
Scorrendo la distinta del Ceresium Bisustum balza subito all’occhio un dato anagrafico: 1976. Nessun errore, è semplicemente la data di nascita di Matthias “il Ragno” Rainer. A 48 anni, l’autentica leggenda della Rasa continua ad avere i riflessi e l’agilità di un ragazzino difendendo quei pali che sono la sua vita fin da quando indossava una certa maglia biancorossa e giocava al “Franco Ossola”. L’ex Varese (che ha avuto modo di affrontare campioni di primo piano del panorama italiano), in fondo, non ha mai smesso di essere un ragazzino, ed è proprio quell’innata e inossidabile passione che gli consente di continuare la vita di portiere.

Con 48 primavere alle spalle, Rainer ha accumulato una discreta esperienza sul rettangolo verde e con decisione affronta di petto la delicata situazione del Ceresium Bisustum che, classifica alla mano, si presenta alla vigilia della 25^ giornata del Girone X di Seconda Categoria con un’autentica certezza: vincere o morire. In caso di sconfitta, infatti, il CerBis scivolerebbe a -8 dalla Valcuviana, uscendo così dalla famosa forbice playout.
“Ci giochiamo tutto – esordisce senza mezzi termini il portierone rossoblù – perché se la Valcuviana vince per noi è praticamente finita. Potrei citare le parole di un mio ex grande mister, Dario Barassi, ora al San Michele, ma non credo siano giornalisticamente adatte (ride, ndr); diciamo, facendo una parafrasi, che ora è il momento di dimostrare chi siamo. Con Valcuviana e Don Bosco all’andata abbiamo fatto sei punti: adesso ci giochiamo il nostro campionato e dobbiamo ripeterci”.

Come si affrontano due sfide così cruciali?
“Dobbiamo ragionare nell’ottica di salvarci all’ultimo secondo del playout: ciò implica che dobbiamo conquistarci lo spareggio per rimanere in categoria. Rimbocchiamoci le maniche, lavoriamo sodo, scendiamo in campo con la giusta mentalità per far punti e giochiamo con gli attributi contro qualsiasi avversario. Ecco come affronteremo le prossime due partite e tutte quelle che ci mancano per chiudere la stagione”.
Chiaro che qualcosa non ha funzionato in stagione. La vittoria manca dal 17 novembre: come state vivendo questo momento?
“Male. L’impegno c’è, ed è innegabile, ma non riusciamo a far girare gli episodi nella nostra direzione. Domenica scorsa, ad esempio, abbiamo affrontato una grandissima squadra, e colgo l’occasione per fare i complimenti al Caronno; eppure, all’80’ eravamo sotto solo di un gol. Non siamo riusciti a finalizzare le occasioni costruite per il pari e loro ci hanno punito nel finale. Ci manca quell’uno per far trentuno, paghiamo autentici blackout che non devono esserci; dobbiamo crescere a livello mentale”.
È solo una questione di mentalità, o manca altro?
“Manca esperienza, che si lega inevitabilmente con la mentalità. La squadra è giovane e ci manca forse un annetto di rodaggio. In tal senso spetta anche a noi vecchietti prendere per mano l’intero gruppo, ma sicuramente ognuno deve riuscire a dare quel qualcosa in più”.
Venendo a te. Come sei arrivato al CerBis?
“Dopo gli anni alla Concagnese sono passato in Svizzera, ma mi mancava l’Italia: tramite un amico ho scoperto che a Porto Ceresio cercavano un portiere e, una volta conosciuta la società, mi sono subito trovato bene. Qui ho a che fare con brave persone, costantemente disponibili, che hanno sempre continuato a credere nel progetto e lo fanno ora più che mai. In qualsiasi piazza dopo cinque sconfitte l’allenatore salta: qui no, qui si continua a remare tutti nella stessa direzione”.

La carta d’identità dice 1976… eppure a vederti giocare non sembrerebbe. Cosa ti ha dato questa stagione a livello personale?
“Diciamo che ho avuto il merito di tenermi sempre in forma e vivere un ambiente sano, che crede nei valori dello sport, ti dà anche quegli stimoli in più. Personalmente, poi, è stato bello ricevere parecchi attestati di stima da parte dei miei avversari: tu puoi esser convinto di essere ancora forte, ma sono i fatti a dimostrarlo e, in questo caso, le parole degli altri. Finché rendo e finché sono convinto di poter dare qualcosa io continuerò a giocare. E questo, concedimelo, è possibile anche grazie al supporto di una famiglia meravigliosa: la mia futura moglie Daniela e i miei figli Sofia e Oliver sono la mia linfa vitale”.
Abbiamo qui una tua foto con il Sacro Monte alle spalle. Non posso non chiederti un commento sulla tua esperienza al Varese.
“Questa foto risale alla stagione 1993/94, quando abbiamo vinto la Serie D per tornare in C2. In estate è arrivato un portierone del calibro di Luca Castellazzi e sono stato giustamente mandato via (ride, ndr), ma ho avuto modo di passare un mesetto con la squadra e mister Mario Belluzzo. Vestire il biancorosso è stata un’esperienza incredibile”.

So che c’è un aneddoto in particolare di qualche anno prima…
“Stagione 1991/92, Allievi Nazionali, Varese-Brescia 0-4: ho preso quattro gol da un certo Andrea Pirlo. Entriamo in campo e vedo questo ragazzino, praticamente un bambino considerando che aveva due anni in meno di me, e penso: ma chi è sta mezzasega? Pronti via e me lo ritrovo a tu per tu: io esco aggressivo, questo mi fa il cucchiaio, prende la traversa e in mezza rovesciata segna. Torno mestamente tra i pali. Poi fa doppietta. Poi c’è un calcio di rigore: si piazza per batterlo con il sinistro e calcia di destro E poi ne ha fatto un altro. Non sapevamo più come fermarlo (ride, ndr): giocava trequartista e sembrava Maradona. E pensare che l’anno prima ci eravamo fatti valere contro l’Atalanta di Prandelli, con dentro gente come Morfeo e Tacchinardi. In generale ricordo con enorme piacere quegli anni perché ho avuto la fortuna di affrontare la generazione d’oro di gente come Totti, Di Vaio e Flachi… ho tantissimi aneddoti che mi piace rivivere”.
Tornando al CerBis, qual è il tuo augurio per il finale di stagione?
“Andiamo ai playout. Poi da lì sarà guerra”.
Per chiudere, andiamo sui pronostici: come finirà Brebbia – Jeraghese? (ore 14.30)
“1”.
Buguggiate Caesar – Aurora Induno? (ore 14.30)
“1”.
Don Bosco – Cuassese? (ore 14.30)
“2”.
Eagles Caronno – Caravate? (ore 14.30)
“1”.
Gazzada Schianno – Union Tre Valli? (ore 14.30)
“X”.
Laveno Mombello – Angerese? (ore 14.30)
“1”.
Mercallo – Bosto? (ore 14.30)
“X”.
Valcuviana – Ceresium Bisustum? (ore 14.30)
“2 fisso”.
Il focus della 25^ giornata
Nuovo capitolo della sfida infinita tra Laveno Mombello e Brebbia (appaiate a 55 punti) che si troveranno a dover affrontare due sfide di pari valore: da una parte i biancoblù riceveranno l’Angerese (40), dall’altra i gialloblù ospiteranno la Jeraghese (39). Ennesime conferme in vista o una delle due inciamperà? Alle loro spalle il Buguggiate Caesar (47) non può più perdere terreno per continuare a tener vivo il sogno playoff: imperativo vincere contro un Aurora Induno (32) ormai tranquillo. Post-season ai limiti dell’impossibile per gli Eagles Caronno (40) che riceveranno un Caravate (26) ormai praticamente salvo ma comunque determinato a chiudere in crescendo la propria stagione; anche per la Cuassese (39) i giochi sono ormai fatti, ma i biancorossi onoreranno il campionato fino alla fine a maggior ragione contro una squadra come il Don Bosco (9) obbligata a vincere per sperare nel miracolo salvezza. Nulla da chiedere per Mercallo (36) e Bosto (33) che si giocheranno l’ottava posizione, mentre l’Union Tre Valli (32) proverà ad approfittarne per scalare le gerarchie: i verdeblù dovranno però far punti sul campo del Gazzada Schianno (25), che insegue la matematica certezza di mantenere la categoria. A chiudere il quadro di giornata, come anticipato, lo scontro diretto tra Valcuviana (17) e Ceresium Bisustum (12) che potrebbe decidere il discorso salvezza.
Matteo Carraro