Il suo acquisto forse è passato un po’ sottotraccia, vuoi perchè l’annuncio è arrivato in quella due giorni di fuoco, parlando a livello di comunicazione, che ha vissuto la Pallacanestro Varese a fine luglio, vuoi perchè tutte le attenzioni un paio di giorni dopo il suo arrivo si sono dirottate completamente sull’ufficialità del colpo Cauley-Stein, ma fatto sta che Olivier Hanlan è un giocatore che avrà un ruolo centrale nella OJM 2023-2024.

Hanlan, innanzitutto, sarà l’erede designato di Markel Brown, per pedigree, leadership tecnico-tattica e carisma in campo. Un giocatore strutturato, il più “europeo” degli americani arrivato in estate ai piedi del Sacro Monte. Una guardia non troppo fisicata, 193 cm per 86 chili ma molto, molto tecnica, che fa della prolificità offensiva il suo punto di forza come i numeri della carriera dimostrano.

Fin dagli albori del suo percorso cestistico, Hanlan ha saputo mettersi in mostra per le sue doti a livello realizzato che gli hanno permesso in America di vincere un campionato di G-League da protagonista nel 2017-2018 con gli Austin Spurs, chiuso con 14.7 punti di media ed in Europa di vivere esperienze di primissimo livello con le maglie di Zalgiris Kaunas, Le Mans, Bonn, Iraklis, Aris, Valencia e Gazientep. Basta leggere i nomi di queste realtà per capire come Hanlan sia ormai navigato del basket europeo di alto livello, in particolare le avventure vissute in Grecia con Iraklis nel 2019-2020 e nel 2020-2021, ed Aris (20.9 punti di media) nel 2021-2022, sono state molto positive, giocate sempre da grandissimo protagonista.

Un’esperienza ormai quasi decennale in Europa che ha permesso ad Hanlan anche di calcare i palcoscenici delle coppe continentali quali Eurolega, Basketball Champions League e FIBA Europe Cup, le ultime due i prossimi possibili approdi dei biancorossi. Non una casualità questa, visto che la OJM per il ritorno in Europa aveva bisogno di un giocatore della sua esperienza che potesse essere il faro, come lo ha definito Matteo Jemoli su questo sito, dei giovani ma soprattutto ai compagni americani che mai hanno vissuto il basket del nostro continente, come ad esempio Brown, McDermott e Cauley-Stein.

Anche la scelta del numero non è affatto casuale per Hanlan che ha preso la 21 dell’indimenticato capitano delle ultime stagioni in casa varesina Giancarlo Ferrero, e chissà che il passaggio di numero non coincida anche con quello di carica interna, con il prodotto di Boston tra i principali indiziati, insieme a Moretti, per “prendere la fascia di capitano” in un metaforico passaggio di consegne.

Un giocatore che predilige prendersi tiri, dalla media e lunga distanza, partendo dal palleggio in arresto e tiro, meno incline invece al ricevere palla da fermo per tirare ad esempio da tre punti, come spesso invece capitava a Brown la scorsa stagione ma non per questo poco prolifico dall’arco, sia ben chiaro. Non solo però, perchè Hanlan è una guardia che ama molto cercare le penetrazioni in area puntando al ferro, ed in questo molto simile a Brown, battendo con la velocità di piedi ed abilità nel ball handling il suo diretto avversario.

Proprio la grande proprietà di palleggio lo pone in grande relazione con l’ex Brown, con la possibilità da non scartare che a volte si possa alternare in cabina di regia con Moretti e Shahid, altri due giocatori che per caratteristiche e versatilità, viceversa, possono scalare in posizione di guardia e colpire dall’arco.

Tutte qualità che fanno capire come Hanlan sia un giocatore molto completo nel ruolo, anche se forse l’unica pecca che si può trovare è a livello di minor inclinazione difensiva rispetto a Markel, una circostanza su cui dovrà lavorare coach Legovich, designato alla gestione tattica del gioco nella propria metà campo della Pallacanestro Varese 2023-2024.

Alessandro Burin

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