E' la prima tifosa della Pallacanestro Varese; con la sua forza e il suo entusiasmo, si è guadagnata l'appellativo di allenatore in seconda, anche se c'è chi crede che, in realtà, il vero coach dei biancorossi sia proprio lei.
Stiamo parlando di Giovanna Recalcati, moglie di Charlie Recalcati, head coach della Cimberio Varese, che, in maniera assolutamente straordinaria, ha deciso di rilasciarci un'intervista nella quale molti sono stati gli argomenti toccati, in un turbinìo di ricordi ed emozioni che la signora Giovanna ha impressi negli occhi.
“Solitamente non rilascio interviste per rispetto di mio marito e del suo lavoro; ricordo che l'unica volta che l'ho fatto, anche perchè è stato Carlo stesso a dirmi di farla, fu anni fa alla Gazzetta dello Sport.”
Partiamo proprio dall'inizio…è sempre stata appassionata di pallacanestro, oppure è stata “traviata” da suo marito?
“Sinceramente non mi ero mai nemmeno lontanamente interessata al basket, seguivo solo un po' il calcio ma non in maniera assidua.”
E in che modo allora ha conosciuto Recalcati?
“Fu una mia amica, tanti anni fa, a portarmi a vedere una partita di basket dell'Oransoda Cantù, la squadra in cui giocava Carlo, e proprio in quell'occasione lo conobbi; dopo sette mesi, nel lontano 1969, ci sposammo! Fu un vero e proprio colpo di fulmine! Da allora lo seguo ovunque, non mi perdo una partita”.
Noi tutti, chi più chi meno, conosciamo il Charlie Recalcati allenatore della Pallacanestro Varese: come è invece il Recalcati in privato?E in che modo il suo lavoro influisce in casa?
“Carlo in privato non si sente nemmeno! Diciamo che è veramente uno tranquillo, lo è sempre stato e questa è una fortuna. Per quanto riguarda il lavoro, c'è da dire che non influisce in alcunissima maniera, nemmeno parliamo di basket a casa”.
In tutti questi anni di pallacanestro, quale è, se c'è, il ricordo più bello che ha?
“L'annata 1999 – afferma con sicurezza Giovanna – Quello è stato l'anno più bello che abbiamo passato, proprio qua a Varese, l'anno della stella. Ricordo con esattezza ogni singola partita, ogni singola emozione, ogni singolo momento che ha caratterizzato quello splendido anno. Quante ne abbiamo combinate con Bruno (dei Fichi d'India, ndr) e Pozzecco!”
Proprio Pozzecco, in una recente intervista, ha affermato che il vero coach di Varese è lei, che Recalcati è solo un prestanome…è d'accordo?
“Certo che lo sono – afferma ridendo – Diciamo che sono stata io a decidere di venire a Varese. Qui tutti ci portano sul palmo della mano. Ad esempio non sarei mai voluta andare a Cantù. Lì tutti ci trattano male, ci insultano, nonostante Carlo da giocatore abbia vinto tanto (due Scudetti nel 1968 e nel 1975, 3 Coppe Korac negli anni 1973, 1974 e 1975, tre Coppe delle Coppe nel 1977, nel 1978 e nel 1979 e una Coppa Intercontinentale nel 1975, ndr). Varese è casa nostra, amiamo stare qui e speriamo di rimanerci il più a lungo possibile”.
E visto che le decisioni più importanti, spettano sempre a lei, siamo sicuri che staranno qui ancora per tanto tempo.

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