La Caronnese si appresta a vivere una sorta di anno zero, ma non per questo le ambizioni societarie devono essere rimodulate al ribasso. Lo dimostrano i primi acquisti, un ottimo mix tra esperienza e gioventù cui si sono già aggiunti i migliori talenti dell’Under19 di Alessandro Munari (confermatissimo alla guida della Juniores Nazionale rossoblù), messi a segno da Davide Raineri.

“Sono qui perché conosco la dirigenza da oltre trent’anni – spiega il neo DS – e già in passato c’erano stati dei contatti. Io abito a una ventina di chilometri dal campo e quest’anno si sono incastrate le giuste condizioni affinché io accettassi l’incarico. La società è nota da sempre per la sua serietà e francamente non potevo chiedere di meglio”.

L’impatto con il mondo rossoblù visto dall’interno com’è stato?
“Come ho già detto la Caronnese è una realtà ben consolidata sul territorio, ma la prima impressine è andata ancora oltre le mie aspettative. Mi è stata data totale autonomia per quel che mi dovrà competere: magari non ci sarà un budget stratosferico, ma la società è retta da una famiglia che non ha bisogno di presentazioni. Già solo il fatto che stiano investendo sulle strutture, sugli spogliatoi e su un secondo campo testimonia la volontà di crescere proprio a livello dirigenziale. Le sensazioni sono positive e mi sento fortunato nel poter lavorare qui”.

Il primo passo sul mercato è stato l’annuncio di mister Moretti: come si è arrivati a questa scelta?
“Non nego di aver avuto appuntamenti con Andrea Ardito e Stefano Di Gioia, rispettivamente ex Castellanzese e Pro Sesto; poi, una mattina, parlando con il DS del Sangiuliano Alessio Battaglino ho scoperto che un suo grande amico, Simone Moretti per l’appunto, voleva iniziare una carriera da primo allenatore dopo l’eccezionale gavetta fatta come vice di Zaffaroni. Ci ho quindi fatto due chiacchiere davanti ad un caffè e mi ha subito convinto sia per la persona che è sia per le idee calcistiche; trovare un accordo è stata la naturale conseguenza”.

Passando al suo campo, invece, che mercato è stato e sarà?
“Si sapeva che Raffaele (Ferrara, ndr) sarebbe andato via per cui c’è stato un vuoto di un mesetto. Io mi sono mosso chiamando i giocatori che ritenevo potessero continuare a far parte del nostro progetto, ma non tutti mi hanno dato la loro disponibilità; di conseguenza ho iniziato a valutare i profili più adatti per sostituirli. Il primo passo è stato quello di blindare la difesa per poi spostarsi negli altri reparti: al giorno d’oggi non è facile fare mercato con le cifre che stanno girando, ma è sempre possibile trovare calciatori e uomini veri”.

Continuerà ad esistere lo stretto rapporto tra la Prima Squadra e la Juniores?
“Certamente, anche perché nella nostra ottica la Juniores fa parte a tutti gli effetti della Prima Squadra. La mia volontà non è stata certo quella di arrivare e distruggere quanto fatto prima per cui mi è sembrato giusto valorizzare il lavoro di mister Munari; tanti ragazzi si sono spostati a Legnano, motivo per cui ci sarà tanto lavoro da fare anche per l’Under19”.

Per quella che è la sua esperienza, qual è la chiave vincente in Serie D?
“Parliamo di un bel campionato, davvero difficile, ma pur sempre dilettantistico. In campo scendono quattro giovani il che significa che bisogna averne in rosa almeno una decina e trovarli tutti pronti per essere titolari non è facile. Per questo motivo occorre indovinare anche quei tre o quattro giocatori d’esperienza che possano trascinare lo spogliatoio anche nei momenti più difficili. Io tendo sempre a fare l’esempio dell’Inveruno: per quanto fossero giocatori di per sé validi, già a ottobre avevamo capito che saremmo retrocessi perché ci mancava la giusta amalgama”.  

Bilanciando esperienza e gioventù, quali devono essere le ambizioni della Caronnese quest’anno?
“Quando si cambia si rischia sempre qualcosa. Il nostro obiettivo primario è pertanto quello di mantenere la categoria e mi aspetto che tutti, soprattutto chi magari arriva da annate non encomiabili, facciano emergere il proprio valore. Mi riferisco in particolare a Marco Gaeta e Gilles Duguet che devono ritrovare il proprio spirito e riscattare le ultime stagioni; se sono qui è perché crediamo in loro”.

Le amichevoli scelte sono funzionali alla preparazione?
“Come sempre. Inizieremo il 25 luglio per arrivare nelle migliori condizioni possibili ai primi appuntamenti della stagione e le amichevoli sono fondamentali per iniziare a prendere il ritmo. Eravamo incerti se disputare quella del 3 agosto contro l’Albinoleffe perché sarà davvero impegnativa, ma alla fine è giusto iniziare subito forte. L’8 sarà la volta del Brusaporto, il 13 del Renate e il 19 della Vergiatese; il tempo per far bene c’è e la Caronnese si farà trovare pronta”.

Matteo Carraro

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