Si è chiusa domenica sul campo di Oleggio la carriera di Marco Allegretti. Per l’ala nativa di Angera si chiude un capitolo iniziato nel lontano 99/00 in maglia Roosters Varese con tante stagioni vissute da protagonista soprattutto fra serie A e A2. Si chiude in quella che forse è stata una delle stagioni più difficili vissute sul parquet.

Marco, come valuti questo campionato 2022/23 ora che è finita l’annata?
“E’ stata molto difficile. Immaginavo che potesse esserlo, abbiamo giocato una pallacanestro molto corri e tira dove io centro un pò poco. Lo sapevo, ma speravo saremmo riusciti a fare un pò meglio di quanto hanno detto la classifica e i risultati finali. Ha inciso anche il fatto che non sapevamo mai in quanti saremmo stati e con che squadra saremmo andati in campo la domenica. Sono problematiche che alla fine hanno avuto il loro peso sui risultati finali. In campo si è visto che facevamo fatica, mi spiace dato che è stato il mio ultimo anno sul parquet e mi sarebbe piaciuto chiuderlo diversamente”.

Una carriera che si chiude sul parquet di Oleggio con un bellissimo saluto da parte della squadra e una maglietta dedicata con la scritta “Grazie Alle” e la gara che si ferma per un paio di minuti quando coach Donati fa uscire dal campo nel finale il capitano dei varesini.
“Stavo già valutando l’anno scorso di terminare la mia carriera, ma il nuovo progetto lanciato da Varese Basketball mi ha incuriosito e volevo assolutamente esserne parte. Ora ho deciso di smettere: sono contento di tutto quello che ho fatto nella mia carriera e sono contento di essere tornato a Varese e chiudere con questi quattro bellissimi anni in serie B prima con Robur e quest’anno, appunto, con Varese Basketball”.

La tua carriera parla per te e anche la tua longevità evidenzia quanto sia stata una fulgida carriera. Fra tutte le tue esperienze, quali sono i ricordi che oggi vedi più vividamente?
“I ricordi di Varese sponda Pallacanestro Varese non possono che essere stupendi. Sono stati i miei primi anni da professionista e sono stati fantastici anche se sono stati anni difficilissimi perchè la Varese post scudetto ha vissuto stagioni travagliate a livello di risultati. Mi ricordo con piacere gli anni di coach Magnano perchè mi massacrava negli allenamenti, ma mi dava anche molto responsabilità; anche della squadra di coach Cadeo ho splendidi ricordi e, soprattutto, la fiducia che lui diede sia a me che a Bolzonella concedendoci tanti minuti in campo. Le due promozioni con Ferrara e con Venezia sono nel mio cuore: in entrambe le società ho trascorso tre anni piene di ricordi e belle prestazioni. L’esperienza di Cagliari è stato qualcosa di veramente nuovo e anche lì fece da chioccia insieme ai due americani ad un gruppo veramente giovane. Sono molto contento di ciò che ho fatto: ci sono stati momenti più alti e altri più bassi, ma la pallacanestro mi ha permesso anche di conoscere tantissime persone con cui ancora oggi ho degli ottimi rapporti. Non ho nessun rimpianto. Ho avuto la fortuna nel 2008 di essere stato anche nel giro della Nazionale e disputare alcune competizioni con la maglia azzurra”.

In tutti questi anni non c’è una “sliding door” cui ancora oggi pensi?
“Onestamente sì. Quando firmai per Napoli, società che dopo pochi mesi purtroppo implose su sè stessa, mi voleva fortemente Brescia: avessi scelto la società lombarda avrei centrato un’altra promozione…Ho sbagliato la mia scelta estiva, però, è una questione di fortuna. A Napoli mi presentarono un bellissimo progetto e la squadra era molto forte: il problema è che dopo un mese di stagione era già diventato chiaro come i problemi economici fossero insormontabili…poi mi sono dovuto operare a fine anno al tendine d’Achille per cui è stato proprio un periodo nero”.

Smessi i panni del giocatore, cosa farà da grande Marco Allegretti?
“Mi piacerebbe restare nell’ambiente e continuare ad allenare. Ho già iniziato a seguire un gruppo di ragazzi con cui mi sto divertendo. Vediamo cosa succederà: ora è presto, ma a Varese sto bene, la pallacanestro è sempre stata la mia vita e restare in questo ambiente sarebbe fantastico”.

Matteo Gallo

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