
Ci può essere qualcosa di peggio che perdere con uno scarto di 41 punti in casa? Sì, per la Pallacanestro Varese può esserci di peggio ed in questo momento c’è.
Di cosa parliamo? Del sentimento di rassegnazione del pubblico di Masnago, la cosa peggiore che possa capitare a chi segue una squadra e soprattutto a chi lo fa senza mai mollare, senza mai smettere di esserle vicina, senza mai dubitare di quella passione unica che in poche piazze al mondo si vede.
La rassegnazione di un pubblico che, sotto di oltre 30 punti per lunghissimi tratti del match, guarda la propria squadra completamente in balia di un avversario nettamente più forte, ed invece che esprimere tutto il proprio disappunto si fa prendere da un senso di impotenza che quasi lo blocca, per una situazione dalla quale non vede via d’uscita.
Non la vede perché sa che nonostante la sconfitta nulla cambierà, perché sa che il valore della sconfitta nel nuovo corso biancorosso viene rimodellato, plasmato, perde quella potenza che tante volte è distruttiva ma che, dopo debacle come quella di ieri sera, sarebbe essenziale per un esame di coscienza dei più profondi, perché perdere con un distacco di 41 punti in casa, subendone 93 al 30′, vedendo il pubblico lasciare i propri seggiolini ad inizio quarto quarto e sentendolo esultare a un paio di canestri avversari, al di là che questi vengano segnati da un idolo di tutto il palazzo ma pur sempre con una canotta diversa da quella biancorossa sulle spalle, è qualcosa di tragico, sportivamente parlando, che deve portare ad una riflessione profonda.
In una situazione del genere la conseguenza più comune sarebbe una contestazione come avviene in mille piazze ed invece no: la gente di Varese, della Pallacanestro Varese, ancora una volta ha messo il proprio amore e la propria passione davanti a tutto, ha deciso di limitarsi a qualche fischio nel post gara per esprimere un disappunto troppo forte da poter tenere completamente nascosto. Eppure tutto è stato fin troppo circoscritto rispetto al contesto palesatosi sul parquet di Masnago ma questo non inganni, perché forte è stato quel senso di rassegnazione respirato dagli spalti tanto da pervadere l’ambiente, i commenti e le aspettative, rispetto ad un campionato, una squadra, un progetto ed è questa la sconfitta più pesante, più dura da digerire ed anche più difficile a cui rimediare.
Alessandro Burin