Esperienza, fisicità, carattere e un palmares ricchissimo di successi. Alex Tyus è un giocatore che del basket europeo di altissimo livello ha contribuito a scriverne la storia a suon di giocate e di vittorie e che ora rappresenta uno dei pilastri della Pallacanestro Varese che lotta per salvarsi.

Nonostante l’età, 37 anni, la sua presenza sotto le plance, la sua efficacia a rimbalzo e il suo carisma nello spogliatoio sono caratteristiche essenziali sulle quali il club biancorosso ha puntato per dare una svolta alla propria stagione.

Mi racconti qualcosa della sua infanzia…
“Sono nato in Missouri, ho una sorella più piccola ed ho sempre amato lo sport, i miei genitori mi hanno sempre sostenuto e aiutato poi a tracciare la mia strada”.

Come nasce la sua passione per la pallacanestro?
“Mi ricordo che mio papà mi ha spinto a giocare a basket. Mi sono subito innamorato di questo sport, mi seguiva sempre e mi è stato molto vicino nel mio percorso sportivo”.

Come descriverebbe il suo rapporto con Israele?
“Il mio rapporto con Israele è stato fin da subito molto forte. Il fatto che io giocassi al Maccabi Tel Aviv ha sicuramente aiutato in questo, abbiamo vinto un Eurolega e per molti tifosi ero diventato un simbolo e anche questo mi ha spinto poi verso la scelta di giocare per la Nazionale”.

Quali emozioni si provano nel vincere l’Eurolega?
“Sicuramente è qualcosa di fantastico. Ogni partita in Eurolega è molto difficile da vincere, si gioca un basket intenso, si sfidano i migliori giocatori del mondo dopo quelli NBA, per questo vincere l’Eurolega è qualcosa di unico”.

Maccabi, Unicks, Galatasaray, Real, qual è la migliore squadra?
“Sicuramente per me il Maccabi, perché è la squadra con cui ho vinto l’Eurolega, un club con un organizzazione incredibile, una società che lavora con grandissima professionalità, così come tutti i club che giocano l’Eurolega”.

Dopo qualche settimana nella Pallacanestro Varese, cosa pensa del club?
“Un club con una grande storia. Quando giocavo a Cantù ho avuto modo di conoscere la storia di questo club, ci sono tifosi fantastici e ora che sono arrivato qui posso confermare queste cose anche se praticamente tutto è cambiato dalla Varese che mi ricordavo, soprattutto a livello di filosofia del club. In generale il basket italiano è cambiato rispetto a qualche anno fa, ci sono squadre molto forti non solo in A ma anche in A2. Penso che Varese si stia muovendo benissimo nell’ottica di un basket che sta cambiando”.

Cosa pensa di coach Kastritis e cosa sta portando alla squadra?
“Io penso che lui ci abbia portato quello che ci mancava. L’intensità giusta, la responsabilità di fare la giocata giusta, un approccio difensivo completamente diverso rispetto a prima, basato su tantissima energia. E poi ha cambiato la nostra mentalità, ci spinge a cercare contro tutti la vittoria fino all’ultimo, come le due sconfitte all’overtime contro grandi squadre come Trapani e Tortona dimostrano. È un grande coach”.

Psicologicamente la squadra come ha preso queste ultime due sconfitte?
“È stato difficile accettare queste due sconfitte, perché lavoriamo duro e sodo per dare il meglio e in entrambe i casi siamo andati molto vicini alla vittoria senza riuscire a coglierla. Come ti dicevo prima, lavoriamo ogni giorno con la mentalità di voler cercare la vittoria contro tutti e non vediamo l’ora che arrivi la prima di questo nuovo corso. Dobbiamo continuare a credere nel nostro processo di crescita e i risultati arriveranno”.

Domenica arriva la sfida con Reggio Emilia e sarà una sfida nella sfida per lei contro Faried…
“I giocatori che hanno giocato in NBA hanno grandissime qualità tecniche e fisiche e per affrontarli devi dare il massimo. Sicuramente sarà una partita difficile per tutti noi, non guardo alle sfide personali ma al lavoro di squadra che dovremo andare a fare: catturando rimbalzi, difendendo, muovendo bene la palla e giocando la nostra partita al meglio”.

Alessandro Burin

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui