Mi è piaciuto moltissimo come la squadra abbia giocato d’insieme, con coralità, vedendo i giocatori aiutarsi ed incitarsi l’un l’altro, in campo come in panchina“. Sono parole queste di coach Matt Brase che, al termine della vittoria contro la UNAHOTELS Reggio Emilia, ha voluto sottolineare la coesione di gruppo e lo spirito che ha guidato i suoi ragazzi per tutti i 40′ di Reggio Emilia.

Un elogio alla collettività, al gioco di squadra, che ha significato due punti per Varese e che continua a tracciare un solco importante in questo inizio di stagione biancorossa.
Inizio di stagione che ha visto, anche in terra reggiana, un dominio da parte dei biancorossi che per la terza volta in stagione hanno dominato il match, nel punteggio e sul piano del gioco dal primo all’ultimo minuto. Se poi ci aggiungiamo anche i 25′ di Brescia il quadro diventa quanto mai esemplificativo di una costante tanto bella quanto oggettiva da analizzare.

Sì perché, al di là di quelli che possano essere i limiti e gli errori che la OJM deve ancora superare e limare, ciò che più balza all’occhio è la continuità non tanto nello stesso match, quanto nelle prestazioni che sa fornire il gruppo biancorosso in questo momento. L’approccio, il modo di gestire ritmo e momenti, la capacità di creare quel break di +10 a metà terzo quarto, il fatto di rimanere sempre davanti nel punteggio, sono costanti che una squadra banale o molto più semplicemente scarsa, non sarebbe in grado di ripetere partita dopo partita, avversario dopo avversario.

Merito di un gruppo, nel quale a Reggio spiccano tre singoli, i tre moschettieri biancorossi: Colbey Ross, la luce e il faro di questa squadra, in grande crescita, che mostra ampissimi margini di sviluppo, bravo a condurre il ritmo in tutto il match, annichilendo un Cinciarini messo in grande difficiolà su entrambe i lati del campo. Il secondo è senza dubbio Markel Brown, giocatore totale alla seconda prova totale di fila del suo campionato: 11 punti, 7 rimbalzi difensivi, intensità, qualità e peso dei canestri e delle scelte, insomma leader. Infine lui, Justin Reyes, l’equilibratore, l’elemento su cui ruota la scommessa societaria di una squadra piccola che gioca con un 4 atipico come lui, capace anche ieri di fare la differenza, accettando il confronto diretto con Reuvers, Olisevicius o Hopkins in difesa, abile e letale nel gestire e trasformare in punti i canestri più pesanti dell’ultimo quarto varesino.

Avevamo descritto il match di Reggio Emilia come un primo esame per questa Varese che lo supera a pienissimi voti e che ora è attesa da un altro test probante da superare per non rendere vano questo blitz, settimana prossima contro Treviso degli ex Banks e Sorokas, per continuare a crescere e stupire, guidata dal mantra “tutti per uno e uno per tutti” che è la costante più bella di questo inizio di stagione.

Alessandro Burin

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui