Con un 6-1 6-2 perentorio Alex De Minaur liquida Mattia Bellucci nella semifinale dell’ATP 500 di Rotterdam. Reduce da due vittorie storiche contro l’ex numero 1 ATP Daniil Medvedev e contro il due volte finalista slam Stefanos Tsitsipas (rispettivamente 7 e 12 della classifica mondiale, ndr), il tennista varesotto è arrivato stanco all’appuntamento contro l’australiano.
Il risultato, severo ma corretto, esprime al meglio quello che si è visto in campo: troppo solido il numero 8 del mondo, concreto e consistente nei momenti importanti. La maggior esperienza e abitudine a partite di questo livello di De Minaur hanno fatto il resto, con il nativo di Sydney sempre avanti nel punteggio.
Dal canto suo, Bellucci è apparso stanco, alla sesta partita in sei giorni, e incapace di sovvertire il pronostico e l’inerzia del match. Assieme alla sconfitta, l’allievo di coach Fabio Chiappini, abbandona anche la possibilità di essere il giocatore con ranking più basso a sconfiggere tre top 15 consecutivamente. Detto questo, indubbiamente rimangono negli occhi tante immagini bellissime del talento varesotto, capace di estrarre dal cilindro una settimana eccezionale che lo ha portato alla prima semifinale ATP in carriera. Da lunedì sarà numero 68 della classifica, aumentando di 24 posizioni il proprio best ranking.
Il torneo di Rotterdam, probabilmente, è il momento più alto ad oggi della carriera del mancino cresciuto a Castellanza. Un punto di partenza, più che uno di arrivo, dato che Bellucci è già proiettato verso il futuro: lavoro, fatica e dedizione la ricetta – sempre la solita – per fare sì che queste grandi prestazioni diventino consuetudine. L’imperativo è quello di rimanere con i piedi per terra e proseguire lungo il percorso tracciato, la speranza quella di ritoccare ancora verso l’alto la posizione in classifica.
Filippo Salmini
