sempre stati in sella. Un grazie, in questo senso, ad Alberto Prandoni di Vince Team: con i suoi integratori abbiamo avuto l’energia per affrontare la sfida chilometro dopo chilometro. Ci è sempre stato vicino dandoci fiducia e supportandoci in tutto; oltre a questo ci offrirà la Roubaix, per cui voglio davvero dirgli grazie“.

Scollinato il Paterberg, comunque, altra sofferenza. “C’era un fortissimo vento laterale – continua Daniele –. Io e Graziano eravamo a tutta, esausti, e non riuscivamo ad andare oltre i 27km/h. In ogni caso, lo ripeto, dopo aver tagliato il traguardo è rimasta solo la felicità e Graziano era entusiasta: siamo stati il primo tandem italiano a portare a termine un Fiandre e Graziano è stato il primo atleta azzurro non vedente a farlo. Un orgoglio“.

Un orgoglio e un privilegio poter assistere anche alla corsa dei professionisti che Daniele e Graziano hanno vissuto sul Kwaremont. “Ci sarà stato almeno un milione di persone, una roba pazzesca. Mi ha fatto molto piacere vedere il ds dell’Astana Stefano Zanini: mi ha riconosciuto, ci siamo salutati ed è stato per me un gran bel momento. Poi vivere di persona l’atmosfera magica del Giro delle Fiandre dei protagonisti non si può descrivere a parole“.

I due ciclisti avranno però poco tempo per godersi i doverosi complimenti, perché la prossima impresa incombe e l’incontro con le pietre della Parigi-Roubaix si avvicina in fretta. “Giovedì prossimo partiremo per Bruxelles per poi spostarci a Roubaix: l’Inferno del Nord ci aspetta e voglio entrare nel velodromo con il tandem alzato“.

Matteo Carraro

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