Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? Senza scomodare l’escatologia, i classici interrogativi dell’esistenzialismo umano cascano a piombo anche allo stato attuale della tifoseria tigrotta. Perché se la trasferta di Alzano è stata un successo (con tanto di encomio di Patrizia Testa), la campagna abbonamenti non è ancora decollata e la sfida di domenica con il Lecco incombe (in campo e sugli spalti) come una prova d’esame. Insomma, come retrocedere e prenderla (più o meno) con filosofia in una piazza che la Serie D non la viveva da vent’anni.

Abbiamo girato le tre domande dirimenti a cinque esponenti degli stati generali del tifo bustocco: Roberto Centenaro (presidente del Pro Patria Club, la sigla ammiraglia della galassia biancoblu), Simone Lamperti (presidente de Il Tigrotto, sodalizio che ha recentemente sfornato la caustica maglietta “Nasci, cresci, mai una gioia, muori”), Andrea Fazzari (attivista e storico della grande novità pre secolare, l’Associazione 100 anni di Pro), Andrea Macchi (recordman di presenze in casa e fuori e spirito libero dello “Speroni”) e Lele Magni (trendsetter di riferimento della passione per la Pro Patria).

Da dove veniamo?
Centenaro: Da una situazione difficile. Ma abbiamo una tradizione importante ed un seguito di passione autentica.
Lamperti: Dall’incertezza, da delusioni e umiliazioni.
Fazzari: Da anni di sofferenze e carestie che manco Giobbe…
Macchi: Da una “guerra civile” durata 4 anni.
Magni: Arriviamo dal periodo peggiore della nostra storia tra truffatori, calcio scommesse ed elargitori di facili morali. Siamo rimasti in pochi. Praticamente siamo degli highlander…ma molto provati.

Chi siamo?
Centenaro: Purtroppo, siamo un po’ disorientati. E dobbiamo ritrovare coesione anche al nostro interno.
Lamperti: Siamo una società seria con delle persone serie e del mondo del calcio.
Fazzari: Una razza in via di estinzione ma dura a morire e se ce l’ha fatta il panda…
Macchi: Una tifoseria che, nonostante tutto (le TV, l’assenza di risultati, la perdita di credibilità), ha ancora un qualcosa in più rispetto a piazze di medesima storia/tradizione.
Magni: Oggi siamo delle persone e dei tifosi confusi in attesa di un papà o una mamma che ci ridia speranza. Purtroppo prevale ancora lo scetticismo. Non tanto tra noi fedelissimi. Ma soprattutto al nostro esterno.

Dove andiamo?
Centenaro: Non vedo un futuro roseo. Chi si appassiona alla Pro Patria, lo fa da ragazzo. Io ho cominciato a 6 anni. Oggi allo stadio manca la generazione dei 18/20 anni. E la colpa è anche un po’ nostra. C’è molto da fare in questo senso.
Lamperti: Anche se non sarà facile torneremo in Lega Pro. La nostra categoria!
Fazzari: Verso il centenario ovunque sia la categoria!
Macchi: Lo diranno principalmente i risultati. Credo che la base sia sempre piuttosto solida e peggio degli ultimi anni è impossibile fare. Quindi vedo un futuro positivo direttamente proporzionale ai risultati.
Magni: Nel nostro futuro ci sono sogni di rinascita e la paura di rimanere infangati in questa categoria terribile. Poi ci sono i 100 anni quasi dietro l’angolo. Speriamo portino unità e comunanza di intenti. Oggi purtroppo non è così visto il provincialismo che divide ancora gente che ha lottato insieme ma non riesce a sedersi allo stesso tavolo. 

Giovanni Castiglioni