Parlare di stile, armonia ed eleganza nel mondo dell'equitazione è semplice quando osserviamo una figura di dressage.
Tradotto in italiano significa preparazione, è una disciplina equestre complessa che si fonda sulla diretta sinergia tra uomo e cavallo che, insieme, compiono movimenti geometrici e sistemici su un campo di forma rettangolare di dimensioni 20×40 metri, nelle gare meno impegnative, e 20×60 in quelle di medio alto livello.
Per facilitare il lavoro del cavaliere, nell'eseguire le figure, sui lati del campo gara, vengono disposte alcune lettere a distanze fisse che suddividono i lati indicandone la difficoltà.
La Fise sceglie in prima persona le figure che il binomio deve eseguire alle competizioni garantendo, per capacità acquisita, la fattibilità dell'esercizio. La preparazione inizia molto tempo prima dell'evento in sé imparando a memoria tutti i passaggi e lavorando molto sull'affiatamento di cavallo e cavaliere. Nel dressage esiste anche uno spazio dedicato al freestyle che, come dice la parola, lascia spazio alla creatività dei due soggetti, in esame, per sorprendere il pubblico. Il Kurt, così chiamato, si svolge a ritmo di musica, la cui scelta è sottoposta a giudizio della giuria. La buona riuscita delle manovre dipende dalla correttezza dei movimenti e dall'immagine che si crea di se stessi davanti ai giudici.
Vi sono tre o più ispettori che attribuiscono ad ogni figura un voto da 1 a 10, il valore è come quello dei test scolastici, ma in questo caso la sufficienza è il 5 e viene implementato da un'eventuale spiegazione. Al termine della gara si sommano i voti dei tre giudici e vengono elaborati con percentuali complesse valutando alcuni aspetti importanti come le andature (passo, trotto e galoppo), l'assetto e la sottomissione dell'animale ai comandi indetti da chi lo conduce.
Il mondo del dressage si distingue per la classicità dell'insieme e per la raffinatezza delle forme, per questo motivo viene data molta importanza all'aspetto estetico. Vi è una divisa regolamentare molto rigida che non ammette eccezioni, composta da: stivali alti e neri, giacca blu, nera o scura, camicia o lupetto bianchi con plastron bianco puntato con una spilla o in alternativa un cravattino, il cilindro, la bombetta o il cap, speroni e guanti bianchi. Le Forze dell'ordine invece possono indossare la divisa. Il cavallo più utilizzato in queste competizioni è quello di razza Hannover, di origine tedesca, per le sue doti fisiche, i movimenti sinuosi e un carattere pacato e tranquillo. Ciò che caratterizza la sua bardatura sono il filetto singolo o unito al morso, obbligatorio dalla categoria D in poi, la sella con sottosella in stile inglese, non sono ammesse protezione alle zampe.
Osservare un binomio in gara è un evento magico, carico di tensione ed emozioni, ci si ritrova in apnea per evitare distrazioni, per non creare fastidio alla concentrazione di chi esegue, ci si fa rapire dal movimento che è come una danza propiziatoria, ci si distacca dalla realtà per sognare un po' e lasciarsi andare all'armonia.
Tradotto in italiano significa preparazione, è una disciplina equestre complessa che si fonda sulla diretta sinergia tra uomo e cavallo che, insieme, compiono movimenti geometrici e sistemici su un campo di forma rettangolare di dimensioni 20×40 metri, nelle gare meno impegnative, e 20×60 in quelle di medio alto livello.
Per facilitare il lavoro del cavaliere, nell'eseguire le figure, sui lati del campo gara, vengono disposte alcune lettere a distanze fisse che suddividono i lati indicandone la difficoltà.
La Fise sceglie in prima persona le figure che il binomio deve eseguire alle competizioni garantendo, per capacità acquisita, la fattibilità dell'esercizio. La preparazione inizia molto tempo prima dell'evento in sé imparando a memoria tutti i passaggi e lavorando molto sull'affiatamento di cavallo e cavaliere. Nel dressage esiste anche uno spazio dedicato al freestyle che, come dice la parola, lascia spazio alla creatività dei due soggetti, in esame, per sorprendere il pubblico. Il Kurt, così chiamato, si svolge a ritmo di musica, la cui scelta è sottoposta a giudizio della giuria. La buona riuscita delle manovre dipende dalla correttezza dei movimenti e dall'immagine che si crea di se stessi davanti ai giudici.
Vi sono tre o più ispettori che attribuiscono ad ogni figura un voto da 1 a 10, il valore è come quello dei test scolastici, ma in questo caso la sufficienza è il 5 e viene implementato da un'eventuale spiegazione. Al termine della gara si sommano i voti dei tre giudici e vengono elaborati con percentuali complesse valutando alcuni aspetti importanti come le andature (passo, trotto e galoppo), l'assetto e la sottomissione dell'animale ai comandi indetti da chi lo conduce.
Il mondo del dressage si distingue per la classicità dell'insieme e per la raffinatezza delle forme, per questo motivo viene data molta importanza all'aspetto estetico. Vi è una divisa regolamentare molto rigida che non ammette eccezioni, composta da: stivali alti e neri, giacca blu, nera o scura, camicia o lupetto bianchi con plastron bianco puntato con una spilla o in alternativa un cravattino, il cilindro, la bombetta o il cap, speroni e guanti bianchi. Le Forze dell'ordine invece possono indossare la divisa. Il cavallo più utilizzato in queste competizioni è quello di razza Hannover, di origine tedesca, per le sue doti fisiche, i movimenti sinuosi e un carattere pacato e tranquillo. Ciò che caratterizza la sua bardatura sono il filetto singolo o unito al morso, obbligatorio dalla categoria D in poi, la sella con sottosella in stile inglese, non sono ammesse protezione alle zampe.
Osservare un binomio in gara è un evento magico, carico di tensione ed emozioni, ci si ritrova in apnea per evitare distrazioni, per non creare fastidio alla concentrazione di chi esegue, ci si fa rapire dal movimento che è come una danza propiziatoria, ci si distacca dalla realtà per sognare un po' e lasciarsi andare all'armonia.