Ogni fine ha un nuovo inizio e ogni avventura regala un’esperienza da cui ripartire. Una parabola di vita, e di sport, che non può essere spezzata e che ha portato Matteo Torchio a riavvolgere il nastro, e a ripartire da quelle basi che lo avevano lanciato, per rifondare il movimento hockeistico giovanile di Varese.

Dopo la fine della sua presidenza alla guida dei Mastini Varese con il passaggio di consegne a Carlo Bino (la nascita dell’HCMV Varese Hockey è stata ufficializzata la scorsa settimana), Torchio non ha perso tempo e ha subito iniziato a lavorare con la sua Cooperativa per dar vita a un nuovo progetto orientato al futuro. Immancabile, tuttavia, l’augurio alla nuova società che sarà impegnata in IHL a partire dalla prossima stagione. “Ogni cosa ha un inizio e una fine – esordisce Torchio – e credo fosse arrivato il momento di dare nuovi stimoli e nuove idee. Mi auguro, e ne sono certo, che l’HCMV Varese Hockey ne abbia in abbondanza affinché il movimento hockeistico di Varese prosegua nel miglior modo possibile”.  

Cosa le ha lasciato questa esperienza? La sensazione respirata sui social è di parecchio affetto nei suoi confronti…
“Di sicuro tanti tifosi si sono affezionati a me e, viceversa, io mi sono affezionato a loro: abbiamo vissuto insieme momenti belli e periodi di tristezza, ma se guardo al bilancio di questi tre anni non posso che vedere il bicchiere mezzo pieno. Siamo arrivati a giocare una finale di Coppa Italia persa per un punto e il Covid ci ha negato la possibilità di arrivare alla finale; il nostro cammino si è interrotto in semifinale contro Merano, ma abbiamo contribuito in maniera sostanziale alla crescita del movimento varesino”.

Adesso spazio al nuovo progetto interamente dedicato ai giovani. Da dove nasce questa volontà?
“La scelta di dividere il settore giovanile dalla Prima Squadra è stata dettata da un “ritorno alle origini”. Quando siamo partiti nel 2016 con il progetto della Cooperativa abbiamo voluto cominciare dalle basi: in una stagione e mezza siamo passati da una trentina di ragazzi a circa 120 elementi e solo in un secondo momento ci siamo concentrati sulla Prima Squadra. Il Covid, chiaramente, ci ha dato un duro colpo riducendo il numero ad una quarantina di tesserati: ad oggi era impensabile rilanciare il settore giovanile parallelamente alla mole di lavoro necessaria per mandare avanti la Prima Squadra. Bisognava scegliere dove investire le risorse e, poiché la Cooperativa era nata proprio con questo intento, mi è sembrato giusto dare slancio a questo progetto: cominceremo fin da subito a portare avanti atleti che un domani giocheranno nella Prima Squadra di Varese”.

Ci sarà pertanto un filo diretto con l’HCMV Varese Hockey?
“La precedenza sarà sempre data alla società di Varese. I ragazzi dell’Under9 giocano con il Mastino sul petto e devono vedere come idoli i ragazzi della Prima Squadra con la stessa maglia addosso. Se si guarda un idolo si vuole arrivare al suo livello e il nostro augurio è proprio quello”.

A livello numerico che aspettative avete?
“Quando siamo partiti nel 2016 non sapevamo cosa aspettarci e in soli 18 mesi siamo arrivati ai numeri di cui abbiamo parlato. Ora ripartiamo con il vantaggio di sapere come muoverci e, pertanto, vogliamo arrivare agli stessi numeri in tempi più ristretti”.

A tal proposito quanto è importante poter contare nuovamente sul Palaghiaccio di Varese?
“È essenziale, perché avere una struttura in cui lavorare è la base per ogni società. Gli atleti che sono rimasti con noi negli ultimi anni lo hanno fatto grazie agli immensi sacrifici dei genitori e a loro va il mio ringraziamento più grande. Grazie all’aiuto del Comune abbiamo abbassato le quote d’iscrizione, ma il problema vero è stato relativo alla logistica: un conto è “perdere” un quarto d’ora per portare tuo figlio ad allenarsi, un altro è dover andare a Milano e tornare sacrificando almeno un paio d’ore. Anche per questo motivo non siamo riusciti a portare avanti né il discorso della Scuola Hockey né la fase di reclutamento. Con l’apertura del Palaghiaccio, e non ho timore nel dire che sarà una delle strutture più belle del Nord-Ovest, confido che molti bambini e ragazzi si avvicinino al ghiaccio in tutti i suoi sport. In parallelo, ovviamente, l’augurio è che la Prima Squadra raccolga grandi successi in modo che i ragazzi s’innamorino dell’hockey, lo sport senza motori più veloce al mondo”.

Ci saranno sinergie con altre società?
“Il discorso Farm Team è relativo solo ed esclusivamente alla Prima Squadra per cui sarà di competenza dell’HCMV. Per quel che ci riguarda ci sono ovviamente altri tipi di accordi da fare e, a seconda delle varie categorie, stiamo parlando con alcune società. Al momento sono però discorsi prematuri: sabato avremo una riunione con i genitori, raccoglieremo ogni spunto possibile, e ci muoveremo di conseguenza”.

Quali sono gli obiettivi e le prospettive nell’immediato?
“In primis vogliamo avvicinare quanta più gente possibile al mondo dell’hockey per il bene della città: più numeri hai nel settore giovanile più sarà possibile coltivare talenti per la Prima Squadra. A tal proposito vogliamo completare la filiera in ogni categoria arrivando ad allestire l’Under17 e l’Under19 in modo che la Prima Squadra possa avere un ricambio generazionale: dai 16 anni compiuti si può giocare tra i grandi, ma prima è doveroso fare esperienza. Il sogno, infine, è quello di coltivare talenti che possano ritagliarsi uno spazio sui palcoscenici a livello nazionale e internazionale”.

Rivedremo Matteo Torchio al PalAlbani?
“Compatibilmente con i compiti, che ho forse tralasciato un po’ troppo, di genitore e di settore giovanile, verrò a seguire le partite della Prima Squadra tutte le volte che potrò. La fede nei Mastini non si perde mai”.

Matteo Carraro

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