Era la partita da vincere. Era. E adesso che si fa? Si riparte. Di retorica spiccia, in realtà, i tifosi biancorossi se ne fanno poco perché i freddi numeri del Città di Varese sono davvero impietosi. Dai cinque punti della parentesi Gianluca Porro (un punto a partita con la media di 1.6 gol all’attivo e 1.8 al passivo) si è passati agli undici raccolti da Luciano De Paola nelle successive quattordici sfide: 0.78 punti a partita per una media di 0.92 gol fatti ogni 90’ e di 1.78 reti subìte).

Dati simili (se non per la percentuale di gol realizzati che è quasi dimezzata) ma che inevitabilmente portano i tifosi a chiedersi: perché? Una semplice parola che dà adito a molteplici interrogativi. Perché il cambio in panchina per far peggio? (La speranza era di far meglio). Perché De Paola continua ad avere la fiducia della società? (La dirigenza dovrebbe ammettere di aver commesso un altro errore, anche se a quanto pare è in discussione la situazione di classifica). Perché non si riesce a dare una svolta a questa stagione? (Un gruppo sano e coeso è stato letteralmente smantellato pezzo per pezzo ed è difficile ricostruire senza fondamenta). Perché dalle parti del Franco Ossola si respira un innaturale clima di negatività? (La società non si è mai dimostrata maestra nella comunicazione e l’empatia nei confronti dei tifosi, il segreto del successo di altri sport, è vista in maniera superflua).

Le domande potrebbero andare avanti all’infinito, ma tutte portano alla medesima conclusione: il progetto 3.0 del Città di Varese ha fallito e rischia di implodere su sé stesso, con lo spettro della retrocessione in Eccellenza che si fa sempre più consistente. Verissimo, il campionato è ancora lungo e i 45 punti in palio potrebbero far dormire sonni tranquilli; solo quattro giornate fa, però, i punti in palio erano 57, eppure il Varese non si è mosso di un millimetro in classifica (anzi, è scivolato indietro passando dal +1 sui playout all’attuale -8 dalla salvezza). Torniamo alla domanda di prima: perché? Perché a furia di “non è questa la partita da vincere” ci si è forse dimenticati che ogni partita è da vincere. Questa è la mentalità di una grande squadra e di una società costruita davvero per vincere (vedi Lumezzane o Giana Erminio, giusto per fare due nomi di club incontrati recentemente); cosa che, evidentemente, il Città di Varese non è.

La sconfitta interna contro la Virtus CiseranoBergamo ha messo a nudo (qualora ce ne fosse bisogno) ogni difetto del nuovo corso biancorosso. Difetti che, con un minimo di volontà, si potrebbero correggere a cominciare dalla prossima cruciale sfida contro il Seregno. Gli azzurri hanno ottenuto un’importante successo sul campo del Villa Valle volando a +5 sul Varese (a -3 dalla salvezza diretta) e sperano di aver trovato quel cambio di passo tanto ambito anche dai biancorossi: scontato ribadire che la prossima partita è da vincere ma, per non scadere ancora nella retorica, è bene che si lasci parlare solo il campo (nella speranza di avere un responso diverso da quello delle ultime cinque gare).

All’andata fu 2-2 e, fatto curioso, nessuno dei quattro marcatori dell’epoca sarà della partita: Piraccini e Mapelli hanno lasciato il biancorosso nel controverso mercato invernale (direzione Caronnese e Legnano), ma anche Felleca e Diop non fanno più parte del Seregno. Si affronteranno due squadre diverse, ma accomunate dallo stesso obiettivo (la salvezza) che passa imprescindibilmente dal match di domenica. Sia chiaro, vincere non sancirà la rinascita del Varese ma potrebbe rappresentare un primo passo di un’autentica scalata; un percorso che non dovrà prevedere il distinguo tra “questa non è la partita da vincere” e “questa è la partita da vincere” e che non dovrà trovare nessun tipo di giustificazione (a tal proposito la prolungata assenza dello squalificato Alessandro Rossi non dovrà incidere)

Prima di domenica, una lunga settimana di lavoro e di riflessioni inaugurata quest’oggi dalla seduta pomeridiana delle 14.30 che sarà replicata anche giovedì e venerdì (appuntamenti mattutini per domani alle 10.30 e sabato con la rifinitura): cinque passi per compiere quello decisivo a Seregno.

Matteo Carraro

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui