
Essere capitano della Pallacanestro Varese non è assolutamente una cosa banale: non lo può essere per la storia di questo club e soprattutto per quello che rappresenta il ruolo per una piazza, un popolo, che vive di pallacanestro e che in questa squadra e società cerca un rapporto diretto, perché ne é parte integrante e fondamentale.
Tutto questo diventa a maggior ragione importante se il capitano lo diventa un ragazzo come Matteo Librizzi, cresciuto e legatissimo all’ambiente varesino, che con il rinnovo fino al 2028 ha stretto un legame indissolubile con il club e quella che è la sua città, realizzando un sogno che aveva fin da bambino.
“Questa conferenza rappresenta un momento di grande orgoglio per noi. Libro è un simbolo per la città, i tifosi, i giovani, per il club, la squadra ed il progetto tutto. Ha fatto ogni giorno un grande lavoro, lottando in campo e rappresentando la nostra città in maniera stupenda: sapere di avere un futuro insieme a lui è veramente fantastico”, le parole del GM, Zach Sogolow.
“L’aver rinnovato per un periodo di tempo così lungo è bellissimo, per la fiducia che il club ha riposto in me. Essere il capitano di Varese per me è orgoglio e responsabilità che cercherò di rispettare al meglio”, esordisce Librizzi.
SE C’E’ STATA LA POSSIBILITA’ CHE ANDASSE VIA: “Le valutazioni fanno parte della vita di un professionista. C’è stato il pensiero di poter andare anche altrove, è normale, in realtà però da prima che finisse la stagione avevamo iniziato le trattative per il rinnovo ed ero molto fiducioso sull’accordo. Il club ha fatto passi importanti verso di me e voglio ricambiare la fiducia. Ho ricevuto delle offerte in NCAA un pò com’è successo ad Elisée però a livello professionale Varese penso sia la scelta migliore per la mia crescita. Dall’anno scorso ho molta più continuità e voglio portarla avanti. Rimanere qui era ciò che volevo, giocare per questa maglia ha un valore unico”.
L’ASSUNZIONE DEL RUOLO IN CAMPO E FUORI: “L’anno scorso diventare capitano non era preventivato e com’era normale che fosse all’inizio ho avuto qualche difficoltà dal punto di vista comunicativo. Ora mi sento più maturo, come ho già parlato con la dirigenza e il coach questa crescita è qualcosa su cui voglio lavorare, in campo mi viene naturale essere un trascinatore puntando su grinta ed energia, mentre al di fuori voglio essere più pronto a parlare anche con i tifosi”.
L’AVER BRUCIATO LE TAPPE NEL PERCORSO DI CRESCITA: “Pensare a settembre dell’anno scorso di fare la stagione che ho fatto era complicato, però mi sentivo pronto perché dopo l’infortunio alla spalla ho sempre lavorato per farmi trovare pronto e quel percorso mi ha cresciuto caratterialmente. Sono felicissimo di aver messo questa crescita in campo”
CHE SQUADRA SI ASPETTA: “Sono molto fiducioso e non vedo l’ora d’iniziare. La mia conferma, quella di Assui e l’arrivo di Ladurner sono già un’ottima base di partenza,. Ho fiducia sul lavoro della società”.
L’IDEA DI AVERE DUE VARESINI PROTAGONISTI IN PRIMA SQUADRA: “E’ bellissimo, non è una cosa usuale nelle altre squadre. Questo ripaga gli sforzi che la società sta facendo a livello giovanile e sulla crescita individuale dei singoli. Vedere il risultato del grande lavoro che viene fatto è utilissimo”.
TRASMETTERE A LIVELLO VALORIALE COS’E’ VARESE: “E’ un qualcosa su cui sto lavorando, chi meglio di me può spiegare ad un giocatore che viene dall’altra parte del mondo com’è il campionato italiano e l’importanza di ogni partita? Giancarlo Ferrero è stato un grandissimo insegnante in questo”.
IL LAVORO DAL PUNTO DI VISTA TECNICO: “Voglio crescere sempre più dal punto di vista del playmaking puro: gestione della palla, del ritmo, gioco in pick’n’roll. In difesa voglio essere più solido, energia e carattere non mancano, devo limitare la foga che metto in campo che mi porta a fare spesso fallo””.
LA NAZIONALE: “Arrivare in Nazionale è un qualcosa di nuovo, a livello giovanile ho fatto solo Under 20. Quando arriva la chiamata è sempre un’emozione, avere il Poz al telefono è qualcosa d’indescrivibile: lui è una figura, un esempio importante per me per il ruolo che ha avito qui. L’obiettivo che ho è quello di ripartecipare a qualche raduno o partita”.
SU LADURNER: “L’ho conosciuto in Nazionale nell’ambito del progetto U23, è un ragazzo super in campo e fuori e penso ci possa dare una grande mano”.
IL RICORDO DELLA GARA CON LA VIRTUS BOLOGNA: “E’ una serata che non dimenticherò mai. Mi ricordo ancora la carica che sentivo durante la partita, pensavo di poter fare tutto. Quando è finita la partita, dopo la vittoria, ho visto tutta la mia famiglia felice, ci siamo abbracciati, è stata una notte magica. Mi ha dato una grandissima fiducia nei miei mezzi, non mi sarei mai aspettato di poter fare una gara del genere in quel momento della carriera ed è stato davvero importante per me”.
Alessandro Burin