Quarto posto in campionato, accesso ai playoff, vittoria in semifinale e successo in finale per entrare nella graduatoria ripescaggi (e sperare). La stagione 2021/22 del Città di Varese si chiude così, in trionfo, con le immagini di festa e di gioia capaci di cancellare anche i momenti più bui di una lunga annata trascorsa sempre nella parte alta della classifica del Girone A di Serie D.

In attesa di capire quale sarà il futuro biancorosso (Serie C? I tifosi la bramano) è però tempo di fare le doverose valutazioni sul cammino appena concluso. In altre parole: è il momento del pagellone di fine stagione. Cominciamo quest’oggi analizzando il lavoro della società e dell’area tecnica; ecco i voti e giudizi a staff e dirigenti:

ALLENATORI

Gianluca Porro 9 – “Umiltà e consapevolezza senza scadere nella presunzione“. Il suo mantra è stato scolpito nella testa dei giocatori fin dal primo istante in cui ha messo piede nello spogliatoio biancorosso. Dopo aver lavorato da sempre con le categorie giovanili (ben sapendo, dunque, quanto la testa conti), al debutto in Serie D ha subito individuato il problema della squadra nella mancanza di serenità. E così, giorno dopo giorno, ha svincolato i ragazzi dalla pressione che una piazza come Varese comporta procedendo (ecco l’altro diktat) “a piccoli passi per costruire qualcosa di grande“. E i piccoli passi, prima timidamente (sconfitta a Sanremo e pari casalingo al debutto) poi con decisione (sei vittorie inframezzate da un pareggio), hanno portato il Varese a vincere qualcosa di grande, i playoff, e sognare qualcosa di ancor più grande, la Serie C. Arrivato in punta di piedi con il compito di potare a termine la stagione, Porro ha saputo imporsi come trascinatore di una piazza la cui passione doveva essere alimentata e ora, dopo sole nove partite, diventa difficile rinunciare ad un profilo del genere. Leader

Leonidas Neto Pereira 8 – Nella transizione da Rossi a Porro, l’ex numero 10 biancorosso ai tempi della Serie B è sempre stato la costante. Presenza silenziosa ma cruciale, prezioso nel lavoro sul campo e nella lettura delle partite, ma anche e soprattutto nei momenti di stacco post allenamento. Umiltà e determinazione unite ai sorrisi che lo hanno sempre contraddistinto: strano a dirlo, ma Neto Pereira sta facendo gavetta e la sta facendo bene perché questo Città di Varese è anche suo. Indispensabile

Ezio Rossi 6 – Non serve esseri ipocriti e non ha senso cancellare quello che c’è stato prima: da una salvezza conquistata con voglia e sudore lo scorso anno, ad una prima parte di stagione condotta per lunghi tratti al secondo posto. Diamo al tecnico torinese quel che è del tecnico torinese. Poi, è evidente, qualcosa si è rotto: lo snodo può essere stata la sfida del “Franco Ossola” contro il Novara. Focalizzarsi troppo su quell’episodio (gol di mano di Benassi) ha portato la squadra a mollare a livello mentale, entrando in un vortice nero da cui è stato possibile uscire solo con un cambio di rotta. Il mister era lui ed è giusto che avesse le sue idee anche a livello tattico e di interpreti; portarle allo stremo è stato però un errore e i rapporti con la tifoseria (già di per sé non idilliaci) si sono irrimediabilmente incrinati. Abbandonare il progetto è stata una naturale conseguenza, ma anche la separazione (tornando a Torino la sera stessa del pareggio contro il Bra affidando ai social il congedo) ha sollevato qualche critica. Anche questo, comunque, fa parte del suo carattere; prendere o lasciare. Intransigente

STAFF

Paolo Bertoletti (preparatore dei portieri) 8 – Nel momento più difficile della stagione di Luca Trombini ecco la scelta coraggiosa e per certi versi inaspettata, ma condivisa in sinergia con ragazzi e mister: spazio ad Elia Priori per un paio di giornate e riposo, soprattutto a livello mentale, per il portierone biancorosso. Il risultato? Tutti ne hanno beneficiato. Il livello degli estremi difensori biancorossi si è assestato sul medio alto con qualche logico scivolone compensato da picchi altissimi (tra cui la partita di domenica a Sanremo in cui Trombini ha dimostrato tutto il suo valore rispondendo a modo suo a qualche critica ingenerosa). Sia Priori sia Trombini sono promossi a pieni voti e, pur sottolineando le qualità dei ragazzi, un doveroso grazie va anche a chi li ha preparati. Sguardo severo sul rettangolo verde, grandi sorrisi fuori, ma la determinazione è sempre la stessa e la cultura del lavoro quotidiano non lo abbandona mai. Stakanovista

Paolo Bezzi (preparatore atletico) 8 – “Bezzi is on fire!“. Il coro della squadra al preparatore atletico la dice lunga su quanto il Prof. Bezzi si riuscito ad entrare nel cuore dei biancorossi. Sorriso, entusiasmo e voglia di scherzare, ma quando c’è da lavorare il suo volto si trasforma in una maschera di granito fatta di concentrazione e volontà. Ogni domenica lo stesso iter: dal riscaldamento sul campo al passaggio dietro la telecamera sulle tribune per riprendere il match, 90′ vissuti con un nodo alla gola mentre guarda i suoi ragazzi dare tutto. Il Varese è arrivato ai playoff in una forma atletica strepitosa (al netto di qualche fuori giro) e il merito è tutto suo. Determinante

SOCIETÀ

Stefano Amirante Stefano Pertile 8 – Se non si sogna non si va da nessuna parte. Il sogno aveva portato Amirante e Pertile a cominciare l’avventura con il Città di Varese in Terza Categoria; il sogno li aveva portati a tentare un salto ambizioso in Serie D; il sogno li ha portati a diventare una delle realtà più concrete della categoria; quello stesso sogno potrebbe ripotare i colori biancorossi nel professionismo. Sognare non costa nulla, ma per mettere in pratica i progetti bisogna avere basi solide su cui costruire. Le basi ci sono e, mattone dopo mattone, il Città di Varese continua a crescere: squadra, settore giovanile, struttura societaria. Avanti sempre con quel sogno. Ad inizio anno l’obiettivo (dichiarato) era di concludere nella metà sinistra della classifica: traguardo raggiunto e tagliato brillantemente con la vittoria playoff. Adesso palla alla burocrazia. Pragmatici sognatori

Alessandro Merlin 7.5 – Squadra completa e funzionale alle esigenze di mister Rossi ad inizio stagione; nel mercato invernale serviva puntellare la rosa con un paio di under e qui è forse mancato qualcosina, aspetto evidente soprattutto nel momento di maggior difficoltà dal punto di vista degli infortuni. Sta di fatto che il gruppo creato è stato in grado di raggiungere un eccezionale livello di alchimia e, soprattutto, di aggiudicarsi i playoff a scapito di squadre che erano state costruite per vincere con budget decisamente più alti. Obiettivo raggiunto, chapeau. Ultimo, ma non meno importante, vederlo vivere ogni sfida con quel trasporto dalle tribune dimostra quanto Merlin tenga a questa squadra. Efficace

CITTÀ DI VARESE 8
Un marzo nero (due punti in cinque partite), arrivato dopo una fase di flessione, ha rischiato di compromettere la stagione del Città di Varese. Questo, unito alle dimissioni di Ezio Rossi (la sensazione è che il tecnico abbia mollato dopo la sconfitta con il Novara), poteva affossare chiunque, ma non lo spirito del Varese che si è affidato a qualcuno che il biancorosso ce l’ha tatuato sulla pelle: Gianluca Porro ha preso le redini della squadra e, superata la sconfitta all’esordio (immeritata) contro la Sanremese, due pareggi e quattro vittorie hanno blindato il quarto posto. Oggi pomeriggio il Varese se la vedrà con il Casale per il primo turno playoff; comunque vada Porro ha saputo risvegliare quel sentimento che contraddistingue questi colori e la tifoseria non ha mancato di sottolinearlo. Cuore biancorosso

Matteo Carraro

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