Coach Carlo Parisi ha osservato ieri pomeriggio per la prima volta la sua nuova Unendo Yamamay all’opera nell’amichevole vinta per 3-1 contro Bolzano. Dopo le prime tre settimane di allenamenti affidati al suo vice Massimo Dagioni e al preparatore atletico Ezio Bramard, Parisi da lunedì tornerà al timone di quella squadra che da dieci stagioni è la sua.
“Avevo voglia di tornare ed ero molto curioso di vedere in campo le mie giocatrici. Durante la gara ho avuto sensazioni positive anche se so che le ragazze erano molto affaticate per la pesante preparazione di questi giorni e, in particolare, per la seduta di pesi di ieri mattina. È stato un buon test”.
Giocando, indubbiamente, si cresce. Sono in programma altre amichevoli?
“Nei prossimi giorni organizzeremo sicuramente altre partite di allenamento che ci servono per smaltire i carichi di lavoro in palestra e per provare certi automatismi. A questo punto della stagione non contano i risultati ottenuti, ma che si veda di volta in volta un miglioramento costante, soprattutto per quanto riguarda l’intesa tra la palleggiatrice e le compagne”.
Oltre a coach della Unendo Yamamay, Parisi dal 21 febbraio 2012 è anche coach della Repubblica Ceca, nazionale che ha portato ad un passo dai quarti di finale dei Campionati Europei.
“Abbiamo disputato un ottimo girone eliminatorio che ci ha visto avversari di Serbia, Polonia e Bulgaria. Purtroppo nella partita contro la Francia, che sembrava avviata verso una nostra tranquilla vittoria, ci siamo smarrite sul più bello e per noi si è rivelata un incubo. A passare sono state le transalpine, ma, man mano che passano i giorni e metabolizzo la delusione, mi rendo sempre più conto che abbiamo fatto un buon lavoro. Le vittorie contro Bulgaria e Polonia rimarranno sempre nella storia della Repubblica Ceca così come il decimo posto agli Europei”.
Ha notato qualche giovane interessante che si è segnato sul taccuino?
“Purtroppo non molte perché i ritmi di un Campionato Europeo sono frenetici: allenamenti, studio delle avversarie, partite ravvicinate si susseguono; e in più le squadre erano distribuite in città diverse a seconda dei gironi. Indubbiamente le serbe e le polacche che ho visto e affrontato sono tutte molto brave”.

Laura Paganini